di Marco Manfredini
C’è da dire che dalle nostre parti non ci si annoia ultimamente. In questo inizio d’estate reggiana gli animi sembrano arroventarsi che par d’essere nell’immediato dopoguerra al paesino di Don Camillo e Peppone, la settimana prima delle elezioni. Eppure non si tratta di andare alle urne, attività che tra l’altro nella nostra provincia è poco più di una formalità, essendo i vincitori sempre gli stessi da circa settant’anni. Si parla di parate sodomitiche, di orgogli feriti, di processioni riparatorie, di festini di controriparazione; c’è chi prega per una cosa e chi per il suo contrario. Cattolici neri di qua, cattolici arcobaleno di là, e la Curia, dove sta?
Almeno ai tempi di Don Camillo le posizioni erano abbastanza chiare: il popolo di Dio guidato dai preti da una parte, il popolo di Stalin guidato dal sindaco dall’altra. Infondo ognuno aveva la religione che si meritava, e si trattasse dell’una o dell’altra, i precetti erano chiari: messa (vetus ordo), preghiere, buon senso, eri cristiano; Unità sottobraccio, invidia sociale, terza narice, eri comunista.
Almeno fino a che non arrivò, sullo spiderino rosso, don Chichì, ovvero il vento conciliare.
Vento di cui oggi raccogliamo i frutti. Se prima infatti era la cultura cristiana che permeava la società ed aiutava a ragionare correttamente anche personaggi pessimamente indottrinati come Peppone, oggi la cultura laicista-omoerotica ha assunto il monopolio, ed è così potente da influenzare anche i dialoganti uomini di chiesa in modo che ragionino secondo schemi appositamente creati da essa per raggiungere i suoi esecrabili obiettivi.
Edoardo Tincani, in un pacato articolo comparso sul settimanale La Libertà[1] (organo della curia da lui diretto), nel lodevole intento di rasserenare gli animi di cui sopra, esprime alcuni pacati concetti su cui, pacatissimamente, ci permettiamo di dissentire.
In particolare:
Detto questo [sul Gay pride], si tratta di una manifestazione legittima […][2]
Che la curia, per mano del suo portavoce, scriva che il Gay pride è una manifestazione legittima è qualcosa che lascia quantomeno allibiti.
Cosa significa legittimo?
legìttimo agg. [dal lat. legitĭmus, der. di lex legis «legge»]. – 1. a. Che è secondo la legge, che ha le condizioni richieste dalla legge, e perciò valido, regolare. b. Che è tale in virtù della legge, per volontà della legge. c. Che è ammesso o riconosciuto dalla legge.
Rimane da capire: di che legge parliamo? Ovviamente La Libertà, in quanto settimanale diocesano, volete che faccia riferimento alla legge naturale? Peggio ancora alla legge divina? Certo che no, prende in unica considerazione la legge positiva, ovvero la legge dello stato, che pare consenta le sodomitiche esibizioni.
Pur essendo tutt’altro che un fanatico della sedicente costituzionepiùbelladelmondo, ho il dovere di ricordare che alla fine dell’articolo 21 della stessa si può profittevolmente leggere:
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.
Possibile che la Carta venga citata sempre a sproposito e mai quando serve davvero? A questo punto rinfreschiamo visivamente la memoria su cosa sia un Gay pride.
Salerno 2012[3]
Madrid 2013[4]
Taiwan 2014[5]
Tropea 2016[6]
Specificando che queste sono tra le foto più sobrie relative agli eventi in oggetto che si possono reperire sul web, vorrei chiedere a Tincani & C. (dove C. sta per curia) se non gli sembra che questa roba sia contraria al costituzionale buon costume.
Spero non mi si usi contro l’argomento che il buon costume si evolve, e che non è definito per legge quale atto sia o non sia ascrivibile al buon o al cattivo costume. Dalla Treccani:
Buon costume
Principio generale che riassume i canoni fondamentali di onestà, pudore e onore espressi dalla società in una data epoca, costituendo un limite all’autonomia privata.[7]
E’ quindi vero, ma quali canoni di pudore generalmente condivisibili esprime la nostra società in questa epoca? Impossibile definirli, ma se mi posso aspettare che un Vladimiro Guadagno consideri rientrante nel suo personalissimo concetto di buon costume l’esibizione in piazza di un villoso fondoschiena, da Tincani & C. mi aspetterei una presa di posizione un po’ diversa. O hanno alzato bandiera bianca ancora prima di iniziare la battaglia?
Tra l’altro non credo ci sia bisogno di essere particolarmente credenti per poter condividere il fatto che un Gay pride è una manifestazione contraria al buon costume, quando non una vera e propria esibizione di atti osceni in luogo pubblico, considerata reato fino al 2016, oggi comunque punita con sanzione amministrativa, salve le ipotesi più gravi.
Ma noi cattolici siamo di manica larga, e legittimiamo tutto, non sia mai che passiamo per bacchettoni. E lo scandalo arrecato agli incolpevoli e innocenti minori che per forza o per caso saranno costretti a subire questa aberrante manifestazione? Tincani & C. dovrebbero sapere meglio di altri cosa accadrà a “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli”. E chi permetterà questo senza fiatare, non ne sarà forse correo?
In ogni caso diamo per assodato che manifestazioni oscene come il Gay pride sono ormai per prassi consentite dal nostro stato. Vorrei ricordare che anche l’aborto è legittimo in questo senso, anche manifestare per allargare le maglie della 194 è consentito di fronte allo Stato Italiano, ma almeno noi cattolici dovremmo avere ben presente che è un atto criminale di fronte alla legge divina, e anche un non credente che abbia conservato un barlume di lucidità (ammesso che se ne trovi uno) dovrebbe essere in grado di comprendere che si tratta di un crimine disumano dal punto di vista di legge naturale.
Che legittimità può dare ad una manifestazione contro natura uno stato che legittima aborto, divorzio, fecondazione in vitro, corruzione dei minori con l’indottrinamento gender, testamento biologico, usurocrazia bancaria, depredazione fiscale? Nes-su-na.
La gaia (si fa per dire) esibizione è legittimata da uno stato che non adempie al dovere di difendere i suoi cittadini più deboli, i bambini, che hanno tutto il diritto di non essere turbati né scandalizzati da cotanta colorata esposizione. Così come i più grandi, che ormai non si scandalizzano più di niente, e non hanno gli strumenti per discernere cosa sia bene e cosa no, avrebbero almeno il diritto di non essere esposti ad idee fuorvianti. Quanta brava gente c’è in giro che, pur in buona fede, non sa più come rispondere alla domanda del figlio che chiede: Mamma, ma due uomini si possono sposare?
Perché nella sua naturale ed istintiva ragionevolezza vorrebbe dire: Ma che? Chi è che ti ha suggerito una simile sciocchezza? Te lo immagini tuo padre con un altro uomo? Poi tu come saresti nato?
Però poi pensa: Ma la legge lo consente, quindi è legittimo, si può fare! Che cacchio gli rispondo ora? A me non piace questa roba ma io vorrei insegnargli a rispettare le leggi…
Così si incarta: Sì, però… meglio di no… ma siamo tutti uguali, cioè diversi, cioè… ma a te piacciono le bambine vero?
Mentre la risposta, se il figlio è abbastanza grande, con tristezza ma senza esitazione dovrebbe essere: NO, due uomini non si possono sposare, e nemmeno due donne. Lo stato, sbagliando, lo consente e alcuni, sbagliando, lo fanno. Purtroppo a volte le leggi sono ingiuste e inducono a sbagliare, ma noi, per stare sul sicuro, seguiamo la legge naturale e i dieci comandamenti che ci aiutano a non andare fuori strada.
Ma riprendiamo il discorso di Tincani.
[…] sempre per fortuna, il contesto democratico in cui viviamo permette a tutti di esprimere pubblicamente le proprie convinzioni, nel rispetto dell’altrui libertà.
Tincani & C. quindi pensano che il Gay pride sia una manifestazione che rispetta l’altrui libertà? Un’orda sodomitica che invade impunemente la città? La propagazione di idee scandalosamente contrarie non solo al diritto naturale, ma diciamo pure alla decenza? L’esibizione di corpi provocatoriamente svestiti e oscenamente atteggiati? La cultura delle drag-queen e dei glory-hole? La criminale follia secondo cui un bambino può tranquillamente essere allevato da due pseudogenitori dello stesso sesso, in barba al più elementare buonsenso? Tutto questo rispetta l’altrui libertà?
Sarà, ma mi risulta che nella Russia di Putin, da questo punto di vista, l’altrui libertà sia molto più rispettata; non sempre il contesto democratico è una fortuna.
Proseguiamo nella lettura:
Altrettanto legittimo è che gruppi di cattolici organizzino momenti di preghiera “per” le persone che provano un’attrazione sessuale nei confronti di persone dello stesso sesso, secondo sensibilità invero molto differenti: a Regina Pacis si è pregato “con” loro in una veglia per le vittime dell’omofobia, mentre un comitato che recluta adesioni su Facebook intende pregare sempre il 3 giugno in riparazione per il “Remilia pride”, richiamando il disordine intrinseco agli atti omosessuali.
Visto che si parla di preghiera, in questo caso la sola legittimità che si può invocare è quella che proviene dal magistero e dalla tradizione della Chiesa. E qua il dubbio non può nemmeno sfiorarci. Non esistono sensibilità differenti all’interno della cattolicità in questo caso; esiste una sensibilità cattolica, ed una anticattolica. La veglia di Regina Pacis NON era da fare, in quanto ormai è chiaro a chiunque non sia sprovveduto che il termine inventato di omofobia (transfobia, ecc.) è il cavallo di troia con cui si è fatta accettare l’ideologia omosessualista nella società civile prima, ed ora, senza significative resistenze degli alti prelati, nella chiesa di Cristo. E gli sprovveduti (o consapevoli?) sacerdoti che si prestano a tutto ciò? Non sta a noi giudicare le persone, ma se le azioni sono sbagliate, c’è poco da fare: le persone sbagliano.
La processione organizzata dal Comitato Beata Giovanna Scopelli, al contrario, rappresenta un lodevole recupero di una tradizione che sembrava persa, ma soprattutto un grande atto di carità, perché oltre a chiedere perdono a Dio per l’offensiva esibizione che avrà luogo, si ricorda a tutti quella che è una lapalissiana verità. Chiamatela come volete: sodomia, inversione, disordine intrinseco, peccato che grida vendetta, la sostanza non cambia. La dottrina nemmeno, per quanto ci stiano provando con gran dispiego di mezzi.
Insomma un atto di vera misericordia, in questi tempi in cui si è completamente perso il vero significato di questa parola.
Sempre Tincani:
In entrambi i casi, c’è stato un eccesso di pubblicizzazione, ciò che accende ulteriormente le polveri delle due fazioni, senza alcun costrutto.
No. La pubblicizzazione è sempre eccessiva per un evento nefasto, ma non è mai sufficiente per un evento buono. Il Comitato BGS non è una fazione e non ha nessuna polvere da accendere. Esso, per ciò che ho avuto modo di constatare, è composto da figli della chiesa di Cristo, peccatori come gli altri ma obbedienti e fedeli al magistero di sempre, e disposti a testimoniarlo pubblicamente, a proprio rischio e pericolo. Per chi aderisce al comitato è una grossa sofferenza vedersi trattato alla stregua di una “fazione” in lotta contro un’altra, da chi avrebbe almeno il dovere di difenderlo e sostenerlo, se proprio non ha il coraggio di precederlo.
Nella processione di riparazione la misericordia fa finalmente pace con sua sorella verità. E quel che più conta, e che mancava, è che lo fa pubblicamente.
Proprio nel momento in cui il cattolicesimo democuriale per non disturbare vorrebbe tornarvi, la tradizione esce dalle catacombe. Sia lodato Gesù Cristo.
PS: Mi viene un dubbio: qual era il vero nome di Don Chichì?
[1]http://www.laliberta.info/2017/05/24/questioni-di-orgoglio/
[2]http://www.laliberta.info/2017/05/24/questioni-di-orgoglio/
[3]http://www.woonko.com/foto-gallery/gay-pride-al-bacio-per-vladimir-luxuria-e-cecchi-paone-63136.html
[4]https://www.notizieprovita.it/notizie-dallitalia/gaypride-a-verona-ce-chi-dice-no/
[5]http://www.gaytravel4u.com/wp-content/uploads/2014/11/gay-pride-taipei-taiwan-2.jpg
[6]http://www.ilpopulista.it/news/29-Luglio-2016/3375/30-luglio–gay-pride-a-tropea–.html
[7]http://www.treccani.it/enciclopedia/buon-costume/