milanoripar

 

di Cristiano Lugli

 

« Su, Ombromanto! Dobbiamo affrettarci. Il tempo è breve. Guarda! Gondor ha acceso i suoi fuochi e invoca aiuto. La guerra è scoppiata. Vedo fuoco su Amon Dîn e fiamme ad Eilenach; e lì ad occidente vedo Nardol, Erelas, Min Rimmon, Calenhad e l’Halifirien alle frontiere di Rohan »

Uno dei primi annunci del Comitato “Beata Giovanna Scopelli” includeva questa forte citazione, tratta dall’opera di magna impronta tolkeniana: Il Signore degli Anelli. Non pochi sono stati gli ignorantoni che, non conoscendo nulla di letteratura, hanno voluto travisare le semplici parole pronunciate dal saggio Gandalf durante una veloce galoppata in sella ad Ombromanto. In realtà, il messaggio che con la suddetta citazione il Comitato voleva lanciare, era molto semplice da comprendere: riferendosi all’accensione dei fuochi di segnalazione di Gondor, un piccolo nucleo di cattolici cercò di animare la speranza di un’unione forte, proprio nel mondo cattolico, per organizzare qualcosa che finalmente radunasse i fedeli ad uno scopo comune su cui è impossibile transigere senza che questo non vada a ledere Verità e Giustizia.

 

Ed ecco che da lì, sotto il patrocinio di una grande Beata reggiana, il Comitato si è via via ingrandito ricevendo un gran numero di adesioni.
Inutile ritornare su una questione e sul risultato di un evento che a grandi linee tutti conoscono. È però utile fare il punto della situazione partendo dal 3 Giugno a Reggio-Emilia, fino ad arrivare ai giorni odierni.
Quei fuochi, quei flebili lumi di speranza, si sono in effetti accesi con grande stupore pei più. Iniziando qualcosa di veramente grosso e raro a Reggio-Emilia, fedeli di altre città presenti alla Processione di riparazione in terra rossa si sono organizzati seguendo l’esempio del Comitato “Beata Giovanna Scopelli“, il quale non ha altro merito se non quello di essere partito, con dedizione e duro lavoro, in una piccola grande opera al servizio di Dio.

 

Abbiamo poi visto spuntare Pavia, con il Comitato “Beata Veronica da Binasco“; e ancora far seguito Varese, con un Rosario di pubblica riparazione guidato da un fervente sacerdote della Fraternità Sacerdotale San Pio X, espostasi in prima linea anche a Reggio con ben 4 sacerdoti. Nella torrida estate, però, particolarmente nel mese di Giugno dedicato al Sacro Cuore di Gesù, le sfilate sodomite non si placano e anzi il Male, sentendosi strattonato e schiacciato sotto il peso di chi ha Dio come unico Padre, si ribella mostrando l’irrequietezza tracotante degli spiriti ribelli, i quali hanno pronunciato l’irreversibile “non serviam” luciferino. Ecco allora che anche a Milano, proprio nel giorno del Natale estivo di San Giovanni Battista, morto per essersi pronunciato limpidamente su cosa debba essere il Matrimonio, sfila quell’ “orgoglio” omosessualista, con tanto di percorso straordinario comparso pure su Google Maps – tanto per dire che le lobby gay non esistono, come solitamente gli organizzatori dai Pride amano far presente.

 

Lo ha fatto presente un gruppo di fedeli di diverse estrazioni, senza costituire un vero e proprio comitato, epperò organizzando un evento in una città molto importante sia per i tradimenti ecclesiastici, che per la visibilità pubblica del gay Pride, alimentato dalle diverse amministrazioni fino ad ora imperanti, in primis quella di Giuliano Pisapia: vero e proprio ostentatore dei c.d. “diritti civili”.

 

La riparazione pubblica avverrà Giovedì 29 Giugno, alle ore 19:15, partendo da Castello Sforzesco fino ad arrivare a Piazza della Scala.
Curioso come gli organizzatori abbiano scelto la solennità dei Santi Pietro e Paolo, le due colonne portanti del Cristianesimo e della Santa Chiesa di Cristo. Questi due giganti hanno fornito tutto ciò che poteva essere indispensabile per la buona condotta di vita cristiana al servizio di Dio. Non hanno mancato, nel loro instancabile apostolato, di gridare contro ciò che contrastava la Legge di Dio ( fra tutte prendiamo ad esempio la lettera di San Paolo ai Romani ), pagando la loro fedeltà al Signore con il gran prezzo della vita: “Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me“, soleva dire l’Apostolo della Genti.

 

Gli organizzatori ci hanno contattati per far giungere il loro “grazie”. Grazie per aver fatto partire qualcosa dal quale si è potuto trarre fruttuoso esempio, coraggio e speranza. A questi amici non possiamo far altro che rispondere “grazie a voi”, per esservi messi in gioco con dedizione e semplicità, rischiando ingiurie e ignobili calunnie.
Dal canto nostro si eleva tutto l’appoggio possibile, invitando fortemente tutti a recarsi al Corteo indetto a Milano, dove la lode riparatoria a Dio sarà celebrata con la recita del Santo Rosario, mezzo più potente e sicuro che la Vergine Santissima ci ha voluto donare.

 

Questi, e tanti altri fuochi, speriamo possano accendersi negli ultimi tempi delle estenuanti battaglie: quella fra Famiglia e Vita, e quella fra Vita e Morte.