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di Cristiano Lugli

 

Fare del giornalismo che potremmo definire “scandalistico”, in un momento così tragico dove la vita di un piccolo neonato sarà soppressa già domani [1], con una suprema coercizione compiuta tramite omicidio di Stato che grida vendetta al cospetto di Dio, può risultare sgradevole; e per chi ne scrive, e per chi ne legge.

Dal momento però che le voci vaticane si sono alzate, ebbene allora risulta importante stenderle sotto ad un grande velo pietoso. Non però senza riportarle.

Sono di oggi le dichiarazioni di quell’eccellenza che porta il nome di Mons. Vincenzo Paglia – sì, lo stesso che ha comandato il dipinto LGBT a Terni, e sempre lo stesso che alla GMG di Cracovia ha fatto distribuire ai giovani volantini porno-satanisti [2] -, Presidente della PAV ( Pontificia Accademia per la Vita ), rilasciando dichiarazioni prontamente riportate da Radio Vaticana in merito al caso Charlie:

Paglia fa riferimento al comunicato emesso dalla Conferenza Episcopale Cattolica di Inghilterra e Galles il quale, dice il monsignore,“anzitutto riconosce la complessità della situazione, il dolore straziante dei genitori, la ricerca del bene per Charlie messo in campo da tutti i soggetti coinvolti”.
Nel medesimo testo viene detto che “non si può mai porre in essere alcun gesto che metta fine intenzionalmente a un’esistenza umana compresa la sospensione della nutrizione e dell’idratazione”. Tuttavia Paglia, non sentendosi saziato da questa definizione, dice che vanno “riconosciuti anche i limiti di ciò che si può fare, certo dentro un servizio all’ammalato che deve continuare fino alla morte naturale”.

Su quale tema di “morte naturale” ci si ponga, non è dato saperci.
Il presule avanza riferendosi alla salute e ai limiti della medicina, evidentemente sentenziati da lui stesso:

“Dobbiamo compiere ogni gesto che concorra alla sua salute e insieme riconoscere i limiti della medicina”, va perciò “evitato ogni accanimento terapeutico sproporzionato o troppo gravoso”.
In questa sconsiderata serie di soluzioni campate in aria, non poteva mancare un toccasana di volontarismo puro, unito ad un’alta e massiccia dose di utilitarismo: i genitori e la loro volontà primeggiano, mettendo da parte il bambino ( come faceva il Corriere di ieri tagliando la foto di Charlie ) quale persona oggettiva che verrà soppressa. Conta la volontà dunque, prima del crimine in sé recato a danno di qualcun’altro, perlopiù innocente:

“Va rispettata e ascoltata anzitutto la volontà dei genitori e, al contempo, è necessario aiutare anche loro a riconoscere la peculiarità gravosa della loro condizione, tale per cui non possono essere lasciati soli nel prendere decisioni così dolorose”.

Poi, anche nel caso in cui le decisioni spettassero a loro, essi non andrebbero lasciati soli in queste decisioni. Della serie: qualche medico omicida gli spieghi bene che ammazzare il proprio figlio è opera di sano pietosismo.

Sulla scia di Paglia si è poi fatto sentire un altro insigne collaboratore della PAV, nominato nel 2013 da Bergoglio: il Professor Adriano Pessina, direttore del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Secondo l’Insigne “Charlie  non è un caso giuridico su cui sperimentare nuove interpretazioni delle carte dei diritti e la tenuta delle competenze scientifiche: è un bambino che prima di tutto deve essere custodito nella sua fragilità e in ogni caso, fosse davvero bene sospendere i trattamenti, ha diritto a un accompagnamento alla morte che coinvolga anche i suoi genitori. La foga mediatica non aiuta certo alla comprensione” [3].

Capito? Se anche sospendono le macchine – come domani per gioia di tanti avverrà – almeno che sia accompagnato bene all’omicidio. E pure con i genitori si faccia ancora una volta la stessa cosa: li si prepari a capire il perché della soppressione del proprio figlio.

Questo, del resto, è ciò che viene vomitato fuori dalle grandi Accademie Pontificie.

Come stupirsi degli abortisti del 5º mese? Qui siamo andati avanti nella meccanica diabolica: non si tratta nemmeno di eutanasia infantile giacché, nella terminologia tanto cara ai necroculturi, si potrà esaltarlo come il primo “aborto postnatale”.

E attenti bene! Non senza benedizione apostolica, espressa con il totale silenzio, scabroso, macabro e quanto mai complice.

 


[1]https://www.google.it/amp/www.repubblica.it/esteri/2017/06/29/news/gb_piccolo_charlie_domani_sara_staccata_la_spina-169507822/amp/

[2] https://www.riscossacristiana.it/sex-and-the-church-lamoris-laetitia-invade-cracovia-di-elisabetta-frezza/
https://www.riscossacristiana.it/la-neochiesa-e-leducazione-della-gioventu-non-solo-cattopornografia-anche-cattosatanismo-di-elisabetta-frezza/