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di Piergiorgio Seveso

Devo dire che mentre lo scrivere su Radio Spada mi entusiasma e mi ispira una prosa ardente e multiforme, lo scrivere di me su questo blog mi imbarazza e mi accora profondamente. Purtuttavia devo prendere la penna in mano per esprimere qualche riflessione sull’evento che mi ha colpito. Come alcuni di voi sapranno, ieri, un individuo isolato, dopo avermi richiesto un colloquio, ha insultato, tra gli altri, me e la vasta famiglia di Radio Spada, con un’aggressione fisica e verbale assai sgradevole e con sgangherate minacce. Quest’episodio trova la sua origine in un post sulla nostra pagina Facebook dove eravamo stati ingiuriati all’indomani della XII giornata di Cristo Re a Modena (peraltro da noi assai apprezzata per molti dei suoi contenuti) da uno dei partecipanti.

A questo evento increscioso, avvenuto sotto la foto di un santo, avevamo risposto esponendo l’autore del post al giudizio della pubblica opinione. Ne sono venute polemiche sgradevoli ed esorbitanti, quanto era stato sgradevole ed esorbitante il fatto da cui si era partiti. Al di là di questa descrizione, credo sia quasi inutile dirvi che non ho patito alcunché di grave e sto benissimo.  Quello che mi ha veramente stupito è stato il flusso incessante di amici e conoscenti che mi ha espresso, a vario titolo, affetto, solidarietà e stima.

Gruppi studenteschi, amici del passato e del presente, mi hanno testimoniato, senza che mi aspettassi nulla, che il coltivare e custodire idee (e verità) forti, fortissime, quasi indicibili nel contesto di oggi, senza perdere però quel gusto per l’amichevole condivisione, per l’umana e gratuita e sincera “compassione”, lascia un segno indelebile che il tempo non cancella. Ringrazio inoltre chi ha operato in modo fattivo perché quest’episodio venisse immediatamente ridimensionato, tanto  da renderne impossibile la reiterazione o l’amplificazione.

Ringrazio last but non least il mio “aggressore”, verso il quale non nutro alcun rancore, che mi ha concesso, nella festa di Santa Margherita Maria Alacoque, di offrire al Sacro Cuore una piccola sofferenza e umiliazione in più a espiazione dei miei (molti) peccati personali e di quelli del triste mondo in cui viviamo oggi (privo anche della Somma autorità ecclesiale).

So bene (e a ragion veduta) che questo incidente non sarebbe quasi certamente avvenuto se contro Radio Spada e contro le nostre persone non si fosse scatenata in questi ultimi anni, in ambienti cattolici tradizionalisti e integristi, un’indegna e inspiegabile campagna d’odio, una rancorosa e paranoica rincorsa alla delegittimazione personale, condita da false notizie, diffamazioni propalate a piene mani, pressioni su singoli e gruppi, esercitate attraverso mezzi leciti e illeciti (compresi i confessionali).

Abbiamo assistito ad un’incommensurabile gazzarra, generatasi negli acquitrini dell’integrismo italiano,  contro una giovane, coraggiosa e devota casa editrice, ad un crescendo disgustoso di polemiche e provocazioni che spesso si è ammantato di proclami teologici d’occasione (che nascondono le profonde debolezze del nostro mondo di fronte al Moloch modernista trionfante) e, in qualche caso,  di velleitarie critiche letterarie.

Di tutto questo si dovrà rendere conto a Dio e anche agli uomini, ogniqualvolta se ne presenterà l’occasione. Chi mi ingiuriava ieri diceva di noi che fossimo “la vergogna della Tradizione”. Ebbene ce ne gloriamo. La vita vera e reale, degna di essere vissuta è quella che si combatte per la più santa delle cause: quella della Verità cattolica e del cattolicesimo romano e noi la combattiamo opportune ed importune con gli strumenti che la Provvidenza ci ha dato: i nostri poveri ingegni,  un blog, una casa editrice. Ci sono altri strumenti egualmente (e anche più) degni ma noi abbiamo scelto e costruito questi e nessuno, umanamente parlando, ce li potrà togliere. Grazie ancora.