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di Attilio Sodi Russotto

E’ di questi giorni la notizia, data dal medesimo interessato, che Don Alessandro Maria Minutella, che tutti penso conoscano in questa sede, è stato (finalmente aggiungerei io) scomunicato dalla Chiesa. Come prevedibile, si è levato il coro di sdegno rabbioso degli innumerevoli seguaci “Facebookiani” del reverendo “antibergogliano”. Nulla di più prevedibile.

Approfittando della confusione che regna sovrana all’interno ed all’esterno di Santa Romana Chiesa e delle sue gerarchie, confusione scaturita dalla crisi modernista che ormai si protrae da decenni a questa parte, l’Italia, e particolarmente il Sud Italia, si trova a pullulare di una miriade di “veggenti”, di guru, di leader spirituali che utilizzano una pura facciata Cattolica per portare avanti i propri scopi. Don Minutella sembra essere solo l’ultimo arrivato in tale, variopinta ed eterogenea schiera.

Ci sono però dei punti che rendono facilmente riconoscibili questi “capipopolo”, e che, in teoria, dovrebbero aiutare a meglio rifuggirne, anche se, a quanto possiamo vedere, il loro seguito cresce di giorno in giorno. Vediamone un elenco il più possibile esaustivo, ma che sicuramente non lo sarà, vista la poliedrica e multiforme conformazione di tale fenomeno.

  • Il guru ha generalmente una storia personale di iniziale impegno ecclesiastico, in forma più o meno ufficiale, che sia come religioso/a, seminarista, diacono, parroco o addirittura semplice catechista. Ovviamente in tale ruolo il guru si sentiva, e/o riteneva di essere considerato un individuo “scomodo”, “libero”, portatore di un messaggio che “dava fastidio ai potenti”, tanto da portarsi ad una graduale presa di distanza o mutazione di tale ruolo. Il religioso esce dal suo ordine, il catechista molla il consiglio parrocchiale, il seminarista lascia il seminario (o da esso viene allontanato) ed il parroco viene rimosso dalla sua parrocchia.
  • Il guru si pone ostentatamente come il “paladino del popolo”, la voce dei “semplici contro i potenti”, parla un linguaggio volutamente banale ed infarcito di slogan precostruiti, ed ha il disprezzo per la teologia rigorosa, preferendo attingere qua e là concetti teologici esposti in modo superficiale per darsi una patina di ortodossia, rimanendo comunque in un humus di modernismo più o meno esplicito.
  • Il guru, ricollegandosi a quando detto al II) è solito lanciare infuocati sermoni e strali al vetriolo contro la “Chiesa ufficiale”, descritta in termini durissimi al limite dell’insulto, rappresentata come il coacervo di ogni menzogna e di ogni corruzione; mentre in precedenza gli strali venivano quasi sempre da “sinistra”, ossia da personaggi venati di un progressismo carismatico al sapor pentecostale, recentemente si sono affacciati anche gli esponenti di un “fronte destro”, cioè di un finto tradizionalismo becero ed apocalittico, che dipinge Bergoglio come Satana incarnato (ovviamente in opposizione a Ratzinger, affrescato come un santo vivente), come la Bestia giovannea, come Lucifero, l’Anticristo, perché “dichiara santo Lutero e da la Comunione ai divorziati”, salvo poi citare von Balthasar ed il Concilio Vaticano II come baluardi incrollabili di ortodossia Cattolica.
  • Il guru gestisce e/o possiede un sito internet/pagina Facebook/canale Youtube dal quale lancia al mondo le proprie comunicazioni. Tale canale è generalmente editato in modo semplicistico, con colori tenui, dal giallo canarino al rosa fino all’azzurro “mariano”, scritte in MAIUSCOLO1!1!1! o in corsivo stile “partecipazione di Matrimonio”, ripieno di immagini della Madonna, di Gesù, dei Santi (soprattutto di San Michele Arcangelo, di San Giuseppe o di Padre Pio); sono presenti, nei guru “tradizionalisti”, sezioni con Bergoglio, Galantino e simili rappresentati con colori accesi, occhi da rettile, lingua biforcuta o con stilemi che ricordano il Der Ewige Jude di Hippler. Notare che molto spesso, seppur in un primo tempo il guru ami apparire in prima persona, quando il suo seguito aumenta, la sua presenza social diminuisce, sostituita da collaboratori che riferiscono, spesso in forma solo scritta, i “Messaggi” dell’”unto del Signore”.
  • Il guru punta alla costruzione di un “Santuario”, che in genere è casa sua o sorge in un suo terreno, che rappresenti il culmine della sua predicazione, ed il “giardino dell’Eden” per il suo movimento. Gli avventori immancabilmente dichiareranno, quando si recano in questo luogo, di sentirsi “in Paradiso”, “vicini al Signore”, “immersi nella Grazia Divina”, “avvolti nel manto della Mammina Celeste (i vezzeggiativi che dipingono Maria Santissima sono in genere onnipresenti)”. Spesso si arriva ad identificare quel luogo con la Gerusalemme Celeste citata nell’Apocalisse. Esempi di “Santuario” sono la Piccola Nazareth di Don Alessandro Minutella, il Calvario di Gesù Crocifisso di Tony Laggetta, ecc…
  • Nel “Santuario” di cui al punto V) è certa la presenza di una “fonte miracolosa” da cui tutti si abbeverano e si bagnano (incuranti di possibili infezioni intestinali), di un albero dalla “resina santa”, di una “Porta Sacra”, o di un qualsiasi oggetto, spesso insignificante, a cui viene dato un significato divinizzato ed intorno al quale sono imperniati riti ed “eventi di preghiera. E’ frequente vedere persone che bevono/si bagnano/asportano l’acqua “benedetta” in cisterne, taniche o bottiglie, scimmiottando quanto avviene a Lourdes, intingono il fazzoletto nella “resina santa” e via di seguito.
  • Le riunioni di preghiera sono in genere condotte in date prestabilite (ad esempio il compleanno del guru, o altre date, generalmente legate a Maria Santissima) in modo simil carismatico, dal tono vagamente isterico. Rosari e litanie vengono recitati in modo più simile a mantra che a reali preghiere, in attesa del clou dell’evento, la comparsa del guru (vedi punto successivo). Spesso si organizzano processioni improvvisate, e sul sottofondo, canti ebraici, canzoni Novus Ordo e musiche struggenti per fare atmosfera.
  • Il guru si presenta generalmente dinanzi alla folla come messaggero della Madonna, dei Santi e via narrando, ammantato di una finta umiltà stucchevole, ma che appare sincera solo agli ingenui occhi dei seguaci (“Io sono solo un umile strumento nelle mani della Mammina Celeste…””Io sono pronto a diventare un martire, un perseguitato, magari pure ad essere ucciso…”). L’uso della prima persona singolare è costante. Chi non crede alla sua parola è un “rinnegato” (e termini similari), perché si mette “contro la Madonna”, “contro Dio”, “contro i Santi”, ponendo una identità tra la sua persona e la Madonna/Dio/i Santi, dal tono spesso autogiustificatorio (“Io faccio questo perché è la Madonna che me lo dice, come si permette il Vescovo ad andare contro a quanto comanda la Madonna?”); non a caso il riferimento ad apparizioni di ogni tipo, da quelle ufficiali, quali Fatima e La Salette, a quelle “discusse e discutibili”, da Medjugorje a Garabandal, da Anguera fino a mille altre sconosciute ai più è continuo e martellante, ponendosi il guru in precisa continuità con essa (“La Madonna ha detto questo a Bernadetta, quello a Vicka e quest’altro a me.”). Ovviamente gran parte di queste conversazioni con la Madonna ed i Santi avranno come oggetto la conferma pubblica dell’opera del guru, visto come il vero depositario del Messaggio Evangelico, in opposizione ontologica alla Chiesa corrotta.
  • Una volta apparso il guru, inizia lo show: stimmate sanguinose, locuzioni pubbliche in mezzo ad anziani, invalidi e persone fragili che piangono dall’emozione e stringono il Rosario, fenomeni medianici (Don Minutella, che afferma che Padre Pio e la Madonna parlano attraverso la sua bocca), imposizioni delle mani su persone che svengono perché “ripiene di Spirito Santo”, esorcismi fai da te con ossessi (generalmente poveretti affetti da turbe psichiche, dato che un vero Demonio non si lascia certo comandare da un guru senza alcuna autorità) che urlano, sbavano, si contorcono, dicono parolacce e miracolosamente vengono “liberati” in quattro e quattro otto nel giubilo generale, botti, frizzi e lazzi, il tutto all’insegna di un esasperato esperienzialismo sensazionalistico (“Non puoi giudicare se non hai provato di persona!!!!!!!”) che tacitamente mira a staccare la pratica religiosa dalla dottrina e dalla liturgia, in modo pentecostale e protestante.
  • Il guru tende a circondarsi di una ristretta cerchia di collaboratori, che dipendono interamente da lui, invitati a rompere ogni contatto con la famiglia, gli amici ed il mondo esterno, spesso appuntati della qualifica di “vice-veggenti”, “collaboratori”, “ancelle”, oppure spacciati come membri di “ordini religiosi” clandestini e fatti in casa, aspetto questo che ha portato svariati guru a finire nel mirino di inquirenti (ovviamente tacciati di essere strumenti di Belzebù) per il sospetto di circonvenzioni di incapaci.