La Regione Puglia ha pensato di realizzare un video “pubblicità progresso” per contrastare la piaga dei maltrattamenti su donne, che sicuramente caleranno in maniera drastica dopo questo spot patinato. Peccato che, al netto della dubbia utilità di simili exploit moralizzatori privi di base e di orizzonte, la realizzazione, pomposa e con evidenti velleità “artistiche”, si componga di scene in cui la donna picchiata è accompagnata da titoli tipo “La trasfigurazione di Benedetta”, “Martirio di una vergine” (ritratta in un letto matrimoniale e dunque si presume non più tale), etc.
Insomma, uno spot a nostro parere blasfemo che accosta al martirio, alla purezza angelica, alla Beata Vergine e in generale a terminologie sacre contesti sicuramente di sofferenza, la cui santità però è tutta da dimostrare.
Ciliegina sulla torta lo slogan finale: “Mai più sante, solo donne”. Giusto per spazzare via ogni equivoco nello spettatore: quand’anche la sofferenza patita, in ipotesi specifiche, potesse essere “positiva” in quanto strumento pur doloroso di santificazione, bene, non interessa! Posto che (è bene precisarlo) rifuggire una relazione tossica è talvolta uno stringente dovere morale, l’orizzonte ateo conferma di non dare senso alcuno al dolore. Insomma, non solo blasfemia, ma anche disperazione e orizzontalità mascherati da filantropia e “progresso”. Quando proprio il “progresso” malato della società liquida ha partorito i mostri i cui danni, ipocritamente, piangiamo. [RS]