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Nota: Radio Spada da sempre interessata alla riscoperta dell’inesauribile giacimento di tesori politico-culturali dell’intransigentismo, dell’integrismo e del clericalismo di lingua italiana per creare un anti-canone della letteratura italiana, vi ripropone oggi questo componimento pubblicato sul giornale cattolico “Il Martello” di Verona, il 30 marzo 1897 a firma di un anonimo “Ferruccio”  Il componimento, brioso e frizzante, non ha perso il suo fascino, che in tempi meno iniqui gli meriterebbe un posto nelle antologie scolastiche. (Piergiorgio Seveso)   

Un negro scarafaggio,

Annoiato di stare nel villaggio,

Se ne venne in città,

E facendo il suo solito mestiere,

Con le … palline nere

Andava quà e là.

Trovando buoni affari

Diceva: ah! che cuccagna!

La città val più che la campagna.

Quei contadini son tutti avari,

Invece i cittadini buttan via

La miglior mercanzia

Che il vivere mi dà.

Viva la civiltà!

Ma il progresso moderno,

Che vuol tutto pulito nell’esterno,

Venne con un’armata di spazzini,

Di scope, scopette e spazzolini,

Che spazzarono tutto

Quanto c’era di brutto

Spargendo in tutti i canti

Mille disinfettanti.

Lo scarafaggio allora

Sospirando esclamò: Sono spedito!

Vadano alla malora

Gli spazzini, le scope e il partito!

Udendo quei lamenti

Un topolino quivi di passaggio

Disse allo scarafaggio:

“Non piangere, compagno;

Io ti mostro un guadagno

Maggiore del perduto

Se al mio partito vorrai dare aiuto.

Tu puoi essere un bravo giornalista:

Vieni dunque al giornale socialista”.

Risponde il negro: “Volentieri accetto”.

Si pigliano a braccetto

E continuando la conversazione

Entrano in redazione.

Lo scarafaggio appena ebbe sentito

L’odore di là dentro,

Esclama: “Mi ritorna l’appetito!

Qui sono nel mio centro!”

Il topo gli presenta i redattori:

L’asino fa gli articoli di fondo,

La talpa scrive per gli agricoltori,

Il porco fa la cronaca del mondo,

E come competenza speciale

Scrive d’arte, d’igiene e di morale.

Io poi, come più pratico d’affari,

Custodisco la cassa dei denari.

Or, compagno, se vuoi

Lavorare con noi,

sarai nostro reporter;

A raccogliere notizie te ne andrai,

evitando ogni luogo dove è netto,

E quanto trovi ci riporterai.

Accetti? – E quel dalle palline nere:

“Caspitina! Se accetto! E’ il mio mestiere!”