Nota: Radio Spada, da sempre interessata alla riscoperta dell’inesauribile giacimento di tesori politico-culturali dell’intransigentismo, dell’integrismo e del clericalismo di lingua italiana per creare un anti-canone della letteratura italiana, vi ripropone questa sera un componimento pubblicato il 24 dicembre 1914 sulla “Voce del popolo” di Brescia. Ben lungi dall’accendersi in posizioni interventiste o belliciste (poi purtroppo dilagate nel mondo cattolico di lingua italiana), lo scrittore depreca la belluina e mortifera follia dell’allora prossima guerra mondiale. Se allora si assisteva ad uno scontro di stati e imperi che faceva strage di uomini, oggi dobbiamo assistere alla ben più terribile guerra che il neomodernismo muove a ciò che resta della Chiesa cattolica ed, in ultima analisi alle anime. E assai remota ci sembra l’alba della pace in questa immensa guerra. (a cura di Piergiorgio Seveso)
O Cristo, ne la truce alba di sangue
Di questo tuo Natale,
non scende ai cor la bianca
gioia del bel dì festivo;
ma il suon delle campane
osannanti pel ciel pare una stanca
nenia di funerale.
Sia gloria, o Cristo, a Te negli alti cieli;
ma tra gli uomini in terra
perché l’incendio di sì vasta guerra?
Pel misero furor dei combattenti,
pel languido sospiro dei morenti,
per la prece dei parvoli leggiadri,
per l’infinita angoscia delle madri,
pei morti abbandonati,
per la pietà dei vivi,
o Cristo, ne la truce alba di sangue
di questo tuo Natale,
gli uomini infuriati
volgi a una buona volontà di Pace.
Già il vecchio mondo è tutto
Un fresco camposanto!
Misericordia, o Dio, per tanto lutto!
Misericordia, o Dio, per tanto pianto!
Da La Voce del Popolo, Brescia, 24 Dicembre 1914.