di Luca Fumagalli

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Ondine – Il segreto del mare, film del 2009 firmato dal rinomato cineasta irlandese Neil Jordan, è uno di quei casi – in verità piuttosto frequenti – in cui una pellicola intelligente, raffinata e commovente passa quasi inosservata, stritolata dai kolossal ad altro budget che infestano le sale cinematografiche. Tutto questo nonostante il cast annoveri attori noti quali Colin Farrell e Alicja Bachleda, e il film possa vantare una colonna sonora sublime, capace di catturare la fantasia dello spettatore e di condurlo per mano in una realtà magica, a metà strada tra le monotone giornate dei pescatori irlandesi e la meravigliosa leggerezza del mito.

Syracuse è un pescatore che vive da solo a Cork dopo che la moglie lo ha lasciato. La loro figlia, Annie, ha dieci anni ed è gravemente ammalata ai reni. Una mattina, durante una battuta di pesca, Syracuse trova impigliata nelle sue reti una giovane donna che dice di chiamarsi Ondine: è spaventata e non vuole essere vista da nessuno. Annie è convinta che si tratti di una “selkie”, un personaggio leggendario che vive nel mare e che diventa umano ogni volta che esce dall’acqua. Indipendentemente da come stanno le cose, da quando è arrivata Ondine la vita di Syracuse inizia a girare per il verso giusto, a partire dalla pesca, che diviene molto più consistente. Purtroppo, però, qualcuno in paese nota la presenza della donna e le conseguenze – anche gravi – non si faranno attendere.

Neil Jordan, regista par excellence dell’ambiguità, avvolge la fiaba in una dimensione visiva verde-bluastra che riconduce ogni volta gli intermezzi fantastici alla crudezza del mondo. Ma per fortuna non viene mai meno quell’alone di segreto che fa sì che tutte le ipotesi su Ondine restino valide (almeno fino a quando emergerà l’imprevedibile verità).

Ondine, in sintesi, è uno struggente ritratto della gioia di vivere, del valore dell’imprevisto come possibilità per sé e per gli altri e, soprattutto, della dimensione spirituale della vita, fatta di quel senso di mistero che si cela nel cuore dell’uomo, nelle rocce della spiaggia e perfino nel buio più profondo del mare.