di Piergiorgio Seveso
Mi permetterete in questa fresca serata decembrina di compiere una lieve divagazione storica. Segnalo alla vostra lettura questo volume apologetico antiprotestante , uscito nel 1949 con la prefazione di Monsignor Ronca, Arcivescovo titolare di Lepanto. Si tratta di un’opera veementemente contro i “riformati”, scritta in un italiano gradevole e forbito, composta in versi quinari accoppiati a rime baciate. Tutti i versi hanno rimando scritturale e magisteriale: i vari componimenti riguardano unità, santità, cattolicità, apostolicità della chiesa, promessa, conferimento e perpetuità del primato petrino. Altri componimenti riguardano la verginità “ante partum, in partu, post partum” della Beata Vergine Maria, la Mediazione universale di Maria Santissima, l’importanza del culto degli angeli e dei santi, del culto delle immagini, delle reliquie, i sette sacramenti, istituiti direttamente da Gesù Cristo, la realtà del purgatorio, l’importanza e la centralità delle indulgenze nella chiesa.
Contro il tanto blaterare che fanno i protestanti della Bibbia, il padre Genovesi scrive:
Non è la Bibbia l’unica norma
per il cristiano che al ver l’informa
neppur la prima, chè l’uomo non crede
punto alla bibbia, se pria non vede
di quali il libro parti è composto
e che dal cielo gli venga imposto.
sol della chiesa l’autorità
può dar di questo la sicurtà
perchè l’interno vostro criterio
è per gli sciocchi ma non è serio.
insieme col codice, c’è il magistrato,
perchè a dovere venga applicato;
e con la bibbia c’è il magistero
di santa chiesa che n’apre il vero
e a pagina 159, invitando i cattolici a scacciare i protestanti:
Gridiamo loro con fiero sdegno:
la vostra audacia già passa il segno!
ci predicate solo menzogne,
non tolleriamo tante vergogne!
voi siete apostoli senza missione,
profeti siete senza visione,
siete di scandali suscitatori,
siete di scandali voi sfruttatori.
noi non saremo così vigliacchi
da tollerare più i vostri attacchi.
[…]
Se d’aggiogarci hanno intenzioni
sbagliano grosso! con pier capponi
sdegnosi loro ripeteremo:
le nostre squille noi soneremo!
ben si ricordino d’un vespro antico…
sono avvisati… io più non dico.
A conclusione riporto lo splendido sonetto finale, dedicato
ad uno spretato passato ai protestanti.
il significativo titolo è “La cravatta”:
Gittò a le ortiche il proprio collarino,
de la santa milizia inclito segno;
la castità dei forti ebbe a disdegno,
coi ciacchi si attruppò del reo calvino.
tradì la chiesa che il nutrì bambino
e al nemico passò, trasfuga indegno,
da straniero denaro ebbe sostegno,
de la patria e de le anime assassino.
or va impettito con la druda,
e sollecito d’anime s’infinge,
quasi a sottrarle ad infernale muda.
ma la cravatta, che la gola nuda
con un nodo scorsoio gli ricinge
ti dice che il capestro ha già di Giuda
Così scrivevano gli ultimi gesuiti intransigenti : erano anni di entusiasmi e di illusioni. (1949)
In molti ambienti cattolici si credeva che la vittoria della Democrazia Cristiana e la scomunica dei comunisti avrebbero portato alla naturale creazione di un stato cattolico che avrebbe progressivamente isolato e bloccato la crescita della propaganda protestante, arrivata nelle stive delle navi americane ed inglesi. Sii sperava che si sarebbero potuti isolareo tacitare i tristi valdesi, gli odiosi avventisti e gli arrembranti “testimoni di geova”. Sogni che si infransero sul laicismo degenerato della dc: Gedda fu isolato, Monsignor Ronca non potè lavorare per creare un’alleanza stabile tra dc e la destra.
Pio xii, ferocemente disilluso dal tradimento del pessimo cattoliberale de gasperi e dalla cricca dei professori cristianosociali (Fanfani, La Pira, Dossetti), visse gli ultimi anni della sua luminosa vita nella costernazione di fronte all’imbarbarimento e alla secolarizzazione dell’ “italia democratica”.
Anche i santi possono andare incontro a desolanti rovesci: Pio xii si accorse che la democrazia parlamentare, da lui non osteggiata, avrebbe portato l’italia al perdita dei valori cristiani oppure ad un cattolicesimo sociale meramente orizzontale ed aperto alla collaborazione con i social-comunisti ma ormai era tardi… riverito in una gabbia d’oro, con un concordato che veniva inesorabilmente eroso in ogni istante che passava, ossequiato ma spesso non obbedito dal suo stesso “entourage”, il Pastor Angelicus condannò, protestò, pregò, pianse, morì. Ora le nostre città pullulano delle più astruse “chiese” orientali, di mille ridicole “chiesuole” di cristo, d’assemblee di dio” dove Dio non dimora nemmeno per sbaglio, di ragazzotti in camicia bianca che ci vogliono “mormonizzare”, di “convention” con battesimi collettivi, di pupazzi vestiti in arancione che ci vogliono insegnare il “ben vivere”, di librerie protestantiche, esoteristiche e/o occultiste. Povere le nostre terre, condannate a vedere religioni e dottrine assai peggiori dell’ateismo ! Ecco i frutti di una “tolleranza religiosa” che doveva essere minimale e che è invece diventata una indiscriminata e delirante (come già diceva Gregorio XVI) “libertà di culto”. Concludo con l’ultima quartina, dedicata a Maria Santissima, di Padre Vittorio Genovesi:
La storia Te dice
sovrana dei cuori,
Te sola vittrice di tutti gli errori:
disperdi, o Maria
la turpe eresia.
Padre Vittorio Genovesi SJ, Alla Chiesa credo ai protestanti no!: catechismo cattolico antiprotestantico : risposte per le rime ai sedicenti evangelici, Editore Scuola tipografica per i figli dei carcerati, 1949