Il nuovo saggio del milanese Marco Sambruna (Il declino del sacro. Rumore sociale, mass media e nichilismo, ERS 2017) riguarda il pensiero laicista contemporaneo e il modo in cui il fenomeno religioso, segnatamente il cattolicesimo, è tradotto e trasmesso al grande pubblico dai mass media e dalle correnti della filosofia contemporanea.
- La prima parte è intitolata “Rumore sociale e mass media”: indaga sulle cause e gli effetti provocati dall’oscuramento del sacro e della suo progressivo ridimensionamento a mero fenomeno sociale o emotivo.
- La seconda parte è intitolata “Il nichilismo”: riguarda l’atteggiamento che la cultura filosofica contemporanea ha nei confronti della religione, indagando particolarmente il “pensiero debole” di Gianni Vattimo, lo gnosticismo di Sergio Quinzio e il neopaganesimo di Salvatore Natoli.
- La terza e ultima parte è una breve analisi sul collasso del cattolicesimo in America Latina e specialmente in Brasile, provocato dall’abbandono dei temi escatologici da parte cattolica, invece proposti dal protestantesimo pentecostale il quale sembra così soddisfare meglio l’esigenza di trascendenza e spiritualità avvertita dai credenti. Un “caso di scuola” da tenere presente.
>>> link per l’acquisto <<<
Nell’indagine dell’Autore, filosofia, sociologia, marketing e comunicazione sono elementi sinergici per evidenziare di volta in volta aspetti diversi, ma complementari, di ciò che accade sotto i nostri occhi da almeno sessant’anni. Ed è impossibile non ricollegare lo “sfascio” laico alla “rivoluzione” conciliare (e neomodernista, che precede). Il mondo diventa liquido e punta alla fruibilità immediata, e gli uomini di Chiesa corrono dietro a queste sirene, cercando di rendere “liquido” e “take-away” anche il depositum fidei. Con i risultati che conosciamo.
La formazione dell’Autore in campo filosofico e psicologico è infatti la base per un percorso concettuale e geografico affascinante e terribile, in cui il fenomeno del modernismo ecclesiale e sociale viene impietosamente sezionato alla luce delle categorie della filosofia contemporanea nichilista e della comunicazione pubblicitaria propria della società dei consumi. Uno strumento fondamentale per capire la crisi odierna e gli stilemi della “chiesa 2.0”.
Esprime icasticamente l’Autore in uno dei passi più belli del libro:
Mentre nella religione tradizionale l’ethos svolgeva un ruolo di primaria importanza, il principio di autorità nella nuova religione è stato totalmente abolito. Si interrompe la catena verticale della trasmissione del sapere, sostituita da una configurazione frattale in cui ogni informazione si duplica orizzontalmente quasi infinitamente per germinazione automatica. La migrazione dall’ethos religioso a quello consumistico e a quello laicista ha il suo momento di maggior evidenza proprio nello sbiadire della figura che incarna l’autorità nella trasmissione del sapere.
Si transita così dai fondatori delle grandi religioni monoteiste e dai soloni della storia della filosofia, agli opinion maker e influencer santificati dai mass media, ai cosiddetti guru che ideano un segmento del prodotto e lo pongono a disposizione del pubblico perché un altro innovatore idei il segmento successivo. È un processo di parcellizzazione del sapere che risponde al criterio della co–costruzione, ma se all’inizio del processo di democratizzazione e laicizzazione del sapere fondatori e opinion maker godevano ancora di un’aura che li rivestiva di autorevolezza riverenziale, oggi i guru suscitano l’entusiasmo della comunità che li considera “uno di loro”. […]
Sulla scorta dei successi e della diffusione a espansione geometrica del nuovo credo laicista, anche la religione tradizionale, rappresentata in occidente dalla Chiesa cattolica, ha pensato bene di rinnovarsi ricorrendo allo stesso paradigma. Significativo in questo senso il modo in cui è stato gestito il sinodo sulla famiglia straordinario svoltosi nell’ottobre 2014. […] risulta quindi chiaro che in materia di morale sessuale la chiesa desidera ricorrere al modello partecipativo, o meglio social, del web 2.0 in cui sono i fedeli stessi a concorrere alla formulazione del dogma rinunciando al tradizionale – e bimillenario – principio di autorità in materia di dottrina.
[…] Quanto al “credere” con tutta probabilità pochi sono persuasi, ad esempio, della divinità di Cristo o della Sua Resurrezione; quanto al praticare ancora meno sono quelli che frequentano la messa e quindi accedono ai sacramenti e, infine, è molto facile che siano una sparuta minoranza quelli che vivono la dottrina morale della Chiesa sulla sessualità. In pratica il Sinodo ha deciso di far dipendere la morale sessuale della Chiesa e il destino della famiglia tradizionale dal parere di persone che per la maggior parte sono cattolici solo nominalmente e di fatto ampiamente secolarizzati quanto al pensiero e allo stile di vita.
Questo esempio di democratizzazione all’interno della Chiesa cattolica nella formulazione di dogmi la cui dottrina per secoli è stata pertinenza esclusiva di teologi assolutamente ortodossi, dimostra come ormai alcune dinamiche della nuova religione laicista abbiano fatto breccia nella religione tradizionale. D’altra parte non poteva che essere così: la diffusione fondamentalista, integralista, anti pluralista e totalitaria della nuova religione perché potesse avere successo esigeva l’eliminazione dei residui della vecchia religione al tramonto e la “conversione” dei suoi, sempre più sparuti, seguaci.
Un saggio ricchissimo di spunti e suggestioni eppure di SEMPLICE lettura per chiunque, grazie alla bravura divulgativa dell’Autore. Uno strumento di formazione permanente (e non solo, perché la bibliografia e le citazioni sono a livello di approfondimento accademico) da leggere e da far leggere. E un’ottima strenna per il periodo natalizio!
>>> link per l’acquisto <<<
— qui la scheda biografica dell’Autore —
certo, ha tolto il fastidio della Croce… Che genio!