di Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso
Nella festa della Cattedra di San Pietro in Antiochia, il 22 febbraio 2018, in Florida a Brooksville (Seminario della SS. Trinità) Don Joseph Selway (classe 1978) ha raggiunto la pienezza del sacerdozio cattolico, ricevendo la consacrazione episcopale dalle mani di S.E.R. Monsignor Donald Sanborn. Fungevano da co-consacratori le LL.EE.RR. Daniel Dolan e Geert Stuyver. Don Selway aveva compiuto i suoi studi seminariali prima a Verrua Savoia presso l’Istituto Mater Boni Consilii e poi al Seminario della Ss. Trinità quando ancora aveva sede in Michigan. ricevendo l’ordinazione sacerdotale dal venerato e compianto Monsignor Robert Mc Kenna O.P. l’8 dicembre del 2001. Figura di rilievo del sedevacantismo americano, predicatore, insegnante e formatore del futuro clero non una cum, Don Selway farà certamente onore alla Mitra. Le due grandi linee episcopali sedevacantiste, la Thuc-Guerard e la Thuc-Carmona, si avvicinano ormai a grandi passi al quarantennale della propria operatività per garantire alla Chiesa cattolica, priva di legittimi pastori, non solo secondo la giuridiszione ma anche secondo l’ordine, secondo l’unanimis opinio del mondo sedevacantista, (si vedano gli studi di don Anthony Cekada che, si auspica, vengano presti tradotti e pubblicati in italiano), la continuazione della Missio apostolica e anche (insieme a pochi altri) dell’Ordine sacro. E’ sommessa opinione degli scriventi che qualunque obiezione legalistica o di opportunità che viene sollevata contro queste consacrazioni senza mandato romano (si veda ad esempio la caparbia battaglia dell’Abbè Belmont), si infranga di fronte alla cruda e inesorabile realtà che stiamo vivendo. Certamente la sostanziale anarchia che specie in passato queste consacrazioni episcopali hanno generato, ha prodotto alcune “contaminazioni” con mondi eterodossi, settari, acattolici e predoneschi che solo l’Autorità romana (pienamente restituita) potrà contribuire a sanare. Intanto la parte più consapevole e più nobile di questo episcopato che non definiremmo vagante ma perlomeno itinerante, deve rappresentare una riserva e un risorsa anche (e sopratutto) per la restaurazione della pienezza della Sede romana, quando questa desiderata evenienza si presentasse. Sappiamo già che quel giorno troverà Sua Eccellenza Selway al suo posto di combattimento .
anche sotto le acque immonde del fiume Po dicono che scorra una corrente intatta di acque pure….
Dio non ci abbandona!
Bellissima allegoria, bbruno.
bbruno: “Dio non ci abbandona!”.
Dio non ci abbandona, signor bbruno, SE siamo alberi capaci di produrre buoni frutti. La Sede di Pietro è stata, di fatto, vacante sin dal 1958, anno di elezione ‘a doppia fumata bianca’ di Roncalli, e da allora – eccezion fatta per l’albero Lefebvre che produsse, comunque, il frutto sbagliato – nessun altro albero ha prodotto alcunché.
Stando così le cose, è Lei proprio certo che Dio non ci abbia di già abbandonati al nostro destino di alberi assolutamente inutili?!
Ce lo ha detto attraverso la Madonna Santissima: “Ma alla fine il mio Cuore trionferà….” E se è il Cuore di Maria , è il Cuore di Dio a trionfare, e trionferà ravvivando i tizzoni fumiganti …
Al sig. jb Mirabile-caruso rispondo che la certezza c’è eccome, grazie al non praevalebunt. Non possiamo accusare di menzogna Iddio!! Poi se ne facciamo una questione di numeri abbiamo sbagliato tutto, la Chiesa un quanto Corpo Mistico non si cura del numero, anche se ovviamente apre a tutti e opera affinché il maggior numero possibile di battezzati si salvino. Pensiamo piuttosto a far parte del piccolo gregge degli eletti, la cui “quantità” deciderà soltanto Iddio. Il non praevalebuint agisce, per così dire, sub specie qualitatis, non sub specie quantitatis (con l’avvertenza testé indicata). Se un uomo si perde è solo per sua colpa. La disperazione è il peccato più grave.
Poi, umanamente parlando, il disastro è pressoché irresolubile.