di 𝖆 𝖕𝖝 𝖓
“La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle.È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.”
Curioso come già nel 1905, mosso dal pungente sarcasmo tragicomico di sempre, Chesterton sia riuscito a descrivere il tempo di allora e sfortunatamente anche i giorni d’oggi. Il dono che hanno ricevuto personalità monolitiche della nostra storia moderna di tracciare il percorso dell’umanità è incredibile e prezioso. Anche se in realtà basterebbe molto meno per accorgersene e di conseguenza, nei limiti della Provvidenza, agire. Basterebbe semplicemente essere vigiles ed essere nel mondo, ma non del mondo, osservando e analizzando la società. Non occorre mica essere degli studiosi sociologi per capire che anche le anomalie sociali, sono un prodotto della grande distruzione intellettuale liberale, che insinuandosi sempre di più in tutti gli aspetti della nostra vita, è arrivata ad intaccare anche la più grande istituzione e roccaforte della società cristiana laica ovvero la famiglia. Ma non solo, la grande distruzione intellettuale ha intaccato i sentimenti e soprattutto la ragione.
Del grande inganno della Libertà.
Gli italiani non fanno più figli, è un dato di fatto! Gli italiani, i giovani italiani non fanno più anche tante altre cose, ma ci soffermeremo esclusivamente sull’aspetto “procreazione”. Le motivazioni sono tantissime e solitamente si concentrano sulle difficoltà del nostro tempo, sull’instabilità economica, sull’instabilità emozionale e infine sull’inutilità dell’istituzione della famiglia.
Ma forse la motivazione più importante è che le nuove generazioni hanno la Libertà! La libertà di poter scegliere, la libertà di poter decidere, la libertà di poter cambiare, la libertà di poter decidere sulla propria o altrui vita, cambiare sesso, andare contro i canoni naturali di sempre, perché… Perché sì. Che domande. Il nostro splendente mondo moderno si basa tutto sulla libertà e sulla scelta.
Di conseguenza, qualsiasi istituzione o stile di vita che va “contro” la libertà, che impone delle regole, che richiede disciplina e soprattutto rispetto per le autorità, deve essere abbattuta. Tipo la Chiesa. La Chiesa Romana, Una, Santa, Cattolica e Apostolica, l’unica istituzione fondata da Cristo stesso è di grande intralcio. È un ostacolo in TUTTI gli aspetti della vita ed è per questo che è, o meglio ERA, un grande muro insormontabile di regole, leggi e dogmi, da osservare e rispettare, pena, la condanna eterna. Un’istituzione così severa, una monarchia con un Re Celeste, con il Dio degli Eserciti a capo, trova sfortunatamente poco posto in una società libera e perversa. Ragione per la quale a partire dalla famigerata Rivoluzione francese (ma in realtà da dopo la venuta del Cristo), vediamo il nascere di nuove e “simpatiche” teorie filosofiche come il liberalismo, l’uguaglianza, la fratellanza (indotta), l’umanesimo, il positivismo e chi più ne ha più ne metta. Tutte, teorie filosofiche inventate per scimmiottare e non affrontare l’unica Verità.
Alla lenta e inesorabile “distruzione” della Chiesa, ci sta pensando anche l’attuale gerarchia ecclesiastica, che seguendo le orme del CVII sta facendo di tutto, pur di non tornare da dove è uscita. Pur di non tornare ad adorare gli altari centrali e la bellezza terribile delle chiese costruite con amore e sacrificio. Pur di non tornare a rimettere le cose al proprio posto (altari compresi). Qualsiasi cosa, pur di non tornare a parlare, come Cristo stesso ci ha insegnato: “Si, Si; No, No!” Perché il di più viene dal Maligno… Ed è proprio quel di più che è ciò che ha deformato la delicata e semplice psiche dell’essere umano. Attraverso l’inganno e la menzogna e le false promesse.
Negli anni Sessanta, o meglio, dagli anni Sessanta in poi, si è diffusa l’idea per esempio che la donna doveva avere più libertà di scelta, soprattutto su alcuni temi importanti che la riguardavano, come l’aborto o il divorzio. Tralasciando la tragicità di questi ormai (purtroppo) eventi comuni, possiamo dire che la diffusione di quest’idea di Libertà ha creato ancor più danni di quello che si pensa. La libertà in/di una donna non fa altro che distruggere completamente la maestosa e divina funzione di essa, ovvero, accogliere la vita e generarla. La donna, creata così com’è è la più meravigliosa delle creature. Colei che rappresenta la bellezza e la delicatezza del mondo. Grazie ad una donna siamo stati cacciati dall’Eden (beh, di questo non ci si vanta però) e una donna, la Santissima Vergine, intercederà per noi alla corte del Re Celeste. Assegnare libertà incondizionate alla donna è andare contro la creazione di Dio, è abolire totalmente la maestosità e la pregevole qualità delle donne, voluta da Dio, ovvero quella di accogliere la vita e darle una forma. Ciò che la donna fa, non è equiparabile a nessuna delle fatiche che l’uomo fa durante la sua vita. Distruggere la donna è anche distruggere l’uomo. Distruggere l’uomo e la donna è distruggere la creazione di Dio. Così perfetta. E Iddio ci ha dato anche la scelta, la possibilità di scelta. Ma noi ne abbiamo abusato. Creando sempre più scelte diverse. Sempre di più.
Una creatura che può scegliere tutto, per assurdo si ritrova in una grande confusione. La possibilità di scegliere qualsiasi cosa invece che generare felicità (come ci hanno fatto credere) produce generazioni di indecisi, scettici, deboli e sfuggevoli codardi. Perché l’uomo può tutto, l’uomo deve poter fare tutto, l’uomo deve poter inventare nuove religioni con lo scolapasta in testa, l’uomo deve poter far l’amore con gli alberi, l’uomo deve potersi sposare con se stesso. Certo, queste sono solo esagerazioni, sono la minoranza. Il problema però rimane nella scelta. Nell’eterna indecisione che essa lascia alle spalle. Tutto è soggetto a scelta. Tutto è temporaneo, nulla è per sempre. TRANNE LA SCELTA. La scelta deve esserci sempre, anche quando non serve. Ma la scelta genera dubbio, eterna indecisione. La scelta, essendo vasta non lascia spazio ad analisi approfondite, bensì stimola la ragione a scegliere la via più semplice e meno ragionata. Perché le variabili sono tantissime e alcune anche molto difficili. Allora la nostra mente ci spinge a scegliere o peggio a NON SCEGLIERE. Non scegliendo, abbiamo fatto la scelta più facile. Quella che richiede meno fatica, meno sacrificio. Quella che “attacca” meno, la nostra persona, le nostre voglie, i nostri desideri e soprattutto il nostro stile di vita.
Un tempo, quando c’era meno scelta, la società andava avanti lo stesso. La prospettiva per un giovane era quella di sposarsi e mettere su famiglia, meno potevano scegliere e più le famiglie erano numerose. E incredibilmente venivano meno i dubbi che così tanto affliggono la gioventù d’oggi. Un tempo, la frequentazione tra due giovani era più rara, ci si fidanzava, ci si sposava e si facevano tanti figli. Niente inutili distrazioni sociali. Spesso non si conoscevano affatto o si conoscevano poco e l’inizio della conoscenza dei due partner era proprio il matrimonio. Sembra fantascienza, eppure è la realtà della generazione dei nostri nonni, non tanto tempo fa. Del perché questa società funzionava, secondo il nostro parere, lo leggerete più giù. Spoiler Alert: Ha a che fare con il coraggio e la forza nell’Amore.
Della grande distruzione intellettuale dei sentimenti e della ragione.
Bisogna farsene una ragione purtroppo. Oggidì la famiglia di un tempo esiste solo negli esempi dei nostri nonni (se ancora in vita) o negli esempi dei nostri genitori (se non si sono separati). Oggidì, la famiglia è una chimera, una pietra (non più) preziosa, che non interessa più a nessuno. Non interessa ai giovani, non interessa ai genitori, ai parenti, ai politici. La famiglia non porta voti o consensi popolari. ANZI, oggidì insistere o affermare che la famiglia è tra un uomo e una donna è un’affermazione che porta automaticamente alla gogna. Alla crocifissione pubblica, in piazza. Alla ghigliottina artistica o carrieristica. Ricordiamoci per esempio del caso Barilla o addirittura del caso D&G…
Oggi la società è diversa. La società eterosessuale (di quella omosessuale eviteremo volutamente di parlare) è fatta di uomini e donne che si frequentano o convivono, uomini e donne che non si preoccupano di sigillare il loro matrimonio dinanzi al Creatore, bensì scelgono un impiegato comunale qualsiasi nel caso decidessero di sposarsi (se va bene è il sindaco, altrimenti è un assessore…). Uomini e donne che fanno figli fuori dal matrimonio (se non sono stati eliminati prima) (i figli dico) e finiscono dopo qualche tempo a separarsi generando così ulteriori traumi alle eventuali nuove generazioni e anche a loro stessi.
La maggioranza è composta da coppie che magari si amano, ma essendo anche loro un prodotto della Libertà, si ritrovano a non avere il coraggio di fare il più grande passo. Perché in fondo in fondo, forse non si fidano l’uno dell’altro. Perché in fondo in fondo, non vogliono assumersi delle responsabilità. Perché, “il matrimonio può aspettare, è meglio conoscersi prima”… O perché magari pensano che viviamo in tempi difficili e i figli costano, dimenticando che i nostri nonni facevano i figli anche durante le guerre, le carestie, la povertà. Dimenticando che se loro non avessero osato (i nostri nonni), noi non saremmo qui ora a parlare di scelta.
Se noi siamo qui ora, forse è anche per colpa della possibilità di NON SCEGLIERE che (non) hanno avuto i nostri predecessori. Oggi noi possiamo scegliere qualsiasi cosa e questa possibilità che ci è stata data ci rende apparentemente liberi. Perché di fatto non lo siamo. Siamo schiavi della possibilità di scelta. Ed è proprio la possibilità di scelta che istiga in noi la perenne tentazione e dubbio. La perenne sfiducia. Sì, chiamiamo le cose con le parole giuste. La gente non si sposa più perché non si fida dell’altro. La gente non si sposa più perché non crede più nell’altro. La gente, non si sposa più perché non crede nel Sacrificio, nell’Amore Eterno. La gente non si sposa più, perché non crede più.
Dell’Amore e della Guerra
La Libertà ha danneggiato moltissimo le nuove generazioni. La Libertà ha causato un ribaltamento delle priorità, ha alterato addirittura il significato profondo dei sentimenti e delle azioni. La Libertà ha inventato nuove parole, per non usare le parole di sempre. Nuove parole per nuovi significati. Parole temporanee per significati momentanei. Sentimenti temporanei. Nulla è eterno, neanche l’amore, soprattutto l’amore.
Crediamo fermamente nell’Amore invincibile, nell’Amore come Guerra, come Sacrificio. Crediamo fermamente che l’Amore debba essere coltivato, con cura, pazienza, benevolenza. Crediamo nella trasformazione dell’Amore, crediamo nelle passioni innocenti e atte al benessere di entrambi e delle generazioni future. Crediamo nell’Amore come il fuoco nel nostro camino. La coppia è il camino, il fuoco è l’Amore. Il camino all’inizio lo alimentiamo noi, con la legna tagliata nei boschi, dall’uomo, mentre la donna si prende cura della casa. Poi più in avanti nel tempo saranno i nostri figli a mantenere il fuoco acceso. Di generazione in generazione, fino alla fine dei tempi.
Ma per la Libertà non è così che deve andare, per la libertà si deve sempre poter tornare indietro, cambiare strada. Chi se ne importa del fuoco del camino. Ci si riscalderà altrove, in camini già accesi, o si migrerà in luoghi caldi. Dove l’Amore non deve essere coltivato, perché non esiste. Ci si scalderà con le passioni perverse e momentanee. Le passioni che generano dipendenza. Sempre di più. Tutto, purché non sia stabile, tutto purché ci lasci liberi di scegliere. Di vivere e di uccidere l’Amore. Tutto, purché ci lasci scegliere la Libertà, ovvero, LA GRANDE SOLITUDINE.
Della Grande Solitudine e del Debito da estinguere.
Il matrimonio e i figli sono una scelta dalle quali non si deve tornare più indietro! Ma la scelta innanzitutto deve essere mentale, la scelta deve essere uno stile di vita, non un’imposizione, ma una scelta ben precisa, un atto, se vogliamo, di guerra contro questa società. Sposarsi e fare figli, in questi tempi non è impossibile, è solo una tendenza che DEVE tornare ad essere l’obiettivo principale delle nuove generazioni. L’Amore, il Matrimonio, la Famiglia devono ritornare ad essere quella grande roccaforte di civiltà e di costruzione/istruzione di nuovi uomini e nuove donne.
L’enorme possibilità di scelta, la vastissima possibilità di scelta, non fa altro che alimentare la solitudine. Perché anche il rapporto con l’altro sesso ne risente. Non avendo alcun obiettivo e non ponendosi nessun obiettivo, ci si lascia andare ad un rapporto superficiale e spesso, purtroppo, peccaminoso. Un’interazione che non giova all’anima di nessuno dei due partner. Un’interazione che genera solitudine perché non porta nessun piacere o elevazione spirituale. Tutto diventa materiale, tutto diventa pratico e temporaneo. Momentanee situazioni e parole, lo spirito, assente.
Del futuro chi se ne importa.
Tutti noi dobbiamo a Dio la nostra vita e ai nostri genitori, molto, tantissimo, più di quanto uno possa immaginare. Se non fosse stato per i nostri genitori, non saremo nati. Se non fosse stato per loro, che con amore e pazienza e notti insonni si sono presi cura di noi, neonati, infanti, bambini, ragazzi, uomini, noi non saremmo qui ora.
Tutto il processo dell’unione dell’uomo e della donna, dal principio fino alla fine della vita è formidabile ed un capolavoro impareggiabile. Nulla è dovuto al caso o al caos. È tutto così divinamente ordinato. È tutto già deciso e tutto così preciso, scientificamente e filosoficamente parlando. Il più grande dono ricevuto è anche il nostro più grande debito, la nostra vita.
Pensiamo quindi che non ci sia nessun altro modo di rendere ciò che abbiamo ricevuto ai nostri genitori e a Dio, se non “riprodurre” (la scelta della parola è voluta) anche noi questo sistema perfetto di generazione di vite. Di certo non saldiamo il nostro debito, di sicuro però facciamo qualcosa per noi, i nostri genitori, i nostri figli, le generazioni a venire e infine, rendiamo gloria a Dio.
Del sacrificio di noi stessi, come atto d’amore.
Per fare un figlio ci vuole un matrimonio, per fare un matrimonio ci vuole una relazione, per fare una relazione ci vuole un uomo e una donna, per fare un uomo e una donna, ci vogliono due famiglie. Ma per fare le due famiglie ci vogliono altri uomini e altre donne che abbiano seguito questa meravigliosa concatenazione di eventi ordinata e perfetta. Ciò non succede più, o meglio, succede molto meno. Questo perché, nel corso degli anni, quel parassita insinuato dentro di noi, chiamato Liberalismo, ha diffuso nei nostri pensieri il concetto di “Assenza del Sacrificio”. Il parassita ha diffuso dentro di noi l’idea che tutto ci è dovuto. Senza un minimo sforzo. Ma perché il sacrificio deve essere così difficile e perché le persone tendono ad evitarlo? Perché il sacrificio, essendo un “rendere sacro” va ad intaccare la cosa più preziosa che la società moderna ha, ovvero l’IO. Il sacrificio attacca e distrugge con fermo orgoglio l’IO, ma non è una distruzione profana, bensì sacra. Nella “sconfitta” si vince, nel “perdere” si guadagna.
La famiglia o i figli, sono un chiaro ed evidente sacrificio. Perché quando due persone si sposano e vanno a vivere insieme devono rinunciare a sé stessi, devono imparare da capo a conoscersi ed accettarsi e capirsi e amarsi. Devono imparare a condividere tutto tra di loro. Per il resto della vita. Il matrimonio è una presa di posizione e una decisione importantissima da prendere. Il Matrimonio è tra le scelte più coraggiose che un uomo e una donna possano fare. È una scelta che si fa insieme e dalla quale appunto NON SI DEVE MAI tornare indietro. I figli, sono la più bella conseguenza di questa scelta meravigliosa. I figli sono la continuazione, la propagazione di questa ferrea scelta. I figli, sono un ulteriore regalo che Dio ci dona. Il nostro sacrificio, il nostro rinunciare ad uno stile di vita solitario o mondano, il nostro dire no alle passioni fuorvianti ed errate, ma anche il nostro dire di Sì alla condivisione dell’amore con un’altra persona, ogni giorno della nostra vita, l’unire insieme le forze per affrontare questa grande guerra chiamata vita. L’accettazione di eventuali difetti che notiamo nel nostro partner e renderli nostri. Tutto diventa uno. L’amore, le gioie, i dolori, le risate, la sofferenza, la bellezza, la fatica, le passioni, la salute, la malattia.
Tutto diventa un meraviglioso sacrificio, un meraviglioso gesto d’amore. Si rinuncia all’IO per ottenere un NOI.
Alcune conclusioni.
Nei tempi passati, le famiglie erano numerose. Non abbiamo prove che nei tempi passati le famiglie erano realmente felici, o se, essendo appunto la norma sociale, si sposavano e procreavano “tanto per”. Ma a noi non interessano le prove. A noi interessa e ci deve interessare che loro ci sono riusciti, forzature o non forzature, costrutti sociali o imposizioni religiose, unica alternativa o pochissime altre scelte. Loro ci sono riusciti e noi, umani come i nostri nonni, dovremmo farcela. Dovremmo poter riproporre lo stesso infallibile sistema. Lo dobbiamo fare. Perché nel bene o nel male, questa società, lasciando da parte tutto il discorso egoistico (che occupa moltissimo), necessita di avere continuamente nuovi eroi e nuovi codardi, nuovi santi, nuovi martiri, nuovi traditori, nuove spie, nuovi politici, nuovi valorosi guerrieri e nuovi assassini spietati.
Questa società ha bisogno di gente forte che tramandi ciò che ha ricevuto, questa società ha bisogno di donne e brave madri che si prendano cura del focolare e crescano uomini forti e protettivi. Se ora l’uomo è in crisi è anche perché la donna ha smesso di essere tale. Perché la donna ha smesso di prendersi cura della prole e della casa. Se oggi non abbiamo più uomini, o famiglie numerose è anche perché la donna ha smesso di fare ciò che più divinamente le viene meglio, essere Madre.
In questi tempi bui nei quali ci ritroviamo, dobbiamo insistere fortemente sulle famiglie numerose. Sul padre, la madre e i figli. Come atto di guerra nei confronti della società che ci vuole tristi e soli. Perché così è. Perché se non facciamo così, piano piano, tutto ciò che abbiamo ricevuto, verrà spazzato via dalle sabbie del tempo. Perché una volta invecchiati, quando non avremo più le forze, potremmo consolarci con i sorrisi e le voci dei nipoti e delle nipotine, con la famiglia che cresce, che diventa sempre più grande e bella. Dobbiamo fare in modo di educare i nostri figli con severità e giustizia, dobbiamo insegnare loro come servire messa, dobbiamo far vedere alle nuove generazioni come essere dei bravi cattolici, misericordiosi, amorevoli e virtuosi, dobbiamo insegnare loro le preghiere e la guerra. Nella speranza che i nostri figli siano i sacerdoti di domani, i guerrieri di domani, gli intellettuali, i politici, o anche semplicemente i contadini che lavorano la terra.
In questi tempi bui, con i barbari alle porte, con i traditori dentro le nostre città che spalancano i ponti levatoi e piano piano distruggono le mura della nostra civiltà, è importante che la famiglia resista, barricata dentro le grosse mura della tradizione cattolica. È importante che la famiglia resista, che la famiglia esista. Contro corrente e se necessario contro tutti.
Occorre essere coraggiosi, occorre essere stoici e imperturbati. Occorre decidere e amare. Ogni giorno sempre di più. Il matrimonio, la famiglia, sono un impegno, un dovere, un obbligo.
La famiglia è la più grande sfida che un uomo possa affrontare, e il matrimonio, come disse G.K. Chesterton, è un duello all’ultimo sangue che nessun uomo d’onore dovrebbe rifiutare. Il matrimonio è il più bello dei vincoli. La famiglia è la più bella delle catene. Perché quella catena lo genera l’uomo e la donna, insieme. Oh, quanto ci è difficile nei giorni d’oggi usare questi termini per descrivere l’Amore. Perché l’Amore non rimane sempre giovane, l’amore invecchia con noi, con la persona che noi abbiamo scelto. L’amore cresce e si trasforma, l’amore diventa figli e nipoti. Continuamente si rigenera e mai si perde. Ma necessita di fuoco e cuore, mani e occhi, parole e canti. Necessita sacrificio, fatica, perseveranza, sangue e sudore. Cancellato l’io troveremo noi e loro. Troveremo il sorriso dei nostri figli, li vedremo crescere in fretta, pronunciare le prime parole, li vedremo barcamenarsi, arrampicarsi, farsi del male, giocare, ridere e piangere. Li baceremo e li rimprovereremo, li ameremo e vorremmo che almeno per una mezz’oretta, nel primo pomeriggio, stessero in silenzio. Giusto il tempo di riposare gli occhi. Li vedremo andare a scuola e crescere e diventare più forti, li vedremo diventare grandi e sposarsi. Vedremo negli occhi dei nostri nipoti il fuoco dei nostri genitori. Li vedremo e li ameremo, per sempre. Fino a quando noi non ci saremo. Ma loro sì!
Né il potere, né le ricchezze, né la gloria, né la fama. Nulla può eguagliare essere L’Esempio per tuo figlio. Nulla è più bello, nulla ha più senso. Tutte le nostre azioni su questa terra devono essere fatte per la maggior gloria di Dio. Tutte le nostre opere, i nostri sacrifici, i nostri fallimenti e le nostre vittorie devono essere dedicate a Lui. Perché qui siamo di passaggio e in questi pochi anni ci giochiamo l’eternità. La famiglia è cosa gradita a Dio, la famiglia è voluta da Dio. Come possiamo dunque sbagliare?
Noi, in pace con Dio,
ora la verità possiamo dirla,
si fatica a affondare radici
ed è bello invecchiare
tra le cose comuni:
il matrimonio e un credo.
Ora io lo scriverò senza paura
e tu, senza paura, leggerai
Un articolo esemplare, una riflessione sublime, una spada affilatissima e pesantissima che squarcia con determinazione la deplorevole realtà odierna, quella, beninteso, dov’è una Chiesa i cui eminenti membri scelgono giustappunto la comodità, la pusillanimità e fuggono la Verità che, non più diffondono.
Bellissime parole d’amore e di crude verità, quelle che ho letto.
Parole, pensieri, che solo una persona con umiltà d’animo e di nobile intellettualità maturata nell’oggettiva fede, può brillantemente elargire.
Grazie.
Negli anni cinquanta quando avevo bisogno di scarpe nuove, mio padre mi portava in un piccolo negozio dove trovavo sempre le scarpe che mi piacevano e che mi andavano bene. E duravano molto. In seguito sono sorti enormi negozi di scarpe ed uno entrando ha veramente una sensazione di smarrimento nel fare la propria scelta. Ed appena usciti già ci assale il dubbio se avessimo ben scelto e che forse quell’altra scarpa era migliore. Ed anche se in seguito operiamo un secondo acquisto rimaniamo sempre insoddisfatti.