a cura di Luca Fumagalli
La guerra è la più bestiale idiozia, lo è sempre. Anche odiare il diverso, chi non ci somiglia, è una idiozia altrettanto bestiale. Rendersene conto permette non solo di essere migliori, ma di comprendere quanto una società fondata sull’accettazione delle personali differenze sia l’unica destinata a sopravvivere.
Questo è il messaggio che Silvana De Mari, medico e scrittrice di talento, racchiude nel suo nuovo romanzo, Arduin il Rinnegato, uscito nel novembre del 2017 per le Edizioni Ares (pp. 480, euro 19).
Un romanzo dove il fantastico incontra la metafora mettendo al centro della storia la figura di Arduin, le sue origini e il suo lento trasformarsi da orco ottuso e feroce a dio della guerra illuminato, pronto a salvare gli uomini e il loro regno per amore di Giada, principessa del Regno degli Uomini. Pronto a rispettarne la diversità e l’unicità, pur non svendendo la sua intima natura di orco. Una posizione che lo trasforma in rinnegato agli occhi della sua stessa razza, ma per una giustizia e un fine che travalicano l’idea della razza come la cecità dell’odio.
Il romanzo è, per traccia temporale e contenuti, il pre-prequel de L’ultimo Elfo (2004), cui si lega attraverso l’elemento della Profezia. Ma è anche il pre-prequel di Io mi chiamo Yorsh (2011), col quale al contempo corre in parallelo, formando una narrazione ‘a forcella’, poiché in quest’ultimo la parte contenutistica segue una sottotrama, che pure si rinsalda al romanzo L’ultimo Elfo.
In Arduin il rinnegato De Mari fa crescere di pagina in pagina il legame profondo che si viene a creare fra Giada e Arduin, fra quest’ultimo e il popolo degli uomini. Lo fa saldando il fantasy con la medievale narrazione cavalleresca, l’unicità dei suoi personaggi con una superiore comprensione di quanto l’altro da sé non sia mai il vero nemico. Spesso il vero oppositore, infatti, alberga nelle idee cui ci hanno abituato a credere in maniera acritica.
Arduin il rinnegato è l’ennesima conferma della capacità di De Mari nell’imbastire trame complesse e nel proporre personaggi dalla psicologia sfaccettata. È qui, in questo riflesso fantastico della nostra realtà, in questo mondo cruento eppure umanissimo, che l’autrice delinea ‘la spirale’ metafisicamente evolutiva che lega i quattro popoli del suo universo fantastico. Un mondo che cade nell’oscurità e che da esso risorge ciclicamente, anche se ha bisogno di un salvatore per rialzarsi. È qui che, secondo De Mari, “la Grazia irrompe sulla scena. La Grazia è un orco ragazzino invincibile e visionario che non permette guerre dove vengono sacrificati bambini”. I bambini, il futuro del mondo che, fuori dalla metafora testuale, sono anche quelli del nostro mondo.
Con Arduin il rinnegato, la spirale narrativa iniziata con L’ultimo Elfo trova il suo compimento epico e romantico al tempo stesso. Con un messaggio chiaro: unire i nostri destini, a prescindere dalle razze, per un futuro di pace e di civiltà.
Il trailer ufficiale del libro: Link Youtube
Intervista all’autrice: Link Youtube
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Forse lo leggerò, ma per ora, se restiamo nell’ ambito dei racconti del fantastico, allora preferisco di gran lunga i romanzi del rimpianto Terry Pratchett incentrati sulle sue saghe del “Mondo Disco”.
Inducono a riflettere (oltre che a divertirsi).