di Luca Fumagalli

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Ispirato a una storia vera, Coach Carter (2005) narra la vicenda di Ken Carter, ex stella della pallacanestro giovanile, che viene ingaggiato come allenatore del liceo di Richmond con lo scopo di risollevare le sorti della squadra di basket dell’istituto, reduce da una lunga serie di insuccessi. I giocatori dei “Richmond Oilers” sono giovani talentuosi, ma costretti a vivere in un quartiere difficile, tra gang di spacciatori e adulti che non nutrono alcuna stima nei loro confronti. Educatore più che allenatore, Carter darà il via a un piano per rivoluzionare la squadra: sottoporrà i giocatori ad allenamenti durissimi e pretenderà da loro risultati scolastici buoni. Il suo obiettivo, oltre a quello di vincere il campionato, è infatti quello di dare ai suoi ragazzi migliori la possibilità di accedere al college grazie a una borsa di studio, l’unico modo per garantire loro un futuro migliore.

La pellicola, diretta da Thomas Carter, con Samuel L. Jackson nei panni del protagonista eponimo, è una parabola educativa tutt’altro che scontata, un racconto di formazione e crescita che si discosta dalle banalizzazioni tipiche di certi film sportivi per aprirsi a una profonda riflessione sulla vita. Non si tratta di una fiaba dal lieto fine facile, che getta in faccia alla spettatore buoni sentimenti d’accatto, ma di un viaggio nella coscienza dei protagonisti, fin dentro il cuore dell’uomo, naturalmente contraddittorio, fatto di luci e ombre. Soprattutto Coach Carter sta lì a dimostrare come il vero problema dell’educazione non risieda tanto negli adolescenti, quanto nell’assenza di punti di riferimento, cioè di adulti autentici, dallo sguardo benevolo, capaci di trasmettere valori forti a cui aggrapparsi e su cui edificare un progetto esistenziale.

Le numerose scene memorabili – dalle partite descritte con un montaggio ritmato e coinvolgente, ai momenti di svolta, perlopiù imprevisti drammatici ricchi di spunti di riflessione –, la colonna sonora da urlo e la regia di buon livello rendono il film un prodotto che si eleva di molto sopra la media, adatto tanto ai grandi quanto ai più piccoli (questo nonostante il linguaggio da strada dei protagonisti e il trattamento di alcune tematiche forti quali la droga e l’aborto). Insomma, Coach Carter è una perla rara da recuperare assolutamente.