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Nota di Radio Spada: riportiamo questa notizia di attualità assai importante, ovviamente senza condividere l’inquadramento storico-ecclesiale che ne danno i siti cattolico-conservatori.

[…] Il 25 gennaio scorso, Lifesitenews ha pubblicato la notizia della decisione della Conferenza episcopale tedesca di sostenere un’organizzazione di consultori, la Donum Vitae, la cui prassi è quella di rilasciare certificati abortivi alle donne. Il fatto è ancora più grave se si pensa che sono 20 anni che i vescovi tedeschi fanno a braccio di ferro con il Vaticano per dare il proprio appoggio a questa organizzazione. Non a caso sul sito ufficiale dei vescovi si legge che “la Conferenza episcopale tedesca ha ufficialmente evidenziato, per la prima volta, che l’associazione Donum Vitae lavora per la protezione della vita (…). Nello stesso tempo, i vescovi ora danno il permesso agli ex dipendenti dell’organizzazione di avere un lavoro, prima proibito, all’interno dei consultori cattolici”.

Il sito americano riporta anche una lettera del presidente della Conferenza episcopale della Germania, il cardinale Reinhard Marx, membro del consiglio ristretto di papa Francesco, all’organizzazione laicale Central Committee of German Catholics per cui “non vi è dubbio che l’obiettivo di Donum Vitae – così come quella consulenza alle donne gravide che si svolge sotto la responsabilità dei vescovi – sia la protezione delle persone non nate”.

Peccato che nel 1998 Giovanni Paolo II chiese esplicitamente che i consultori operanti nel sistema di consulenza pubblico per le donne gravide, che costringeva tutti i consultori a rilasciare i certificati per l’aborto su richiesta della donna, potessero godere dell’obiezione di coscienza. La risposta di tutte le regioni tedesche fu negativa. Pertanto i vescovi, nel settembre dell’anno successivo furono richiamati dalla Congregazione per la dottrina della fede affinché sostenessero il divieto di rilascio di tali certificati alle organizzazioni cattoliche. Ma nel 1999 l’organizzazione laicale Central Committee of German Catholics fondò Donum Vitae, la quale continuò a lavorare nel sistema dei consultori pubblici con circa 200 centri, rilasciando su richiesta i certificati.

Per volontà del Vaticano, però, la Conferenza episcopale tedesca nel 2006 dichiarò che Donum Vitae non era da considerarsi un’organizzazione cattolica. Senza ottenere risultati i vescovi provarono ancora ad appellarsi al papa affinché revocasse il divieto, perché secondo loro, come secondo Donum Vitae, rimanendo nel sistema si sarebbero potute incontrare molte donne, cercando di convincerle a non abortire, per poi rilasciare il permesso di omicidio del figlio qualora non fossero riuscite a cambiare idea. Esattamente il contrario di quanto predicato dalla Chiesa sulla vita come indisponibile e di quanto deciso dalla congregazione fondata da Madre Teresa di Calcutta, che piuttosto che permettere che uno solo dei centinaia di bambini a loro affidati fosse adottato da due persone dello stesso sesso (come stabilito dalla nuova legge indiana) chiusero tutti i loro orfanotrofi. Certe, spiegarono, che “Dio si prenderà cura di loro”.

Se un tempo la posizione delle suore Missionarie della carità poteva non essere compresa dalle frange progressiste della Chiesa, aveva però sicuro appoggio nei vertici pronti a ribadirla e a difenderla. Oggi, invece, la scelta di seguire integralmente il Vangelo non solo non ha più questa garanzia, essendo lasciata al singolo, ma spesso viene bollata come folle e mancante di carità. Resta una sola garanzia alla speranza che il seme della verità torni a germogliare e sta proprio nel fatto che basta poco per custodirlo. Come disse il beato martire Popieluszko, ricordando che se alla menzogna servono molti uomini e propaganda: “Non c’è bisogno di molti uomini per proclamare la verità…perché la nostalgia della verità è connaturata all’uomo”, anche se “per il buon seme della verità a volte bisogna pagare un prezzo molto alto”.

Fonte: http://www.marciaperlavita.it/articoli/la-conferenza-episcopale-tedesca-apre-allaborto/