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di Maurizio Blondet

 

Nel 1994, ad Emma Bonino i voti della Lega non facevano schifo. Era la Lega stupida  di Bossi e furbastra di Maroni  (e del Trota), quelle dell’acqua del Po e dei militanti con le corna da vichingo, secessionista, anti-meridionale (a parole), derisa dalle sinistre illuminate: ma la Bonino si fa eleggere da quella formazione. La cui rozzezza permetteva ogni forma di “entrismo”.

 

Possiamo dire meglio, di parassitismo.  Nel senso del verme solitario,  parassita dei maiali e dell’uomo. Il partito Radicale,  sapendo  che da sé e con  il suo simbolo non raccoglie voti, si è sempre infiltrato negli intestini dei partiti  che trascurano l’igiene alimentare; ci si piazzano, ne succhiano le energie e deviano l’ideologia verso le istanze radicali, il nichilismo immoralista.  Ricordiamo:

Berlusconi, le cui abitudini  di rotolarsi nel fango sono ben note,  ha un partito  colonizzato dai parassiti radicali: da Marco Taradash a Elio Vito, da Eugenia Roccella, da Stracquadanio a Quagliariello, fino a Daniele Capezzone. Intere colonie di platelminti ed ascaridi, che  fanno di Forza Italia un pannellismo ambulante e verminante.

Ma ovviamente  il colpo grosso del partito-parassita  è stato di infilarsi nella pancia del Vaticano,  grazie alla negligenza dell’igiene mentale che ha instaurato  “Francesco” e alle frequentazioni  (omo)sessuali di  troppi dei suoi collaboratori intimi. Come ci ha insegnato la dottoressa De Mari, tali abitudini sono una  fonte enorme di infezioni: dalla clamidia alla blenorragia (vulgo scolo), dall’AIDS alla pediculosi del pube, dalla proctite al radicalismo di Soros via Bonino.

 

Altri tempi: oggi sono nella pancia del Vaticano. © ROBERTO MONALDO/LAPRESSE 31-07-2003 ROMA