di Luca Fumagalli

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Se Dio vuole è un film del 2015 scritto e diretto da Edoardo Falcone, con Marco Giallini e Alessandro Gassmann nei panni dei protagonisti.

Commedia semplice, senza eccessive pretese, ha però dalla sua un’ottima caratterizzazione dei personaggi principali che, nel corso della vicenda, acquistano via via spessore. Soprattutto evita le banalizzazioni e le soluzioni di comodo che una trama in verità un po’ macchinosa offriva su un piatto d’argento.

Tommaso è cardiochirurgo di fama, uomo scorbutico e dalle certezze assolute. È sposato con Carla, casalinga e madre di Bianca e Andrea. Proprio da Andrea parte la rivoluzione in famiglia, quando il ragazzo, promettente studente di medicina, annuncia di volersi fare prete. A ispirarlo sembra sia stato un certo don Pietro, un sacerdote giovane e particolarmente brillante: a Tommaso non resta che avvicinare quest’ultimo nella speranza di scoprirne gli altarini per rivelarli ad Andrea e fargli cambiare idea sul sacerdozio.

Il passo di Se Dio vuole è veloce, le svolte intelligenti e brusche, come succede nella realtà. La trama indugia sull’incontro/scontro tra i due protagonisti, correlativi oggettivi di mondi apparentemente incapaci di un reale confronto. Eppure l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, e Tommaso, frequentando a lungo quell’ «istituzione oscurantista» che è la Chiesa, ne rimarrà segnato. Pure don Pietro riceverà qualcosa da Tommaso. Questi moderni don Camillo e Peppone, seppur lontani dai loro illustri predecessori per mille e più motivi, con i personaggi guareschiani hanno in comune la forza espressiva, l’energia di restituire allo spettatore, attraverso la loro storia e la loro voce, il dramma di persone alla perenne ricerca di un senso, di un significato che sostenga le loro esistenze alla deriva (anche se, come nel caso di Tommaso, si tratta di vite professionalmente ed economicamente di successo).

La marcia in più di Se Dio vuole è la capacità di misurarsi con leggerezza e profondità con il tema del divino senza mai scadere nel tifo, giocando sottilmente sull’ambiguità e le contraddizioni degli esseri umani, miseri eppure grandi.