citazione a cura di Luca Fumagalli
Continua il nostro viaggio tra le pagine migliori di “Con quale autorità?” (1904), romanzo storico di mons. R. H. Benson ambientato in epoca elisabettiana, all’inizio delle persecuzioni anticattoliche.
Isabel è affranta, dilaniata dall’amore che prova per Hubert e dalle terribili voci che giungono da Londra. Si dice, infatti, che Anthony abbia contribuito a catturare alcuni cattolici, e la lettera che aveva inviato al fratello per chiedere spiegazioni è andata persa. A consolarla c’è Mrs. Margaret Torridon, sorella di Lady Maxwell ed ex monaca, costretta a lasciare il suo convento durante le spoliazioni di Enrico VIII. L’anziana donna è la prima a spiegare a Isabel che anche il dolore può avere un senso.
Isabel aveva un animo sommamente sensibile, ma al tempo stesso oltremodo forte nel sopportare il dolore. Se fosse stata meno coscienziosa, non avrebbe dato ascolto alla voce dell’amore divino che pareva chiamarla entro la Chiesa cattolica; se fosse stata meno semplice e meno tenera di sentimenti, avrebbe saputo soffocare il suo amore per Hubert, e in tal modo non si sarebbe più sentita straziata da ambedue le parti. In certi momenti le pareva che i vincoli dai quali era stretta si allentassero ora da un lato ora dall’altro; ma il sollievo che ne provava era passeggero, e appena cercava di godere di una decisione divenuta per lei possibile, essi si stringevano d’un tratto, e di nuovo si sentiva alla tortura. Allora incominciò a provare terrore della notte con le sue lunghe ore d’inquietudine e di tormento: quando la sera si ritirava in camera, si metteva a leggere o a pregare nella speranza di distrarsi sino a che il sonno fosse diventato una necessità assoluta; ma non appena si era coricata, esso si faceva scherno di lei agitando le ali, e volava via lasciandola completamente sveglia a fissare le tenebre, e ciò sino a che dagli spiragli della finestra non appariva un po’ di luce, e si udiva il primo canto del gallo.
Isabel aveva deciso di non palesare a nessuno lo stato dell’animo suo; ma alla fine sentì un’assoluta necessità di aprirsi con Mrs. Margaret: tuttavia non ebbe il coraggio di dirle il bisogno che provava dell’amore di Hubert, sembrandole che una vecchia monaca non avrebbe mai potuto capire il suo sentimento.
«Mia cara» le disse la vecchia signora «non ci sarebbe il Calvario se non ci fossero le tenebre, e tu non puoi avere Cristo senza il Calvario; ricordati che la Luce del Mondo si nasconde di preferenza fra le tenebre, e se tu sentissi che vi è un’anima umana realmente capace di intenderti, le tenebre sarebbero già per te scomparse. Due volte in vita mia mi sono trovata in una simile notte; credo che la terza volta sarà nella valle della morte.»
Isabel non comprese del tutto il significato di quelle parole, tuttavia fu per lei una specie di conforto sapere che altri avevano appressato le labbra all’amaro calice, e che la bevanda, per quanto amara, non era velenosa.
Un’altra volta, passeggiando con lei sotto ai pini, aveva di nuovo cercato di farle intendere lo stato di desolazione dell’anima sua.
«Ascolta, mia cara» le aveva risposto Mrs. Margaret. «Ti voglio confidare un segreto. Laggiù» e così dicendo le aveva additato la parte dove il sole splendeva ancora dietro gli alberi e le colline «laggiù a West Grinsted c’è Nostro Signore nel Santissimo Sacramento; il Suo Corpo è là, solo, trascurato, dimenticato da tutti, salvo che da poche anime, mentre vent’anni addietro era adorato da tutta l’Inghilterra: guarda e considera se vi può essere dolore simile…» Ma nel vedere lo sguardo pieno di sgomento di Isabel, si era arrestata d’un tratto.
(Brano tratto da R. H. BENSON, Con quale autorità?, Milano, BUR, 2014)