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Radio Spada offre ai suoi lettori un testo “sparito” su una devozione dimenticata: quella delle Sante Piaghe. Il fatto di “sparire” non è stata certo un’esclusiva di questo libretto se si pensa a quanto tempo dovette stare – ignorato e nascosto un cofano – il “Trattato della Vera Devozione” di San Luigi M. G. da Monfort.

Curiose quattro questioni. La prima: il libretto che vi offriamo – relativo alle apparizioni e ai messaggi ricevuti dalla suora visitandina Maria Marta Chambon – ottenne importanti bendizioni e apprezzamenti da vescovi, arcivescovi, cardinali e dal Pontefice regnante all’epoca della prima pubblicazione italiana (1924), Pio XI. La seconda: la vita singolarissima della sua protagonista (anche se, in realtà, le vere protagoniste sono le Sante Piaghe). Sr. Maria Marta, lo vedremo in seguito, avanzò negli anni tra fatti straordinari e un’inarrestabile santità, al punto che l’Augusto Pontefice fece voti “affinchè le virtù e la vita esemplare di quella religiosa e fedele serva di Dio, siano il più largamente diffuse e conosciute“. La terza: la teologia dei messaggi consegnati a Sr. Maria Marta è perfetta, sebbene ricevuti da una donna umilissima. In essi si arriva a proporre la devozione alle Sante Piaghe come continuazione della devozione al Sacro Cuore che ebbe in un’altra visitandina (Santa Margherita Maria Alacoque) la sua più importante destinataria. La quarta: il valore profetico. “Le mie Piaghe vi salveranno infallibilmente; esse salveranno il mondo“, si può leggere nelle pagine del libretto. Ma non solo: “Vi occorrerà molto tempo per stabilire questa devozione, lavoratevi con coraggio”. Pare davvero strano, ma la profezia fu esatta: una devozione così plaudita dai vertici della Chiesa, e basata su una vita così santa, è ancora oggi, dopo molti anni, sostanzialmente sconosciuta [RS].  

All’epoca di una grande persecuzione della Chiesa, Sr. Maria Marta domandava spesso a Gesú di coprire con la protezione delle sue sante Piaghe il Sovrano Pontefice. Questa preghiera piaceva molto a Nostro Signore. Egli fece vedere alla nostra Sorella che la grazia sovrabbondava sul S.S. Padre Pio IX e che le preghiere fatte dalla Comunità vi contribuivano grandemente: “Dalle mie Piaghe esce per lui una grazia particolare.” Verso la fine del 1867, Nostro Signore le rivelò che Sua Santità avrebbe ancora molto da soffrire, che non vi sarebbe più pace, ma che grazie alla preghiera, il Papa potrebbe sussistere nella Santa Sede, nella tribolazione

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Suor Maria Marta Chambon della Visítazione Santa Maria di Chambéry e Le Sante Piaghe di N. S. G. C.

PISA, 1924

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Dal Vaticano, 18 Maggio 1924
Rev.ma Madre,
Mi è giunto il volumetto da Lei inviatomi su “Suor Maria Marta Chambon” perché l’umiliassi in omaggio al Santo Padre, e mi affretto a significarLe che Sua Santità ha mostrato di gradirlo e di compiacersi assai del grazioso lavoretto.
L’Augusto Pontefice non può che far voti afinchè le virtù e la vita esemplare di quella religiosa e fedele serva di Dio, siano il più largamente diffuse e conosciute, a incitamenro alle anime a camminare nelle vie della perfezione, e si rallegra perciò con l’autrice cui imparte di cuore insieme alle sue Consorelle la Benedizione Apostolica.
Io poi ringraziandola della copia inviata anche a me profitto volentieri dell’occasione per raffermarmi con sensi di distinto ossequio
di Lei, Rev. Madre Dev.mo

P. Card. Gasparri

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Rev.ma Madre,
Dopo le parole auguste del Santo Padre, superflua ogni altra parola. Una però mi permetta di dirla, almeno per congratularmi degli auspici radiosi, sotto i quali la cara pubblicazione inizia la sua via e, dirò apertamente, il suo apostolato. Perchè questo io credo con un vivo slancio del mio cuore, che le brevi pagine, che condensano gli eroismi della edificantissima vita di Suor M. M. Chambon, saranno un vero granellino di senape, che si svolgerà e crescerà in grande albero; e quanti gli uccelli che vi verranno a cercare un ristoro e a nidificare! Si soffre tanto nel mondo, dove, aumentati i dolori, è diminuita invece, rapidamente e grandemente, la scienza del dolore, e il dolore, così, non lo si sa più interpretare, nè apprezzare, nè sopportare, nè consolare; ebbene, vengano queste lezioni pratiche di un’anima, che dalle Sante Piaghe derivò al suo cuore tanta luce e tanto conforto, vengano, e a tutti, che piangono, insegnino dove una lagrima possa essere lenita e rasciugata, e poi anche convertita in un sorriso eterno.
A Lei Rev.ma Madre, e a tutte le Suore di codesta ottima Comunitá la Benedizione del Suo obblig.mo

P. Card. Maffi, Pisa, Ascensione del 1924

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Degnarono pure inviare la Benedizione e voti per l’incremento della cara Devozione.

L’Em.mo Sig.or Cardinale Augusto Silj

L’Em.mo Sig.or Cardinale Alfonso M. Mistrangelo Arcivescovo di Firenze

L’Em.mo Sig.or Cardinale Eugenio Tosi Arcivescovo di Milano

Sua Ecc.a Rev.ma Mons. Raffaele M. Virili Arcivescovo di Tolemaide

Sua Ecc.a Rev.ma Monsignor Giuseppe Gamba Arcivescovo di Torino

Sua Ecc.a Rev.ma Monsignor Ernesto M. Piovella Arcivescovo di Cagliari

Sua Ecc.a Rev.ma Mons. Alfonso Vescovo di Como

Sua Ecc.a Rev.ma Mons. Riccardo Carlesi Vescovo di Cortona

Sua Ecc.a Rev.ma Mons. Andrea Giacinto Longhin Vescovo di Treviso

Sua Ecc.a Rev.ma Mons. Luigi Spandre Vescovo e Principe di Asti

Sua Ecc.a Rev.ma Mons. A. Simonetti Vescovo di Pescia

Sua Ecc.a R.ma Mons. Ambrogio Vescovo di Ventimiglia

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Sua Maestà la Regina Madre si compiacque farci significare il gentile Suo gradimento dell’Opuscoletlo – Suor Marta Chambon – con le seguenti elevate parole:

… “L’offerta gentile e devota è stata accolta con particolare benevolenza dall’Augusta Signora mostratasi sensibilissima al reverente pensiero da cui essa era suggerita e insieme vivamente compiaciuta degli intenti di spirituale elevazione e di amore che si propone l’interessante pubblicazione”
CONTESSA PES DI VILLAMARINA
Degnò pure gradire benevolmente l’umile omaggio Sua Altezza Reale la Duchessa Elena d’Aosta.
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Nella relazione dei fatti contenuti in questo opuscolo e nella scelta delle espressioni, dichiariamo non voler prevenire in nulla il giudizio della Santa Chiesa nostra Madre, alla quale siamo ossequienti e sottomesse dal più profondo dei nostri cuori.
La Superiora e le Religiose del Monastero della Visitazione S. Maria di Chambéry.
Dio sia benedetto!

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PREFAZIONE

Ottima l’idea delle reverende Suore della Visitazione di difondere largamente un’edizione italiana della breve vita della loro pia consorella, Suor Maria Marta Chambon, la grande apostola del culto delle Cinque Piaghe del Redentore.
La lettura di questo volumetto sarà di pascolo spirituale alle anime, che amano Gesù; farà del bene anche a chi non è troppo addentro nei misteri della vita spirituale, rivelerà, a chi non conduce vita di fede, un’esistenza meravigliosa, gli farà toccare con mano i prodigi della grazia, farà sentire a tutti la presenza del soprannaturale, e renderà sempre più diffuso, piú intenso, il culto di quelle cinque adorabili piaghe, dalle quali il Redentore sparse per noi il suo Sangue, prezzo di nostra salvezza.
Possa questo libro aver larga díffusione; avere, quanto prima, numerosissime edizioni; a queste succedere altre ed altre ancora, acciocchè i fedeli sentano una riconoscenza sempre più intensa verso l’addolorato Signore, che ci redense ad un prezzo si grande.
Pisa, marzo 1924
UGO MIONI

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Infanzia e giovinezza

Francesca Chambon sortì i suoi natali in una modesta, ma cristiana famiglia di contadini, nel villaggio della Croce Rossa, presso Chambéry, il 6 Marzo 1841. Lo stesso giorno, essa ricevette il santo Battesimo nella chiesa parrocchiale di Lémenc.
Nostro Signore si compiacque di rivelarsi di buon’ora a quest’anima innocente. Francesca aveva appena nove anni allorché, condotta da una sua Zia il Venerdì Santo, all’adorazione della Croce, Gesù Cristo si presentò ai suoi sguardi, lacerato, sanguinante, come al Calvario. “Oh! in quale stato Egli era! dirà essa più tardi”.
Fu questa una prima rivelazione della Passione del Salvatore che doveva occupare un si gran posto nella sua esistenza. Ma, l’aurora della sua vita fu favorita sopratutto dalle visite di Gesú Bambino.
Il giorno della sua Prima Comunioni, Egli le si presentò visibilmente; e d’allora in poi, a ciascuna delle sue Comunioni, fino alla sua morte, essa vide sempre Gesù Bambino nella santa Ostia. Egli divenne l’inseparabile compagno della sua gioventù, la seguiva al lavoro nei campi, conversando con lei lungo la strada, riconducendola alla casuccia paterna. “Noi eravamo sempre insieme… oh! cuanto io era felice! avevo il Paradiso nel cuore!….” diceva essa, richiamando verso la fine della sua vita questi lontani e dolci ricordi.
All’epoca di questi favori precoci, Francesca non pensava nemmeno a confidare a qualcuno la sua vita di famigliarità con Gesù: essa si contentava di goderne, credendo ingenuamente che tutti possedessero lo stesso privilegio.
Tuttavia, la purezza ed il fervore di questa bambina non poterono sfuggire al degno Curato della parrocchia, il quale l’ammetteva frequentemente alla Santa Mensa. Egli scoprì nella giovinetta la vocazione religiosa e venne a presentarla al nostro Monastero.

Primi anni di Religione

Quando il Monastero della Visitazione Santa Maria di Chambéry, aprì le sue porte a Francesca Chambon, essa aveva diciotto anni. Due anni dopo, nella festa di Nostra Signora degli Angeli, 2 Agosto 1864, essa pronunziò i santi voti, prendendo definitivamente posto tra le Religiose del velo bianco col nome di Suor Maria Marta.
Niente, all’esterno, preveniva in favore della nuova sposa di Gesù Cristo. La bellezza della figlia del Re era veramente tutta interiore…. Dio che, senza dubbio, si riservava dei compensi, aveva trattato Suor Maria Marta, sotto il rapporto dei doni naturali, con una vera parsimonia! Dei modi e un linguaggio rustici; – un’intelligenza piuttosto mediocre, non sviluppata da nessuna cultura, sia pure sommaria: S.r M. Marta non sapeva nè leggere nè scrivere; – dei sentimenti, che dovevano innalzarsi solo sotto l’influenza divina ed infine un temperamento vivo ed un po’ tenace; le Sorelle del velo bianco lo dichiaravano sorridendo “Oh! una santa lo era davvero…. ma una santa che qualche volta faceva esercitare un po’ la pazienza!..”  [É necessario di non perdere mai di vista questa completa ignoranza di S.r Maria Marta: da una parte, si sarà maravigliati di trovare tanta “esattezza dottrinale e giusteza d’espressione” in una persona si poco coltivata; d’altra parte, si scuserà volentieri ciò che puó lasciare a desiderare in “certi particolari non in rapporto alla sostanza delle cose” (Apprezzamento del R. P. Mazoyer, S. J.)].
La “santa” lo sapeva bene! E nella sua commovente ingenuità, essa si lagnava con Gesù di avere tanti difetti: “Le tue imperfezioni, le rispose Egli, sono la più grande prova che tuttoció che succede in te proviene da Dio. Io non te le toglierò mai; esse sono il velo che nasconde i miei doni. Tu hai ben voglia di nasconderti? Io ne ho ancora più di te!….”
Di fronte a questo ritratto, vorremmo porne uno dalle linee altrimenti attraenti. Sotto l’apparenza di un blocco discretamente informe, l’osservazione più attenta delle Superiore, non tardò infatti, a indovinare, poi a riconoscere una fisonomia morale già molto bella, che sotto l’azione dello Spirito di Gesú, andava acquistando ogni giorno. Si potrebbero notare qui dei lineamenti scolpiti con segni infallibili, che rivelano l’Artista divino…. e lo rivelano tanto maggiormente in quanto che le deficienze naturali, non sono scomparse: in questa intelligenza si greggia, quanti lumi, quali viste profonde! in questo cuore senza cultura naturale, quale innocenza, quanta fede, quanta pietá, quanta umiltá, quale sete di sacrifizio! Basti, per il momento, di addurre la testimonianza della sua Superiora, la Nostra On.ma Madre Teresa Eugenia Revel: “L’obbedienza è tutto per lei. Il candore, la rettitudine, lo spirito di carità che l’animano, la sua mortificazione, e sopratutto, la sua umiltá sincera e profonda, ci sembrano le più secure garanzie della condotta di Dio su quest’anima. Più essa riceve, più essa entra in un vero disprezzo di sè medesima, essendo quasi abitualmente oppressa dal timore di essere illusa. Docile ai consigli che le sono dati, le parole del Sacerdote e della Superiora hanno un gran potere per renderle la pace…. Ciò che ci tranquillizza sopratutto, è il suo amore appassionato per la vita nascosta; il suo imperioso bisogno di sfuggire ad ogni sguardo umano e la sua paura, che qualcheduno si accorga di ciò che accade in lei”.

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I due primi anni di vita religiosa della nostra Sorella scorsero quasi normalmente. Eccetto un dono di orazione poco comune, un raccoglimento perpetuo, una fame ed una sete di Dio sempre crescenti, niente di particolare faceva prevedere delle cose straordinarie.
Ma, nel settembre 1866, la giovane Conversa cominciò ad essere favorita da frequenti visite di Nostro Signore, della Santissima Vergine, delle Anime del Purgatorio, degli Spiriti celesti.
Gesù Crocifisso – sopratutto – le faceva quasi ogni giorno contemplare le sue Divine Piaghe, ora risplendenti e gloriose, ora livide e sanguinanti, chiedendole di associarsi ai dolori della sua santa Passione.

Veglie e penitenze corporali

Le Superiore, inchinandosi dinanzi a dei segni certi della volontà del Cielo, – segni sui quali noi non possiamo fermarci in questo breve riassunto, si decisero, malgrado le loro apprensioni, di abbandonarla poco a poco, alle esigenze di Gesù Crocifisso.
Suor Maria Marta fu dapprima invitata a passare le notti stesa sul pavimento della sua cella. Poi ricevè 1’ordine di portare giorno e notte un duro cilizio. Quindi, essa dovette intrecciarsi una corona di acute spine, che non le permise più di posare la testa senza sentire vivi dolori.
Dopo otto mesi, nel maggio 1867, non contento delle notti passate per terra, con il cilizio e la corona di spine, Gesù volle da S.r Maria Marta il sacrifizio del suo medesimo sonno, domandandole di vegliare sola, presso il S.S. Sacramento mentre che tutte dormivano in Monastero.
A tali esigenze la natura non trova il suo conto! Ma non è forse questo il prezzo abituale dei divini favori?… Nel silenzio della notte, Nostro Signore si comunicava alla sua serva nel modo più maraviglioso. Talvolta, senza dubbio, Egli la lasciava lottare penosamente per lunghe ore, contro la fatica ed il sonno. Ma più spesso, Egli s’impadroniva immediatamente di lei e la trasportava in una specie di estasi. Le confidava le sue pene e i suoi segreti d’amore. La colmava di carezze, le prendeva il cuore per immergerlo nel suo. Le sue conquiste su quest’anima umilissima, semplicissima e docile, andavano crescendo ogni giorno.

Tre giorni d’estasi

Al mese di Settembre 1867, Sr. Maria Marta entrò, come glielo aveva annunziato il divin Maestro, in uno stato incomprensibile, al quale sarebbe difficile di dare un nome. La si vedeva immobile, senza parola, senza sguardo, senza prendere nessun nutrimento; il polso nonostante, restava regolarissimo e il volto leggermente colorito. Ciò durò tre giorni, il 26, 27, 28 in onore della Santissima Trinitá. E furono, per la cara veggente, tre giorni di grazie eccezionali.

Lo splendore del Cielo illuminó l’umile celleta ove discese la Santissima Trinità. L’Eterno Padre, presentandole Gesù in un ostia, le disse: “Io ti dono Colui che tu mi offri si spesso”, e la comunicò. Poi le svelò il mistero di Bethelem e della Croce, illuminando vivamente la sua anima sull’Incarnazione e la Redenzione.

Traendo in seguito da Sé stesso il suo Spirito come un raggio di fuoco, gliene fece dono: “Vi è qui, affermò, la luce, la sofferenza e l’amore!… L’amore sarà per me; la luce per discernere la mia volontà; la sofferenza, infine, per soffrire di momento in momento, come voglio che tu faccia”.
L’ultimo giorno, il Pardre Celeste invitandola a contemplare, in un raggio che dal Cielo discendeva verso di lei, la Croce di suo Figlio, le fece meglio comprendere le Piaghe di Gesù per il suo bene personale. Al tempo stesso, in un’altro raggio che partiva dalla terra per terminare in Cielo, essa vide chiaramente la sua “misione” e come doveva far valere i meriti delle Piaghe di Gesù per il mondo intero.

Giudizio dei Superiori Ecclesiastici

La Superiora e la direttrice di un’anima cosi privilegiata, non potevano assumere su di loro soltanto la responsabilità di questa via straordinaria.
Esse consultarono i Superiori ecclesiastici, specialmente il Signor Canonico Mercier, Vicario Generale e Superiore della Casa, sacerdote di gran criterio e di grande pietà; il Rev. P. Ambrogio, provinciale dei Cappuccini di Savoia, uomo di alto valore morale e dottrinale; il Signor Canonico Bouvier, soprannominato “l’Angelo dei Monti”, confessore della Comunitá, la cui riputazione di scienza e di santità varcava i confini della nostra Provincia.
L’esame fu serio e completo. I tre esaminatori si accordarono ad affermare che la via per la quale camminava S.r Maria Marta aveva l’impronta divina.
Essi consigliarono di mettere tutto per iscritto; ma prudenti quanto illuminati, giudicarono d’altra parte, che bisognava custodire questi fatti sotto il velo del segreto, fino a tanto che piacesse a Dio di manifestarli Egli stesso.
Ecco perchè la Comunita ignorò le grazie insigni di cui essa era favorita in uno dei suoi membri, il meno atto, a riceverle, secondo le viste umane.
Ecco perchè, tenendo per una sacra consegna il consiglio dei Superiori ecclesiastici, la nostra On.ma Madre Teresa Eugenia Revel si mise a redigere giorno per giorno, con una esattezza scrupolosa, – andando fino al rispetto di alcuni errori, frutti dell’ignoranza o di mancanza di memoria, – i racconti dell’umile Conversa, alla quale, d’altronde, Nostro Signore ordinava di nulla nascondere alla Superiora.
“Noi deponiamo qui, in presenza di Dio e dei nostri Santi Fondatori, per obbedienza ed il più esattamente e possibile, ció che noi crediamo esserci inviato dal Cielo, per una predilezione tutta amorosa del divin Cuore di Gesù, e per il bene della nostra Comunità e delle anime”.
“Dio sembra avere scelto nella nostra umile famiglia l’anima privilegiata che deve rinnovare nel nostro secolo la devozione alle Sante Piaghe di Nostro Signor Gesù Cristo. E’ la nostra umile Sorella domestica, S.r Maria Marta Chambon, che il Salvatore gratifica della sua sensibile presenza. Le mostra ogni giorno le sue divine Piaghe, affinché essa ne faccia valere costantemente i meriti, per i bisogni della Santa Chiesa, la conversione dei peccatori, le necessità del nostro Istituto, e sopratutto, per il sollievo delle Anime del Purgatorio”.
“Gesù ne fa il suo balocco d’amore e la vittima del suo Beneplacito…. e noi, piene di riconoscenza, proviamo ad ogni momento l’efficacia delle sue preghiere sul Cuore di Dio”.
Tale é la dichiarazione colla quale si apre il racconto della nostra On.ma Madre Teresa Eugenia Revel, degna confidente dei favori del Cielo. Noi caviamo dai suoi appunti, tutte le citazioni seguenti.

La “Missione”

“Una cosa mi fa pena, – diceva il dolce Salvatore alla sua umile serva, – ed é il vedere delle anime che considerano la devozione alle mie Piaghe come strana, e spregevole, come una cosa che non conviene… ed é perciò che essa decade e si dimentica”.

“In Cielo, ho dei santi che hanno avuto una grande devozione alle mie sante Piaghe, ma sulla terra, non vi è quasi più nessuno che mi onori in questo modo”.
Questo lamento non è che troppo fondato! In un mondo, in cui il godere sembra l’unica preoccupazione, quante persone, anche cristiane, hanno come perduto il senso del sacrifizio!… Pochissime anime comprendono la Croce! Pochissime si applicano a meditare la passione di N. S. G. C., che San Francesco di Sales chiama si giustamente “la vera scuola dell’amore, il più dolce ed il più veemente motivo della pietà”.
Ora, Gesù non vuole che resti inesplorata questa miniera inesauribile, e restino dimenticati e perduti i frutti delle sue sante Piaghe. Esso si sceglierà – non è forse la sua consuetudine? – il più umile degli strumenti per compiere la sua opera d’amore.
Il 2 Ottobre 1867, S.r Maria Marta assisteva ad una “Vestizione”, e vide la volta del Paradiso smiaperta, e la stessa cerimonia svolgersi in uno splendore ben dissimile da quello della terra. Tutta la Visitazione del Cielo era presente: Le Prime Madri, volgendosi verso di lei, come per annunziarle una buona noticia, le dissero, festose:
“L’Eterno Padre ha dato al nostro santo Ordine il Suo Divin Figlio in tre modi:
1. Gesù Cristo, la sua Croce e le sue Piaghe, più particolarmente a questa casa.
2. Il suo Sacro Cuore.
3. La sua santa Infanzia da onorare: bisogna che voi abbiate tutta la semplicità del bambino nelle vostre relazioni con Lui”.
Questo triplice dono non sembra nuovo. Risalendo alle origini dell’Istituto, noi troviamo nella vita della Madre Anna Margherita Clément, contemporanea di Santa Giovanna di Chanlal: queste tre divozioni: tutte le Religiose formate da lei ne portarono il sigillo.
E’ probabile e noi possiamo supporlo, che questa stessa Madre Clément, ugualmente favorita, di concerto colla nostra Santa Madre e Fondatrice, sia venuta a ricordarle all’eletta di Dio.
Alculni giorni dopo, I’On.ma Madre Maria Paolina Deglapigny, morta da diciotto mesi, comparve alla sua antica figlia e confermandole questo dono delle Sante Piaghe. “La Visitacione aveva gia una grande ricchezza, ma essa non era completa. Felice fu il giorno in cui ho lasciato la terra, cossì invece di avere soltanto il Sacro Cuore di Nostro Signore, voi avrete tutta la santa Umanità, cioè, le Sue sacre Piaghe. Io ho domandato questa grazia per voi”.
Il Cuore di Gesù! ah! chi lo possiede non possiede tuttto Gesù? tutto l’amore di Gesù?…. Senza dubbio. Ma le sante Piaghe sono come l’espressione prolungata – e quanto eloquente! – di quest’amore. Epperò, Gesù vuole che noi l’onoriamo tutto intero, e che adorando il suo Cuore ferito, non dimentichiamo le sue altre Piaghe aperte, esse pure, dall’amore. – E non è senza interesse a questo proposito, di riavvicinare il dono dell’ Umanità sofferente di Gesù, fatto alla nostra S.r Maria Marta, con quello fatto alla stessa epoca, alla nostra Venerabile Madre Maria di Sales Chappuis: il dono dell’Umanità Santa del Salvatore.
S. Francesco di Sales nostro Santo Padre, che spessissimo visitava la sua cara figlia, per istruirla paternamente, non mancò di confermarla nella certezza della sua “Missione”.
Un giorno che essi si trattenevano insieme: “Padre mio, gli disse essa colla sua solita semplicità, voi sapete che le nostre Sorelle non hanno troppa fiducia nelle mie affermazioni, perchè io sono molto imperfetta”. – “Mia figlia, rispose il Santo, le viste di Dio non sono quelle della creatura, – la creatura giudica secondo le viste umane. – Dio dà le sue grazie ad una miserabile che non ha niente, affinchè tutte ritornino a Lui. Tu devi essere ben contenta delle imperfezioni che hai, perchè esse nascondono i doni di Dio. – Dio ti ha scelta per completare la devozione al Sacro Cuore: il Cuore è stato mostrato alla mia figlia Margherita Maria e le Sante Piaghe alla mia piccola Maria Marta!…. E’ una felicità per il mio cuore di Padre, che questo onore sia reso da voi a Gesù Crocifisso! Ciò forma il complemento della Redenzione che Gesù ha tanto desiderato!”

La Santissima Vergine venne pure il giorno della Visitazione, a confermare nella sua via, la giovane Sorella. Accompagnata dai Santi Fondatori, dalla nostra santa Sorella Margherita Maria: “Io dono il mio frutto alla Visitazione, come l’ho portato alla mia cugina Elisabetta, le disse con bontà. – Il tuo Santo Fondatore ha riprodotto le fatiche, la dolcezza e l’umiltà di mio Figlio; la tua Santa Madre di Chantal, la mia generositá, superando tutti gli ostacoli per unirsi a Gesù e fare la sua santa Volontà; la tua beata Sorella Margherita Maria ha riprodotto il Sacro Cuore di mio Figlio per darlo al mondo…. E tu, figlia mia, tu sei scelta per trattenere la giustizia di Dio, facendo valere i meriti della Passione e delle sante Piaghe del mio unico e diletto Figlio Gesù”.
E siccome Suor Maria Marta opponeva alcune obbiezioni sulle dificoltá che incontrerebbe: “Mia figlia, riprese l’Immacolata Vergine, la tua madre e tu non avete da preoccuparvi; mio Figlio sa bene ciò che deve fare…. Quanto a voi, fate soltanto, giorno per giorno, ciò che vuole Gesù”.
Gli inviti e gl’incoraggiamenti della Santissima Vergine andarono, d’altronde, moltiplicandosi e prendendo tutte le forme: “Se volete delle ricchezze, bisogna andare ad attingerle nelle Sante Piaghe di mio Figlio…. Tutti i lumi dello Spirito Santo escono dalle Piaghe di Gesù;]ma voi riceverete questi doni in proporzione della vostra umiltà….”
“Io sono vostra Madre e vi dico: andate ad attingere nelle Piaghe di mio Figlio!…. Succhiatene il Sangue fino ad esaurirlo, ciò che nonostante non accadrà mai”.
“- Bisogna che tu, figlia mia, applichi le Piaghe di mio Figlio ai cattivi per convertirli”.
Dopo l’intervento delle prime Madri, del Santo Fondatore e della Santa Vergine, noi non sapremmo dimenticare, in questo quadro, quello dell’Eterno Padre, per il Quale la nostra cara Sorella nutrì sempre una tenerezza, una confidenza di bambina, e dal Quale venne colmala di divine carezze. – Egli fu il primo ad istruirla sulla sua futura missione. Di quando in quando gliela ricordava: “Figlia mia, ti dono il mio Divin Figlio per aiutarti nella giornata, affinchè tu possa pagare ciò che devi alla mia giustizia per tutti”.
“Tu prenderai costantemente nelle Piaghe di Gesù di che pagare i debiti dei peccatori”.
La Comunitá faceva delle processioni e delle preghiere per varii bisogni: “Tuttociò che mi date con questo non è niente, dichiarò l’Eterno Padre”. – “Se non è niente, rispose l’audace figlia, io vi offro allora tutto quello che il vostro Figlio ha fatto e sofferto per noi”. – “Ah! riprese l’Eterno Padre, questo è grande!….”
Dal canto suo, Nostro Signore, per fortificare la sua serva, le rinnovò a piú riprese, la sicurezza che essa era realmente chiamata a ravvivare la devozione alle Piaghe redentrici: “Io ti ho sceIta per risvegliare la devozione alla mia santa Passione nei tempi infelici nei quali vivete”. Poi, mostrandole le sue sante Piaghe come un libro in cui vuole insegnarle a leggere, il buon Maestro aggiunge: “Non volgere gli occhi da questo libro e imparerai più che i più grandi sapienti. La preghiera alle sante Piaghe comprende tutto”.
Un’altra volta, durante il mese di Giugno, mentre che essa stava prostrata ai piedi del Santissimo  Sacramento, Nostro Signore, aprendo il suo sacro Cuore, come la sorgente di tutte le altre Piaghe, insisté ancora: “Ho scelto la mia fedele serva Margherita Maria per far conoscere il mio divin Cuore, e la mia umile Maria Marta per insinuare la devozione alle mie altre Piaghe!… Le mie Piaghe vi salveranno infallibilmente; esse salveranno il mondo”.
In un’altra circostanza: “La tua via, le disse, è di farmi conoscere ed amare per mezzo delle mie Sante Piaghe, sopratutto nell’avvenire”. E le domandò di offrire incessantemente le sue divine Piaghe per la salvezza del mondo:
“Figlia mia, il mondo sarà più o meno turbato, secondo che tu avrai adempiuta la tua missione…. Tu sei scelta per soddisfare alla mia giustizia. – Rinchiusa nella tua clausura, devi vivere quaggiù come si vive in Cielo, amarmi, pregarmi continuamente per trattenere la mia vendetta, e rinnovare la devozione alle mie sante Piaghe”.
“Io voglio che, con questa devozione, non solo si salvino le anime colle quali tu vivi, ma molte altre ancora! – Un giorno, ti domanderò conto se ti sei ben servita di questo tesoro per tutte le mie creature”.
“Veramente, Sposa mia, le disse un’altra volta, io abito in questo luogo e in tutti i cuori!… Io vi stabilirò il mio regno e la mia pace, col mio potere distruggerò tutti gli ostacoli, perchè io sono il Padrone dei cuori e ne conosco tutte le miserie…. Figlia mia, tu sei il canale delle mie grazie. Sappi che il canale non ha niente da sè stesso, non ha che ciò che vi scorre dentro. Bisogna, come canale, che tu non serbi niente e che tu dica tutto quello che io ti comunico. Io ti ho scelta per far valere i meriti della mia Santa Passione per tutti; ma io voglio che tu sia sempre nascesta. – Stà a me il far conoscere più tardi, che con questo mezzo si salverà il mondo – ed altresi, per le mani della mia Madre Immacolata!….”

*** [continua…] ***