Radio Spada offre ai suoi lettori un testo “sparito” su una devozione dimenticata: quella delle Sante Piaghe. Il fatto di “sparire” non è stata certo un’esclusiva di questo libretto se si pensa a quanto tempo dovette stare – ignorato e nascosto un cofano – il “Trattato della Vera Devozione” di San Luigi M. G. da Monfort.
Curiose quattro questioni. La prima: il libretto che vi offriamo – relativo alle apparizioni e ai messaggi ricevuti dalla suora visitandina Maria Marta Chambon – ottenne importanti bendizioni e apprezzamenti da vescovi, arcivescovi, cardinali e dal Pontefice regnante all’epoca della prima pubblicazione italiana (1924), Pio XI. La seconda: la vita singolarissima della sua protagonista (anche se, in realtà, le vere protagoniste sono le Sante Piaghe). Sr. Maria Marta, lo vedremo in seguito, avanzò negli anni tra fatti straordinari e un’inarrestabile santità, al punto che l’Augusto Pontefice fece voti “affinchè le virtù e la vita esemplare di quella religiosa e fedele serva di Dio, siano il più largamente diffuse e conosciute“. La terza: la teologia dei messaggi consegnati a Sr. Maria Marta è perfetta, sebbene ricevuti da una donna umilissima. In essi si arriva a proporre la devozione alle Sante Piaghe come continuazione della devozione al Sacro Cuore che ebbe in un’altra visitandina (Santa Margherita Maria Alacoque) la sua più importante destinataria. La quarta: il valore profetico. “Le mie Piaghe vi salveranno infallibilmente; esse salveranno il mondo“, si può leggere nelle pagine del libretto. Ma non solo: “Vi occorrerà molto tempo per stabilire questa devozione, lavoratevi con coraggio”. Pare davvero strano, ma la profezia fu esatta: una devozione così plaudita dai vertici della Chiesa, e basata su una vita così santa, è ancora oggi, dopo molti anni, sostanzialmente sconosciuta [RS].
“All’epoca di una grande persecuzione della Chiesa, Sr. Maria Marta domandava spesso a Gesú di coprire con la protezione delle sue sante Piaghe il Sovrano Pontefice. Questa preghiera piaceva molto a Nostro Signore. Egli fece vedere alla nostra Sorella che la grazia sovrabbondava sul S.S. Padre Pio IX e che le preghiere fatte dalla Comunità vi contribuivano grandemente: “Dalle mie Piaghe esce per lui una grazia particolare.” Verso la fine del 1867, Nostro Signore le rivelò che Sua Santità avrebbe ancora molto da soffrire, che non vi sarebbe più pace, ma che grazie alla preghiera, il Papa potrebbe sussistere nella Santa Sede, nella tribolazione”.
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[Continua da La devozione alle Sante Piaghe, la devozione che ‘salverà il mondo’ (II)]
Domande di Nostro Signore
In cambio di tante grazie eccezionali, Gesù non domandava alla Comunità che due pratiche di cui diremo brevemente una parola: l’Ora santa e il Rosario delle sante Piaghe.
All’epoca del colera che, nel 1867, fece tante vittime nella provincia di Chambéry, N. S. espresse il desiderio che, tutti i venerdì, si facesse l’Ora santa da cinque Sorelle, ciascuna delle quali doveva onorare una delle sue Piaghe.
La S. S. Vergine unì la sua richiesta a quella del suo divin Figlio, con queste parole da cui trasparisce un doloroso lamento:
“Non vi è alcuna Casa sulla terra dove le sante Piaghe di Gesù sieno onorate in modo particolare il venerdì sera …
Durante quest’ora bisogna contemplare queste sacre ferite e immergersi in esse.”
Insegnò pure alla felice privilegiata il modo di compiere questo pio esercizio.
Mostrandosi a lei sotto la figura di N. S. dei Sette Dolori, tenendo il suo Figlio tra le braccia: “Figlia mia, le disse, la prima volta che contemplai le Piaghe del mio caro Figlio, fu quando il suo santissimo Corpo fu deposto fra le mie braccia.
Io meditai i suoi dolori e procurai di farli passare nel mio cuore …
Guardai i suoi Piedi divini l’uno dopo l’altro … di là andai al suo Cuore, ove vidi quella grande ferita, la più profonda per il mio cuore di Madre … contemplai la Mano sinistra, poi la destra, e quindi la corona di spine.
– Tutte queste Piaghe mi trafiggevano il cuore! … Ecco la mia Passione! …
– Nel mio cuore vi sono sette spade, e bisogna onorare col mio Cuore le sacre Piaghe del mio divin Figlio! …”
Circa la stessa epoca, ( 1867 – 1868 ) secondo la volontà egualmente manifestata da Nostro Signore, le Superiore stabilirono la recita quotidiana del “Rosario delle sante Piaghe. “
Ecco come, fin dall’origine, si recitò questo rosario: Al posto del “Credo” e sui tre primi grani, la bella preghiera ispirata a un sacerdote di Roma:
“O Gesù, divin Redentore, siate misericordioso per noi e per il mondo intiero. – R. Amen”.
“Dio forte, Dio santo, Dio immortale, abbiate pietà di noi e del mondo intiero. – R. Amen”.
“Grazia, misericordia, o mio Gesù, nei pericoli presenti; copriteci col vostro Sangue preziosissimo. – Amen”.
“O Padre Eterno, fateci misericordia per il Sangue di Gesù Cristo vostro unico Figlio; fateci misericordia, noi ve ne scongiuriamo. – R. Amen, amen, amen.”
Sui grani piccoli:
“Gesù mio, perdono e misericordia. – R. Per i meriti delle vostre sante Piaghe.”
Sui grani grossi:
“Eterno Padre, vi offro le Piaghe di Nostro Signor Gesù Cristo. – R. Per guarire quelle delle anime nostre.”
Queste due ultime invocazioni sono quelle indicate da Nostro Signore stesso e per le quali Egli ha fatto delle promesse sì belle!
Esse sono state indulgenziate per tutti i fedeli con Indulto della Sacra Penitenzieria in data 16 Gennaio 1924.
300 giorni per ogni invocazione “toties quoties”.
Le Superiore, non senza difficoltá, poterono fare adottare la recita del Rosario delle sante Piaghe; come già a Paray, a cagione di uno zelo estremo della Regola, qualcuna si permise di opporre difficoltà
E tanto le nostre Madri, quanto la povera Conversa ne raccolsero molte mortificazioni.
Ma Nostro Signore le incoraggiava: “Figlia mia, le grazie di Dio non sono concesse in modo da escludere le difficoltà nell’adempimento dei miei voleri …
Le mie Piaghe sono vostre; il demonio ne ha perduto il merito, è per questo che è arrabbiato contro di voi.
Ma, a misura che voi incontrerete opposizioni ed ostacoli, la mia grazia sarà abbondante”.
“Non bisogna temere niente, bisogna superare gli ostacoli; questo è il vero amore …
Colui che vi protegge non può essere scosso: Io sarò sempre il vostro difensore! … ma questa sofferenza è indispensabile.”
L’Eterno Padre, tenendo una chiave in mano, sembrava minacciare con aria severa: “Se non fate ciò che voglio Io, chiuderò le Sorgenti e le darò ad altri.”
Con una fermezza piena di pazienza e d’umiltà, le nostre Madri Teresa Eugenia e Maria Alessia pervennero a fare accettare questa pratica, d’altronde sì poco onerosa.
– Gesù le sostenne manifestamente:
Una Sorella di questo Monastero, autorevole per la sua alta intelligenza e solido giudizio, era quella che più fortemente si opponeva alla nuova devozione.
Un giorno vide venire a sè l’umile Conversa, incaricata d’una missione da parte del Divino Maestro, e si sentì svelare una cosa assolutamente segreta, che era avvenuta fra essa e Lui, nell’intimo dell’anima sua, cosa che non aveva mai confidata a nessuno … e che, perciò, S.r Maria Marta non poteva sapere che da Dio …
Davanti a simile prova, la Sorella si arrese lealmente, e volle riparare la sua opposizione passata facendo delle piccole immagini delle sante Piaghe, per propagarne il culto.
“La devozione alle mie Piaghe è il rimedio per questo tempo d’iniquitá”, assicurava il Divin Salvatore.
“Sono Io che lo voglio: bisogna fare le aspirazioni con grande fervore.”
Davanti a questi progressi, la rabbia del demonio non si poteva contenere; se la prendeva specialmente con la nostra Sorella mettendola in ridicolo: “Che cosa fai? … perdi il tuo tempo.
Le altre dicono delle belle preghiere che trovano nei libri, ma tu invece dici sempre la stessa cosa.”
Ma Gesù cacciava il demonio: “Figlia mia, io vedo tutto, io conto tutto.
– Dì alla tua Madre che tengo conto di ogni aspirazione che fa.
– Bisogna che essa faccia tutto il possibile per mantenere la corona della misericordia”.
“Sono contento di vedervi onorare le mie sante Piaghe; io posso ora spandere più abbondantemente i frutti della mia Redenzione”.
“Bisogna che voi, che conoscete la mia volontà, siate doppiamente ferventi …
Se veniste a rilassarvi nella devozione alle mie Piaghe, perdereste molto”.
“Come vi è un’armata formata dall’iniquità, così ve n’è una formata da Me.
– Con questa preghiera, voi siete più potenti di un’armata per arrestare i miei nemici”.
“Felici voi, a cui ho insegnato la preghiera che mi disarma: “Gesù mio, perdono e misericordia, per i meriti delle vostre sante Piaghe”.
Le grazie che voi ricevete con queste invocazioni sono grazie di fuoco … Esse vengono dal Cielo, bisogna che ritornino al Cielo …”
“Dì alla tua Superiora che sarà sempre esaudita per qualsiasi bisogno, allorchè mi pregherà per le mie sante Piaghe, facendo dire il Rosario della misericordia”.
“I vostri Monasteri attirano le grazie di Dio sulle diocesi dove essi si trovano; quando voi offrite al Padre mio, le mie sante Piaghe, Io vi guardo come in atto di tendere le mani al Cielo per avere delle grazie! …
– In verità, questa preghiera non è della terra, ma del Cielo! … essa può ottenere tutto!
– Lo devi dire alla tua Madre, ricordarlo, scriverlo per l’avvenire, affinchè vi abbiate ricorso di preferenza.”
Le raccomandazioni di N. S. non furono vane.
Sinora si è mantenuto l’uso del ricorso quotidiano a “questa preghiera del Cielo”.
Quando sorgono difficoltá, bisogni gravi, pericoli imminenti, le invocazioni si fanno più numerose e più ferventi …
E dopo un’esperienza di cinquant’anni, la Comunità può dichiarare che ha avuto sempre a rallegrarsi della sua confidenza!
Non vogliamo dire con questo che le prove ci siano state risparmiate, nè che la morte abbia diradato le sue visite … Niente di tutto questo!
Ma la prova stessa viene addolcita da tanta consolazione!
E la morte è sí dolce all’ombra delle sante Piaghe!
I Peccatori
Sebbene la Comunitá si fosse piegata alle richieste di N. S. su questi due punti, Gesù non cessò però i suoi richiami.
Egli si fece anzi più premuroso nel presentare le sue Piaghe come “sorgenti di grazie per i peccatori”, e come “lezioni eloquenti per le anime religiose”:
“Da molto tempo ( è sempre Gesù che parla ) io desidero vedervi distribuire i frutti della mia Redenzione.
Voi fate ora ciò che io voglio per la salute del mondo.
“- Ad ogni parola che pronunziate della corona della misericordia, io lascio cadere una goccia del mio Sangue sull’anima d’un peccatore”.
“Gli uomini calpestano il mio Sangue, Io voglio che voi, mie spose, mi amiate e lavoriate per amor mio”.
“Se con tutte le ricchezze di cui le mie Piaghe sono colme per voi, non ne ricavaste profitto, sareste molto colpevoli …”
“Le anime che non venerano le mie sante Piaghe, ma che invece le mettono in ridicolo, sono da me rigettate”.
“I peccatori disprezzano il Crocifisso; io sopporto con pazienza, ma un giorno verrà in cui li punirò”.
“Vieni col tuo cuore, sposa mia, vieni col tuo cuore ben vuoto, perche Io ho di che riempirlo: vieni alla conquista delle anime.”
E facendole vedere nel mondo una moltitudine di peccatori: “Io te li mostro, affinché tu non perda un istante di tempo.”
Durante il mese del Preziosissimo Sangue, la visione di Gesù Crocifisso diveniva abituale a S.r Maria Marta.
“Figlia mia, io ho sofferto tanto per un’anima sola, come per tutte insieme …
La Redenzione è stata abbondante!”
E il Sangue Redentore scorreva a flotti dalle ferite adorabili, e Gesù mormorava con amore: “É il Sangue del tuo Sposo! … del tuo Padre! … É per le vostre anime che è stato versato!
– Io solo posso versare così questo Sangue divino! …
– Figlia mia, io sono il tuo Sposo! Io sono tutto tuo per le anime! …”
Qualche volta, essa vedeva la Giustizia di Dio irritata, pronta ad aggravarsi sul mondo: “Non mi pregare, Io voglio punire”, diceva G. Cristo nella sua indignazione.
“Il mondo per essere rigenerato avrebbe bisogno d’una seconda redenzione.”
L’Eterno Padre, intervenendo, dichiarava: “Io non posso dare il mio Figlio una seconda volta.”
Ma la nostra Sorella comprendeva che, con l’offerta reiterata delle sante Piaghe, noi potevamo operare questa redenzione.
– A misura che le offriva, essa vedeva la collera divina cambiarsi “in una dolcezza di grazie che si spandevano sul mondo.”
“Figlia mia, – diceva un’altra volta il Signore Gesù, – bisogna riportare la palma della vittoria: essa viene dalla mia santa Passione … sul Calvario, la vittoria sembrava impossibile, e pure è sul Calvario che ho trionfato.
– Io desidero costantemente che gli uomini profittino della mia Redenzione, ma, – sieno o no fedeli – bisogna che ne sorga la mia gloria.”
Nostro Signore la spaventò dandole una vista della sua Giustizia provocata dai peccati degli uomini …
Allora, tutta smarrita, esclamó, umiliandosi profondamente: “Mio Dio, non guardate la nostra miseria, ma guardate la vostra misericordia.”
Ed essa ricominciava a calmare il Salvalore moltiplicando le invocazioni alle sante Piaghe.
“Offrimele spesso per guadagnarmi dei peccatori, le diceva incoraggiandola il Divin Maestro, perchè io ho fame delle anime! …”
Le Sante Piaghe e le Anime Religiose
“Nella Casa di Dio, bisogna vivere unite alle mie Piaghe”, disse il Salvatore.”
– I vostri voti escono dalle mie Piaghe …”
Un giorno S.r Maria Marta faceva la “Via Crucis”; arrivata che fu alla decima stazione, Gesù fece comprendere alla sua sposa il merito del suo spogliamento riguardo al voto di povertà, domandandole d’offrire le sante Piaghe – “per quelle sue spose che hanno bisogno di spogliamento, affinchè sappiano rivestirsi di questa virtú con una pratica piú esatta del voto di povertà.”
Poi, alla Crocifissione, Egli soggiunse – “che essendo consacrate a Lui, noi dobbiamo essere inchiodate alla Croce con Lui … – allorchè seguiamo la nostra propria volontà, noi ci dichiariamo nemiche della Croce …”
“Bisogna che vi lasciate governare dalla vostra Superiora, come Io, tendendo le mani, mi sono lasciato attaccare alla Croce.”
Poi Gesú le domanda ancora di pregare – “per quelle che vorrebbero schiodarsi dalla Croce, mancando all’obbedienza …”
“Figlia mia, ripetè Egli un’altra volta, guarda la mia corona, e intenderai la mortificazione, – le mie mani distese, e imparerai l’obbedienza, – comprenderai la povertà vedendomi nudo sulla Croce, – la purità in Colui che è sì puro e che ti ama come Sposo! …”
Egli le insegna che le anime religiose sono pure delle anime consacrate alla sofferenza: “Io vorrei vedere nelle mie spose altrettanti Crocifissi! …
– La sposa non deve forse somigliare al suo Sposo?” dichiara Colui che la Sacra Sposa dei Cantici dipinge così: “Il mio Diletto e bianco e vermiglio”.
“Io ti darò delle sofferenze per tutta la giornata, le promette Gesù, afinchè tu vada più spesso alle felici Sorgenti delle mie divine Piaghe”.
“Io voglio che tu sia crocifissa con Me; lo voglio in tutti i modi …
– A misura che dirai: sì, io ti crocifigerò maggiormente”.
“Figlia mia, guarda la mia corona!
Io non dissi: mi fa troppo soffrire – Io l’accettai per voi, dal Padre mio!
– Guarda le mie mani! io non dissi: le rifiuto, ciò mi farà troppo soffrire! – e così dei miei piedi”.
Poi, Gesù mostra alla sua serva la sacra sua carne, tutta lacera: “Nel tuo Sposo troverai ovunque delle Piaghe!
Io voglio che tu lo rassomigli!
Contemplami sulla Croce: quando vi ero, non guardavo nè i carnefici, nè i loro oltraggi … guardavo il Padre mio.
– Bisogna compiere così il vostro dovere, facendo ciò che vogliono, senza uno sguardo verso la creatura … come io guardavo unicamente il Padre mio!”
Un altro giorno questo tenero Maestro le apparve sulla Croce, tutto scarnificato, “non avendo che la pelle sulle ossa”: “Ecco, figlia mia, esclamò, per dove devono passare quelli che io mi sono scelto e che vogliono arrivare alla gloria, – non coloro che alzano la testa.
– La mia Madre è passata per questa via … Il che è ben duro per quelli che vanno avanti per forza e senza amore; ma dolce e consolante è la strada delle anime che portano la loro croce con generosità.
– Bisogna che le spose di Gesù Crocifisso, soffrano … – Non ho più che le mie spose per compensarmi”
In un altro trattenimento, Gesù dice ancora: “Figlia mia, dovete amar molto il Crocifisso e crocifiggervi per amare Gesù, affine di poter morire come Gesù e risorgere a nuova vita come Lui.
– Io rinnovo ora le grazie della mia Passione … – tocca a voi di spanderne il benefizio sul mondo intiero.”
Come Suor Maria Marta seppe corrispondere ai desideri di Gesù
Commossa fino al più intimo dell’anima da simili rivelazioni, la nostra cara Sorella ne rimaneva tutta penetrata: Era talmente innamorata delle Piaghe adorabili del Salvatore, che le sembrava “di doverle divorare”.
Il suo più ardente desiderio era di suscitare nell’universo i sentimenti d’amore e di riconoscenza che esse devono ispirare, pronta a dare la sua vita per l’estensione d’un culto che voleva immenso, appassionato, senza limiti!
Se, d’altronde, il suo ardore si rallentava, se le invocazioni uscivano meno numerose dalle sue labbra, Gesù non tardava a presentarsi a lei nello stato pietoso a cui l’hanno ridotto le nostre iniquitá, e, mostrando le sue Piaghe, la rimproverava amorosamente: “Esse ti guardano sempre, anche se tu le dimentichi, tu, che dovresti sempre, guardarle …
– Io te le ho già fatte vedere si spesso che ciò dovrebbe bastarti, ma no, bisogna sempre che risvegli il tuo fervore.”
Oppure: “Le invenzioni dei carnefici per farmi soffrire, ero io che le volevo.
– Le volevo per amor vostro e per soddisfare il Padre mio: tutto fu fatto per mia volontà! …
Ora, figlia mia, farò soffrire anche te, perchè così Io voglio.
– Io desidero e voglio che tu mi offra un compenso per gli oltraggi che ricevo! …
Ti voglio Vittima senza debolezze: io sarò il tuo Sacrificatore.
Leva in alto il tuo cuore e gettalo nelle mie mani.”
Presentandosi a lei come in un quadro: “Bisogna copiarmi”, supplicava Egli un giorno, con un accento d’indicibile tenerezza e d’ardente desiderio – ” Bisogna copiarmi!
I pittori fanno dei quadri quasi conformi all’originale, ma qui il pittore sono Io e faccio la mia immagine in voi, se voi mi guardate.”
Un altro giorno, ritornando su questo stesso invito, il nostro divin Salvatore le insegnava: “Figlia mia, quando un pittore vuol fare un quadro; prepara dapprima la tela che deve ricevere i colori.”
“Signore, io non so che cosa vuol dir cio?” domandò essa nella sua estrema ignoranza.
E Gesù le dovette spiegare che l’anima sua era questa tela preparata: “Figlia mia, preparati a ricevere tutti i tocchi di pennello che Io ti vorrò dare.”
Più tardi Egli le domandava: “Figlia mia, vuoi tu essere crocifissa con Me, oppure vuoi essere glorificata?”
– ” Oh! mio bon Gesù, preferisco essere crocifissa!
Io vorrei soffrire per Voi, come Voi avete sofferto per me! …”
– “Tu soffrirai per Me, come Io ho sofferto per te, facendo tutte le tue azioni per piacermi e non rifiutandomi alcun sacrifizio …”
– A queste parole, Suor Maria Marta fu sorpresa da una grande apprensione e si mise a specificare i suoi numerosi difetti, come un ostacolo alle grazie di Dio: “I tuoi difetti, replicò il suo tenero Maestro, compariranno tutti al giorno del Giudizio, ma per la tua gloria e per la mia! …
– Io accetto tutte le tue azioni e le tue sofferenze, per i peccatori e per le anime del Purgatorio, ma bisogna che tu sia intimamente unita al mio Cuore, alle mie Piaghe, sicchè tu sia una sola cosa con Me …
– Tu non devi uscire dal mio Cuore, perchè Io non potrei più comunicarmi a te.”
“Buon Maestro, fatemi il catechismo”, domandó essa una volta, col suo candore e il suo ardire da bambina: “Vieni nella tua dimora, sposa mia, rispose Gesù mostrandole le sue Piaghe, vieni nella tua dimora: qui troverai tutto! …
Io sarò il tuo predicatore e t’insegnerò ad immolarti per Me e per il prossimo”.
“Il Crocifisso, ecco il tuo libro! …
Tutta la vera scienza è nello studio delle mie Piaghe.
Se tutte le creature le studiassero, tutte vi troverebbero abbastanza, senza aver bisogno d’alcun libro.
– É quello dove i miei santi leggono e leggeranno eternamente, è il solo che voi dovete amare e la sola scienza che dovete studiare.”
“Quando attingete alle mie Piaghe, – le confida ancora Nostro Signore, – voi sollevate il divin Crocifisso!”
E rivolgendosi verso il nostro santo Fondatore, presente al trattenimento: “Ecco il tuo frutto! gli dice, una delle tue figlie che attinge il mio Sangue nei fori sacri, per darlo alle anime e placare la mia Giustizia.”
La nostra Sorella, divorata com’era dall’amor di Dio, profittò di questo momento per domandare al nostro Santo Padre di ottenerle presto nella Patria il godimento del Sommo Bene.
Ma egli rispose alle sue suppliche: “Figlia mia, bisogna che tu faccia il tuo compito! …
– Nessuno può entrare in Cielo prima d’aver compiuto quaggiù l’opera sua.
– Se tu vi andassi, vedendo la tua opera incompleta, vorresti ritornare sulla terra per finirla, considerando la gloria resa al divin Maestro, e quanto tu plachi la Giustizia di Dio tanto irritata …
– Io sono molto contento della gloria che date anche a Me, invocando le sante Piaghe.”
In tal modo S.r Maria Marta era costantemente sostenuta, incoraggiata nel “suo compito”, secondo l’espressione che ritornava continuamente sulle sue labbra.
Questo compito l’abbiamo visto, era, in primo luogo, di far valere continuamente i meriti delle sante Piaghe di N. S. G. C. per i bisogni della Chiesa militante e della Chiesa purgante.
Quindi di adoprarsi per rinnovare, per quanto è possibile, questa salutare devozione nel mondo intiero.
La prima parte la riguardava personalmente: Nostro Signore ve l’aveva impregnata con delle promesse solenni, di antica data e redatte dalla mano materna: “Io, Suor Maria Marta Chambon, prometto a N. S. G. C. di offrirmi ogni mattina a Dio Padre, in unione con le divine Piaghe di Gesù Crocifisso, per la salute di tutto il mondo e per il bene e la perfezione della mia Comunità.
– Io lo adorerò in tutti i cuori che lo ricevono nella Santa Eucarestia …
Lo ringrazierò della sua degnazione nel discendere in tanti cuori che sono sì poco preparati …
– Io prometto a Nostro Signore d’offrire ogni dieci minuti, col soccorso della sua grazia e in ispirito di penitenza, le divine Piaghe del suo Sacro Corpo all’Eterno Padre … di unire tutte le mie azioni alle sue sante Piaghe, secondo le intenzioni del suo Cuore adorabile, per il trionfo della santa Chiesa, per i peccatori e le anime del Purgatorio, per tutti i bisogni della mia Comunità, quelli del Noviziato, dell’Educandato e in espiazione di tutte le mancanze che vi si commettono …
Tutto questo, per amore, senza obbligo di peccato.”
– L’invocazione: “Eterno Padre, io vi offro le Piaghe di N. S. G. C., per guarire quelle delle anime nostre” é la formula di questa offerta …
Suor Maria Marta aveva promesso di dirla ogni dieci minuti, ma non passava quasi momento nella giornata, in cui la sua bocca non la rinnovasse, unendovi la seconda invocazione: “Gesù mio, perdono e misericordia, per i meriti delle vostre sante Piaghe.”
L’esistenza della nostra cara Sorella divenne così una preghiera continua: Si leggeva sul suo volto, l’unione con Dio in un silenzioso raccoglimento.
Nel vederla, si restava colpiti dai suoi occhi quasi sempre chiusi, dalle sue labbra mormoranti continuamente una preghiera.
In Coro specialmante, essa si perdeva veramente in Colui che degnava mostrarsi agli occhi dell’anima sua, come un Padre e un Amico.
* * *
Quanto alla seconda parte del “compito”, quella di risvegliare nelle anime la devozione alle sante Piaghe, questa non dipendeva unicamente dalla generosità eroica di S.r Maria Marta …
N. S. si era dato pensiero di fargliene intravedere le delusioni e le difficoltá: “La tua via, è di farmi conoscere ed amare per mezzo delle mie Piaghe principalmente nell’avvenire”.
“Ci vorrà molto tempo per stabilire questa devozione.”
Tuttavia sembra che il velo dell’avvenire siasi sollevato parzialmente allo sguardo di S.r Maria Marta in una specie di visione di cui la nostra On.ma Madre Teresa Eugenia Revel deplora, con visibile rincrescimento l’oscurità: “Noi non abbiamo potuto saperne di più sullo scopo di questa visione e sul suo significato.”
Senza entrare nei particolari di questo resoconto, senza cercare una interpretazione che non potrebbe essere che personale, e, senza dubbio fantastica, noi costatiamo semplicemente i fatti reali: S.r Maria Marta, con l’appoggio delle sue Superiore, introdusse la devozione alle sante Piaghe nella Comunità: “era questo un primo passo;”
Molti Monasteri hanno seguito questo esempio e adottato la devozione: “ecco un secondo passo;”
La concessione di 300 giorni d’indulgenza in favore di tutte i fedeli del mondo: “ecco un terzo passo;”
Possiamo sperare che la pubblicazione delle grazie accordate alla nostra Sorella, la benefica influenza delle parole di Gesù concernenti la sua santa ed amorosa Passione, lo zelo delle anime religiose e di tanti cuori devoti, contribuiranno a far ricorrere sempre piú avidamente ai tesori infiniti della Passione del Salvatore.
Ultimi Anni e Morte di Suor Maria Marta
Lo scopo di questo opuscolo è semplicemente di dare un’idea del piano divino sulla vita di S.r Maria Marta, esponendo la sua missione, il suo “compito” di depositaria e d’apostola delle sante Piaghe.
Ma questa non è che una parte della sua vita interiore.
Ci resterebbe a parlare della “Santa Infancia” e delle relazioni si intime, si graziose, che esistevano fra quest'”anima infantile”, si pura e semplice, e il celeste Amico dei piccoli e dei Vergini.
Ci resterebbe a dire l’amore del suo cuore scevro di ogni altro amore. – per “Gesù nella Santa Eucaristia”.
Ci resterebbe a dimostrare come queste relazioni costanti e intime con Gesù Crocifisso e Gesù Bambino, la inducessero naturalmente, e quasi instintivamente alle “grandi e solide devozioni” a far conoscere, per esempio, la sua devozione verso la “S.S. Trinitá” ed i fatti straordinari ( non osiamo dire miracolosi ) che ne furono più d’una volta, la ricompensa, a dipingere la sua “tenera divozione verso Maria”, che prese per Madre in tutta la forza del termine, e che – mostrandosi veramente Madre – veniva a completare le lezioni di Gesù, e fare, all’occorrenza la correzione materna alla sua figlia.
Ci resterebbe finalmente ad enumerare le sue “mortificazioni”, – a descrivere le sue “estasi …”
Le cose suddette coi particolari della biografia di S.r Maria Marta, si leggeranno nella ” Vita” che si sta preparando, e che – a Dio piacendo – sarà un giorno pubblicata.
* * *
Ogni giorno di questa vita eccezionale è segnato da grazie e fatti straordinari, – e ciò per lo spazio di vent’anni! – cioè fino alla morte della nostra Om.na Madre Teresa Eugenia Revel ( 30 dicembre 1887 ).
Molto tempo prima, Gesù, mostrando a S.r Maria Marta le due Madri che avevano il segreto di tutte le sue grazie, le aveva fatto questa domanda: “Me ne farai tu il sacrifizio? …”
E quest’anima, distaccata da tutto ciò che non era Gesù, aveva aderito; ma con una riserva: cioè, che d’allora in poi, niente apparisse più dei favori di cui Egli la ricolmava … che tutto resterebbe ben nascosto fra loro due solamente.
Gesù promise e mantenne la parola.
Dopo la morte della nostra buona Madre Teresa Eugenia, Egli coprì d’un velo sempre più impenetrabile colei che si era proposto di tener nascosta fino all’ultimo de suoi giorni.
Dio permise, – per un concorso di circostanze che sarebbe troppo lungo descrivere, – che le Superiore venute in seguito non avessero che una conoscenza molto vaga delle grazie da lei ricevute: i quaderni che ne contenevano il racconto essendo depositati in altre mani finchè ella visse.
Durante gli ultimi vent’anni, cioè fino alla sua morte, niente apparve all’esterno, di quelle grazie meravigliose, – niente, – se non le lunghe ore che S.r Maria Marta passava davanti al SS. Sacramento, immobile, insensibile, come in estasi! … e nessuno osava interrogarla su ciò che avveniva in quegl’istanti benedetti, tra la sua anima rapita e l’Ospite divino del Tabernacolo.
Questa catena ininterrotta di preghiere, di lavoro e di mortificazione … questo silenzio, questo nascondimento assoluto, ci sembra una prova di piú, – e non delle meno convincenti. – della verità dei favori inauditi di cui essa fu ricolma: Un’anima di un’umiltà sospetta, o anche soltanto ordinaria, avrebbe procurato d’attirare l’attenzione, si sarebbe fatta una gloria di ciò che Gesù operava in lei e per mezzo di lei … S.r Maria Marta, giammai! …
Essa si immergeva con delizia nell’ombra della vita comune e nascosta …
Ma, come il granello di senapa gettato in terra, la divozione alle sante Piaghe germogliava nei cuori.
* * *
Nell’ultima notte di Natale che la nostra Sorella passò sulla terra, Gesù. – cosí noi crediamo – l’aveva avvertita della sua prossima dipartita da questo mondo, e delle sofferenze ch’Egli voleva chiederle ancora.
Una Sorella, che si trovava vicina a lei, durante la Messa di mezzanotte, la sentì esclamare con angoscia: “O Gesù mio, questo no! … tutto, si tutto, ma questo no! …”
– “Questo!” con ciò voleva forse alludere alla malattia penosa, dolorosa … “Questo! …” ovvero si trattava dell’interno abbandono, dell’assenza del Diletto! …
Essa, abituata alla sua cara presenza, alla sua conversazione quotidiana, non poteva – senza un doloroso strazio – accettarne la privazione.
Infatti dal quel giorno in poi una tristezza profonda fu notata sulla sua fisonomia.
Colpita da una forte costipazione, a cui si unirono varie complicazioni gravissime, essa ricevette con gioia l’Estrema Unzione, il 13 febbraio 1907.
Ma le restava ancora un doloroso Calvario da salire: cinque settimane di suprema purificazione, nelle quali il suo Salvatore, per identificarla ognor più a se stesso, l’unì alle agonie fisiche e morali della sua Passione.
– Egli l’aveva prevenuta: “Il male che ti dará la morte uscirà dalle mie Piaghe.”
Noi sentivamo che vi era qualche cosa di misterioso in quell’ultimo combattimento della natura …
Il 21 marzo, dopo una notte di terribili sofferenze, seguì una gran calma, un grande silenzio …
Tutta la Comunità circondava la moribonda, recitando migliaia di volte le care invocazioni alle sante Piaghe.
Finalmente alle ore otto della sera, ai primi Vespri dei Dolori di Maria S.S., questa buona Madre veniva a prendere la figlia, alla quale aveva insegnato ad amare Gesù! …
E lo Sposo riceveva per sempre nella ferita del suo Sacro Cuore, la sposa che Egli aveva reso quaggiù quale sua Vittima diletta, sua Confidente ed Apostola delle sue sante Piaghe.
Dio sia benedetto!
NIHIL OBSTAT
Pisis, 10 Febr. 1924
CAN. CUS NICOLAUS ZUCCHETTI