Inizia con questo brano il viaggio tra le pagine migliori di “The Sentimentalists”, romanzo del 1906, inedito in Italia, scritto da mons. R. H. Benson e dedicato, come da titolo, agli artisti romantici, uomini passionali ma fondamentalmente fragili.
Nelle primissime pagine del libro Chris Dell fa la sua ridicola comparsa in scena. Squattrinato, senza un famigliare o un posto dove trascorrere la notte, decide di bussare alla porta della casa londinese del giovane sacerdote Dick Yolland, un vecchio amico che non vede da tempo, ma sul cui aiuto sa di poter contare. Anche nelle circostanze avverse, Chris non rinuncia all’affettazione tipica dell’esteta consumato.
C’era qualcosa di attoriale nella postura della figura che lo stava attenendo.
Dietro la candela che risplendeva sul bianco della tovaglia vi era un uomo di uno o due anni più vecchio di lui e qualche centimetro più alto; una mano era nascosta in un cappotto Chesterfield abbottonato, l’altra, con un anello d’argento, riposava con la punta delle dita sulla stoffa; una bombetta leggermente schiacciata si trovava accanto a un bastone di pruno vicino alla sua mano. Il volto dell’uomo, come Dick la vedeva alla luce della candela, era levigato, rasato e lungo; aveva un naso sottile che pareva delicatamente premuto tra le magre guance; i suoi capelli neri erano attraversati da una riga nel mezzo; la sua bocca carnosa e il mento pronunciato sembravano piegati in una sorta di smorfia tragica, e i suoi occhi neri e penetranti lo scrutavano dalle palpebre un poco abbassate.
Appena guardò lo sconosciuto, Dick fu attraversato dal ricordo improvviso della visita al teatro Adelphi di dieci anni prima. Poi smise di fissarlo.
«Chris?»
L’uomo fece una breve risata in un modo tale che Dick subito realizzò cosa volesse dire la parola “sardonico”.
«Questo è tutto quello che rimane di lui».
Dick fece il giro del tavolo e tese la mano. «Mio caro amico», disse, «devono essere passati cinque anni».
«Un’eternità», disse Chritopher Dell. «Dio … gli dei mi aiutino!»
Si fermò ancora con fare affettato, arretrando di un poco all’avvicinarsi del prete.
«Conosci tutto Padre Yolland? Mio caro Dick», esclamò; «conosci tutto?»
Dick aveva la sensazione di essere obbligato a recitare una fugace parte in un teatro privato; non aveva idea di cosa dire, aspettava l’imbeccata.
«Non capisco a cosa tua alluda, Chris» disse flebilmente.
«Sai chi sono?» declamò l’altro con una luccichio ardente negli occhi. «Un vagabondo… un pubblicano».
«Mio caro amico, non parlare così. Credi che mi importi qualcosa?».
Chris lo guardò e le labbra gli tremavano.
«Ti credo Dick», disse, «tu non sei come gli altri. Dio ti benedica!».
Mosse la mano con un gesto solenne e afferrò quella del prete.
«È per questo che sono venuto», disse; «questa sera era una scelta tra te e il fiume».
Lasciò andare la stretta e infilò la mano nella tasca dei pantaloni.
«Neanche uno spicciolo», disse.
Un leggero rumore giunse dalla tasca. Il suo volto si abbassò un poco.
«Due mezzi-penny, abbastanza per una crosta. Posso andare?»
Dick prese il suo braccio.
«Vieni di sopra, Chris. Sono felice di rivederti. Hai cenato?»
Vide che l’altro arricciò le labbra (non fu proferita alcuna parola).
«Ho cenato, Dick! Sì, ho cenato sull’argine del fiume, il ristorante di Dio, una banana e una crosta di pane».
Dick suonò il campanello, e aspettò, stranamente turbato, fino a quando si aprì la porta.
«Questo gentiluomo vorrebbe della minestra, Betty[1]», disse. «Porta tutto nella mia stanza. Vieni di sopra, Chris».
Il suo amico prese il cappello e il bastone, e si scostò con deferenza per far passare per primo il prete. Dick fu colto da uno spasmo d’impotenza.
«Oh! Non essere… andiamo».
Lo osservava attentamente mentre saliva i gradini dietro di lui. I suoi pantaloni non erano del tutto sfilacciati come avrebbero dovuto essere; al contrario erano perfettamente piegati e mostravano un gradevole paio di stivali di vernice, abbastanza vecchi ma ancora apprezzabili; i suoi capelli erano splendidamente regolari; il suo cappotto ben spazzolato, anche se non nuovo. Nell’insieme sembrava tutto sommato non cavarsela male per uno che aveva mangiato una banana e una crosta. Dick si chiese poi il motivo dell’incavo nel cappello.
Non appena entrò nella stanza Chris appoggiò il cappello e Dick lo afferrò all’istante.
«Vi è un’ammaccatura» disse e iniziò a premere dall’interno. Il cappello fu sistemato e ora sembrava perfetto. L’altro iniziò a ridere.
«Non ci si occupa di queste cose», disse «quando si guarda la morte in faccia».
Dick strizzò per un attimo gli occhi azzurri. Forse Chris aveva sofferto per mancanza di cura.
«Dove hai intenzione di stare questa notte?» chiese.
«Credo al ricovero dell’Esercito della Salvezza o nel fiume[2]. Le mie ossa…»
«Intendi che non hai una stanza?» chiese Dick, strizzando ancora una volta gli occhi. Chris sorrise di nuovo.
«Non chiedere troppo», disse; «ti farà solo soffrire».
«Mio caro amico, dove hai dormito la scorsa notte?»
«Vuoi saperlo davvero? Bene, allora, su una panchina di Green Park».
«Buon Dio! E… e da quanto tempo?»
Il volto dell’altro si abbassò ancora delicatamente.
«Avevo una stanza fino a ieri, ma sono stato cacciato».
Dick sospirò confortato.
«Sono davvero felice che tu sia venuto», disse. «Devi rimanere qui questa sera a ogni costo».
Chris, che in quel momento stava sollevando i pantaloni per sedersi, lo guardò con un’espressione così commossa che il prete non riuscì a continuare.
«Era tuo quel pacco di sotto? Dovremmo portarlo qui».
«Contiene tutto quello che mi è rimasto al mondo».
«Camicie da notte?»
«Credo»
«E Boccaccio?» chiese Dick sogghignando nervosamente.
Chris sogghignò in risposta e improvvisamente si fece serio.
«Sì. Non mi separerò mai da quel libro». […]
La porta fu aperta e Betty entrò con un vassoio.
«Saresti così gentile da preparare la stanza libera?» chiese il prete. «Mr. Dell starà qui un giorno o due. E porta di sopra il pacco che si trova al piano inferiore».
«Sì, Master Dick», disse la vecchia donna.
[1] È la governante che si occupa dell’appartamento di Dick.
[2] L’Esercito della Salvezza è un movimento internazionale evangelico, fondato a Londra nel 1865 dal metodista William Booth allo scopo di portare aiuto ai bisognosi.