citazioni a cura di Luca Fumagalli
Termina con questi due brani il viaggio tra le pagine migliori di “The Sentimentalists”, romanzo del 1906, inedito in Italia, scritto da mons. R. H. Benson e dedicato, come da titolo, agli artisti romantici, uomini passionali ma fondamentalmente fragili.
Il dandy Chris viene accolto nella casa di Rolls. L’amico Dick l’ha convinto ad affidarsi alle amorevoli cure dell’uomo nella speranza che un periodo di ritiro possa giovare alla salute fisica e spirituale dell’amico. Chris, ancora in balìa di morbose fantasie letterarie, sulle tracce dell’Huysmans di “À rebours”, immagina i mesi seguenti come una sorta di prigionia dorata, dove poter condurre una clausura fatta di preghiera, ma anche di poesia e amabili intrattenimenti.
Iniziò a meditare su quale sarebbe stata la sua cura. Era abbastanza sicuro che sarebbe stata bella e delicata; non aveva detto Dick che il medico è un mistico? Ci sarebbero state squisite conversazioni vecchio stampo; forse un corso di meditazione, messa quotidiana, il rosario ogni sera, letture da libri devozionali francesi. Sì, avrebbe fatto tutto questo; sarebbe anche andato a confessarsi una volta a settimana se lo avesse desiderato; e per quanto riguarda la Comunione – sì, la sua fede era sufficiente, come aveva detto la notte precedente; avrebbe potuto accostarsi al Pane Mistico, alla Delizia degli dei, al Cibo degli angeli nel vero spirito della religione. Dopo tutto si trattava di un’unità. E la Chiesa sapeva bene cosa fosse.
Pensava sarebbe stato un ritiro dal sapore aristocratico; avrebbe passeggiato nel parco al tramonto, il dito tra le pagine di un pio libro; avrebbe anche potuto cogliere e inserirvi un fiore nei momenti più commoventi, avrebbe potuto fare tutto mirabilmente. Farse sarebbe stato il balsamo più adatto per la sua anima ferita. Nello stesso tempo avrebbe potuto gioire nel godimento di un ricordo tragico.
Non sarebbe mancato uno sfondo triste a questa scena delicatamente vivida; l’ultimo anno era precipitato in un’oscurità che avrebbe impiegato molto tempo prima di dissolversi. La sua vita a Parigi gli aveva procurato quella sensazione, e il colore di un pesante squallore era stato incrementato dall’ultimo mese trascorso a Londra.
Era una cambiamento per il meglio, disse tra sé. Qui c’era una casa squisita circondata da un parco che assicurava un’atmosfera da vecchio mondo, la sua camera a pannelli con la profonda poltrona sulla quale avrebbe potuto sognare con le sue sigarette; la cappella, che sarebbe stato un luogo ancora più significativo nel giro di qualche settimana; il cortese padrone di casa e anche il cappellano che pareva una scimmia non erano privi di un significato suggestivo.
Che articoli avrebbe scritto! Periodi levigati, profumati come legno intarsiato, simili a incisioni, allusioni come le note di flauti e di strumenti a corda, una stanca nota che attraversa il mondo come il palpito di un organo distante percepito attraverso corridoi rivestiti di legno…Chris fremeva felice sulla sedia mentre immaginava di scrivere quelle cose.
Sì! Aveva colto la giusta attitudine; funzionava tutto alla perfezione; sarebbe stata una reclusione dorata.
La strategia che Rolls adotta per curare l’anima di Chris Dell è molto severa e comprende l’alternanza tra lavoro e preghiera. Trattato alla stregua di un dipendente, il ragazzo svolge l’umile mansione di aiuto-giardiniere nell’immenso parco della villa. Dick, preoccupato per l’amico, invita il padre a fare visita a Mr. Rolls così da chiarire gli scopi di un metodo tanto singolare ed estremamente rigido.
Mr. Yolland si alzò dalla poltrona in direzione del camino quando ricevette l’invito dell’uomo, e si mise a fumare pensieroso il suo sigaro.
Aveva scritto tre giorni prima sulla spinta di un’accorata lettera di Dick in cui chiedeva se fosse stato possibile per il padre parlare con il suo vecchio amico. Mr. Rolls aveva risposto invitandolo a cena. Avevano discusso di questioni irrilevanti fino a quando i domestici erano rimasti nella stanza, con lunghi silenzi, e ora l’ospite si chiedeva come avrebbe potuto introdurre l’argomento che gli stava a cuore.
Ma non ce ne fu bisogno.
«Bene, per quanto riguarda Mr. Dell?»
L’altro fissò stupito il padrone di casa che si trovava vicino al focolare. Era una sera umida, e piuttosto fredda, e un fuoco era stato acceso nel buio salotto, tutto questo nonostante fosse agosto e la luce del sole brillava ancora fuori dalla finestra. Mr. Rolls era in piedi riscaldando le mani dietro di lui, con il suo volto solo a tratti visibile nella lieve penombra.
«Immagino tu voglia sapere tutto» disse.
«Bene, cosa mi puoi dire. Dick mi ha scritto allarmato»
«Certo» disse l’altro, e fece una pausa. «Non c’è molto da dire. Sta lavorando duramente. Non è ancora venuto per lamentarsi. Gli avevo dato due settimane, invece è già passato un mese».
Mr. Yolland si mosse impercettibilmente sulla sua sedia.
«John», disse, «non c’è bisogno che te lo dica ma sai che mi fido di te. Ma posso chiederti perché hai fatto tutto questo?»
L’altro fece nuovamente una pausa, secondo il suo stile.
«È un poseur», disse sbrigativamente; «un romantico; ha bisogno di fatti».
«Ma non gli ha già avuti? Ho capito da Dick che ha avuto una vita dura».
Rolls sospirò delicatamente. I suoi modi erano differenti in compagnie diverse dalla presente.
«In un certo senso, sì; ma non ha tratto da essi alcun beneficio. È in un’armatura di piastre. Deve essere distrutta; e non vedo altra soluzione».
Mr. Yolland fece una nuvola di fumo.
«John», disse, «desidererei una spiegazione più dettagliata da parte tua».
Ci fu una nuova pausa.
«Bene, ti dirò cosa penso. Prima di tutto, chiunque lo incontri o lo ama o lo odia. Quelli che lo amano lo rovinano, quelli che lo odiano lo evitano».
L’altro annuì.
«Quelli che lo amano lo incoraggiano; lui ha, si direbbe, un certo fascino. Lo so che sei affezionato a lui; così anch’io, tuo figlio, Miss Annie, sua madre e Jack[1], così anche i domestici. Tutti lo amiamo, nonostante i suoi noti sbagli. Ne ha fatti anche molti altri che non conosciamo. Siamo tutti molto dispiaciuti per lui. Ne consegue che siamo tutti pronti a condurlo sulla giusta strada anche se lui ne desidera un’altra. Miss Annie ci era quasi riuscita, ma non è stata forte abbastanza…»
Mr. Yolland lo interruppe.
«Un momento, John. Non è cosa che mi riguardi, ma puoi dirmi come mai Mrs. Hamilton è così arrabbiata con te?»
«Credo dovrebbe esserlo. Mi ha chiesto cosa pensassi di lei e le ho risposto».
«Sì?» disse l’altro sorridendo.
«Le ho detto che era perfettamente convenzionale, e che il suo errore era di credere che non lo fosse. Richard, credo che queste persone facciano più danno di chiunque altro nel mondo. Pensano di non avere limiti, e non c’è niente di più limitante.»
«Vai avanti»
«No, non c’è nient’altro da dire. Ma la prima condizione per una sana larghezza di vedute e comprendere che quelle di ognuno di noi sono strette; se uno non lo coglie, perde la cosa più importante di tutto. Ora, guarda cosa ha fatto quella buona donna a questo giovane…»
Si fermò improvvisamente.
«Sì?»
«No, non lo farò. Ho già detto troppo. E ora è tutto compiuto; lei non si immischierà più. Quindi, per tornare a quanto stavamo dicendo, l’anima di quest’uomo è a pezzi, nulla di meno. Se gli rimarrà sufficiente forza di volontà sarà salvato. Ci deve essere una reazione, lo sai. Adesso sta vivendo sul piedistallo dell’orgoglio, ed è come mangiare aria. Mi aspetto che questa pioggia…ascolta».
Il silenzio nella stanza fu interrotto dal rumore della pioggia di un altro acquazzone estivo che batteva contro la finestra.
«Era tutto bagnato alle cinque. L’ho intravisto mentre lavorava nel giardino. Domani sarà nuovamente inzuppato, e mi aspetto che alla sera verrà per dimettersi»
«E poi?» chiese l’altro facendosi un poco più avanti.
«Non si dimetterà. Non oserà. Non potrà più vantarsi se lo farà. Ha ancora sufficiente orgoglio da poter essere ferito. Gli dirò la verità ancora e ancora fino a quando la capirà».
«Non hai paura?»
«Paura? Sì. È per questo che l’ho fatto alloggiare con Whalley e padre Baynton[2]. Entrambi conoscono abbastanza al suo riguardo; sono sempre all’erta per ogni evenienza; e ho il suo revolver».
«Perché temi un suicidio?» chiese delicatamente Mr. Yolland, consapevole di avere stranamente la gola secca.
«Perché deve comprendere presto la verità su se stesso e Dio Onnipotente. Se vedrò qualche miglioramento, lo incoraggerò; altrimenti continuerò il mio vecchio piano.
«E quando sarà distrutto?»
«Quando sarà distrutto dovrà essere medicato. Sarà una questione rapida; conserva ancora molta vitalità. Sono sicuro di questo, altrimenti avrebbe già ceduto da tempo».
Seguì il silenzio, e la pioggia continuava a battere sui vetri scuri.
Mr. Yolland si sistemò sulla sedia attraversato da emozioni contrastanti.
Gli sembrò di stare assistendo a un dramma straordinario. Conosceva tutto di quest’uomo il cui profilo si distingueva appena dal fuoco rossastro; sapeva che aveva già trattato casi del genere, e praticamente sempre con successo, ma il suo cuore sobbalzava al pensiero che Chris Dell fosse nelle sue mani.
[…]
«John, non mi hai mai detto come hai iniziato tutto questo».
«Tutto cosa?»
«Questo, l’assistenza ai bisognosi».
L’uomo fece nuovamente una pausa.
«Ho iniziato», disse senza il più piccolo tremore nella voce, «quando sono tornato a casa dopo aver ucciso mia moglie. Sentivo che dovevo fare qualcosa…allora un pover’uomo incrociò la mia strada, e lo portai qui, e semplicemente accadde. Gli altri giunsero, e non so come, e ho fatto sempre quello che ho potuto…ho studiato molto riguardo ai loro problemi…oh! Misticismo, malattie mentali, collassi nervosi. Ho anche cercato di capire cosa avesse a che fare tutto questo con le leggi della natura. E così è andata avanti».
Era orribile osservare la sua compostezza, e il suo interlocutore era concio di quel tocco di paura che non era mai troppo distante. Ma cercò di replicare con lo stesso tono.
«E…e i tuoi principi?» chiese, facendo cadere un po’ di cenere dalla punta del sigaro.
«Lo vuoi sapere?»
«Se me lo puoi dire»
«Bene, la prima cosa è il distacco da sé. Non ho bisogno di dire che io stesso lo pratico poco, ma ci provo. Questa casa, per esempio; all’inizio ho pensato che non sarei riuscito a resistere, ma…bene; il secondo è pregare molto, uno deve essere sempre pronto; e il terzo è di non trattare due casi allo stesso modo, perché due casi non sono mai uguali. E il quarto – sì, il quarto è di imitare i metodi di Dio Onnipotente – cioè, di non tirarsi mai indietro, di essere preparato a essere brutale a volte. Credo che sia tutto, non ne ho formulati altri».
[1] Jack è il cugino di Annie e vive anche lui nella casa degli Hamilton.
[2] Sono rispettivamente il giardiniere e il cappellano di Mr. Rolls. Entrambi abitano in una piccola casa poco distante dalla residenza signorile.