citazione a cura di Luca Fumagalli
Si chiude con questo brano la pubblicazione di alcuni stralci tratti da Loneliness? – romanzo di mons. R. H. Benson pubblicato postumo nel 1915 e mai tradotto in italiano – che racconta la tormentata storia d’amore tra la cantante cattolica Marion Tenderton e Max Merival, facoltoso rampollo di una famiglia protestante.
Marion è pronta a prendere una decisione: ripercorrendo mentalmente le tappe più significative del suo percorso di crescita spirituale, ora non è più disposta ad accettare il subdolo ricatto di dover scegliere tra Max e la Chiesa. La conversione nasce dalla lettura del diario di Maggie, una donna che sa esserle amica anche dopo la morte.
È strano, ma evidente, che il mondo ha tanti messaggi quanti sono coloro ai quali sono destinati. Per chi è in lutto un giardino all’alba è un luogo di desolazione; al bambino esso appare al contrario come un’occasione terribilmente divertente per lanciarsi in straordinarie avventure; per l’amante è una stanza segreta dove l’amore cammina. Era una stanza segreta anche per Marion.
Perché era tornato a lei, non il suo passato, ma tutto quello che aveva dato significato al suo passato, ora in espansione verso un futuro misterioso. Prima di tutto le era tornato in mente quella che è l’esperienza più difficile da descrivere – la coscienza di una Personalità che sta alle altre personalità come il sole con le stelle – una Personalità difficile da afferrare, apparirebbe persino inconcepibile ad alcune nature, non perché surreale ma sovrannaturale. […] Per quanto riguarda il nome di questa Personalità vi erano una varietà di opinioni nel mondo religioso: per Marion non c’erano dubbi sul fatto che il lume visto attraverso la finestra della chiesa indicasse la Sua presenza, come la stella del mattino era il simbolo della Sua presenza nel mondo della natura. Una fede come questa può sembrare sciocca a coloro che non la condividono: un serio dubbio a proposito di queste convinzioni sarebbe apparso sciocco a Marion.
Aveva datato l’inizio del ridestarsi di questa esperienza al terrore che l’aveva presa nella chiesa oscura la notte seguente al funerale di Maggie; a ogni grande Presenza, quando essa si avvicina, è appeso un velo di paura. Vi era un’atmosfera insolita; aveva raggiunto i livelli più bassi e la strana sensazione le aveva fatto tremare le vene ai polsi e mozzare il fiato. A dire il vero l’atmosfera non le era del tutto sconosciuta, l’aveva già sperimentata una volta, e improvvisamente ritrovò se stessa. Dopo avvenne la sua prima passeggiata all’alba: ancora era riuscita a penetrare un poco più a fondo, scoprendo che non c’è una cosa come la solitudine in un’anima che inizia a comprende veramente cosa sia. Quindi, uno dopo l’altro, sono giunti due aiuti esterni: innanzitutto la rilettura di alcune sue lettere, e la scoperta, più avanti, di una profondità maggiore del suo punto di vista; poi quella che può essere considerata non meno di una rivelazione, cioè la lettura del diario di Maggie. Ora il diario non era affatto notevole in sé. Parte dell’impulsiva irrisolutezza che caratterizzava le azioni di Maggie, la contraddistingueva anche nella meditazione. Vi erano contenuti assurdi dettagli sul prezzo del caffè; speculazioni del tipo se l’occhio vitreo in un pappagallo significasse una qualsiasi malattia latente; noticine per ricordarle certe questioni che, a giudicare dagli ultimi commenti, erano state comunque dimenticate. C’erano tutte queste cose; ma fortunatamente nel diario vi era anche molto altro; più importante del resto era l’espressione di un amore tenero nei confronti di Marion e una non meno appassionata gratitudine per quella straordinaria benedizione che, a quanto pare, considerava essere la sua amicizia con la ragazza. Fu questo a spalancare il cuore di Marion mentre leggeva. Conobbe, quindi, che Maggie l’aveva amata; ma anche che Maggie amava tutto ciò che non le capitava di odiare: il cottage a Standing, Mrs. Grant[1], l’odore di un giardino, Radamanto[2], l’oscurità di una chiesa, il sacerdozio in generale – il connubio migliore tra natura e grazia; queste cose erano parse a Marion occupare lo stesso dolce posto che occupavano negli affetti di Maggie: non vi erano distanze o valori relativi; ed è stata questa opinione che aveva causato nella ragazza il sospetto che la donna anziana fosse un po’ superficiale, nonostante la sua amabilità. Aveva pensato che Maggie l’amasse esattamente come amava qualsiasi altra cosa.
Ma, con la lettura del diario, tutto apparve nel giusto ordine: apparvero due cose, e solo due, che erano incontrovertibili: Dio e Marion…
[1] Un’amica della donna.
[2] Semidio cretese figlio di Zeus e di Europa, fratello di Minosse. Secondo la mitologia greca fu un uomo onesto e un saggio legislatore.