Nota di Radio Spada; continua oggi, festa di san Giorgio martire, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo ilitare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo periodo pasquale. Buona lettura!
Baldovino IV
Il Re Lebbroso nacque in Terrasanta, a Gerusalemme, nell’estate del 1161 da Re Amalrico I e Agnese di Courtenay. Sin dalla più tenera età venne educato da Guglielmo di Tiro, nobile influente e futuro Arcivescovo di Tiro. Durante gli addestramenti il giovane principe mostrava una strana,sospetta insensibilità al dolore che destò sospetti nel suo maestro, troppo impressionato dal suo portamento stoico. Ci si rese presto conto che il braccio destro e la mano erano paralizzati in parte: lebbra nella su forma lepromatosa, la più dura.
Il malanno tuttavia non impedì al principe di crescere e addestrarsi; all’età di tredici anni suo padre morì e lui divenne re il 15 luglio 1174, con la formula della reggenza (Raimondo III di Tripoli fu reggente fino alla maggiore età del giovane). La sua prima mossa fu quella di stipulare una pace con Salah ad Din l’anno successivo: occorreva riorganizzare le forze. I suoi soldati lo conobbero appena quattordicenne quando guidò spedizioni militari nelle valli della Siria e, stipulata la suddetta pace, li addestrò personalmente. Assieme al Basileus Bizantino Manuele I programmò una spedizione in Egitto ma, per alcuni ritardi, la spedizione naufragò. Approfittandone, Saladino marciò dal Cairo con più di 30.000 uomini che incontrarono quelli di Baldovino nella piana di Montgisard, nei pressi di Ramla. Con 580 cavalieri e qualche migliaio di fanti, Re Baldovino guidò personalmente la carica che distrusse l’esercito maomettano che perse il 90% dei suoi effettivi. Lo stesso Saladino si salvò mettendosi in sella ad un cammello da corsa. Come ringraziamento, fece erigere un monastero sul luogo della battaglia dedicato a Santa Caterina, festeggiata in quel giorno (25 novembre 1177).
Nonostante patì la sconfitta a Marj Uyun, Baldovino continuò ad essere la spina del fianco dei maomettani tanto da meritarsi l’appellativo di Al Khinzir, letteralmente “Il suino”. Il Re tuttavia continuò a dare battaglia agli odiati nemici finchè la lebbra, unita alle fatiche nel difendere il Sepolcro di Cristo, lo stremarono, consegnando la sua anima al Padre. Era il 16 marzo 1185, il re aveva solo 24 anni.
Enrico II il Pio duca di Slesia
Cardinale Bertrando del Poggetto
Ugo de’ Pagani e Goffredo di Sant’Omero
Eraclio Imperatore di Bisanzio
Uno che aveva capito che i musulimani o li schiacci tu per primo o loro schacciano te: solo i tonti con lo capiscono e gli haters dei cristiani in nome dell’amore cristiano ( amano i cristiani tanto da non volerli vedere più d’intorrno!) , tal quale il nostro benemerito (per loro) pappa francesco e tutta la ciurma massonica che ci tiene al guinzaglio…
Baldovino ‘Al Khinzir’? Certo che detto da “El Caprùn…
Ho penato un po’ prima di rendermi conto che NON é leproma tosa, bensì lepromatosa una sola parola, la forma più grave.
In ogni caso sono a conoscenza di almeno un caso accaduto in Italia.
Compagno di scuola delle elementari che ha scoperto che sia lui (in forma neuritica) che una figlia se l’ erano beccata.
Causa probabile, un viaggetto in Thailandia con relativo contatto ravvicinato con delle cimici.