Nota di Radio Spada; continua oggi, festa di san Fedele di Sigmaringa, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo ilitare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo periodo pasquale. Buona lettura!
Pelagio di Fafila
Nobile visigoto, fu l’artefice della strenua resistenza cristiana nelle Asturie che permise ai cristiani di sopravvivere in Spagna all’avanzata moresca. Senza di lui, la Reconquista non ci sarebbe mai stata.
Nato dal duca di Fafila nel 690, era bisnipote del Re visigoto Chindasvindo.
Suo padre venne fatto assassinare da re Vitige e Pelagio, non sentendosi sicuro, prima riparò nelle sue terre nelle Asturie e in seguito a Gerusalemme in pellegrinaggio. Tornato in patria, combattè a fianco del Re Roderico, suo amico, che lo chiamò come guardia personale. Assieme, i due combatterono nella Battaglia del Guadalete, dove vennero sconfitti dal capo berbero Tariq e dove il Re trovò la morte. Mentre la nobiltà fuggiva in Spagna, lui riparò nelle Asturie dove organizzò la resistenza. Conquistate le Asturie, i musulmani costrinsero alla fuga sulle montagne Pelagio il quale li tormentò con la guerriglia. Per vendicare lo stupro di sua sorella, avvenuto per mano del governatore musulmano Munuza, si ribellò apertamente. Incarcerato, evase e tornò nuovamente in Austuria, dove fece insoregere la popolazione. Esasperato, Munuza mandò il generale Alqama a reprimere la rivolta. I due eserciti si incontrarono a Covadonga, nell’anno 722: avventuratisi fra le montagne e le grotte, i mori vennero attaccati dai 300 uomini di Pelagio che massacrarono le decine di migliaia di nemici. Messi in fuga, i moreschi si addentrarono nelle montagne dove, per le preghiere di Pelagio, la terra si aprì e inghiottì tutti maomettani (decine di migliaia). La straordinaria vittoria diede morale ai visigoti spagnoli che emigrarono in armi nel Nord ponendo le basi del Regno delle Asturie da cui, con grande gloria, sarebbero nati i regni della Reconquista
Enrico II il Pio duca di Slesia
Cardinale Bertrando del Poggetto
Ugo de’ Pagani e Goffredo di Sant’Omero
dove è un Pelagio oggi e i 300 suoi eroi che fecero a fette i musulimani? E come può il Cielo, che come si sa aiuta sempre gli audaci, aiutare un branco di debosciati quali sono divenuti i cristiani?? L’unica cosa che il Cielo può fare è quello di farci precipitare nella voragine dell’abisso che ci siamo scavati con le nostre mani!