Nota di Radio Spada; continua oggi, sabato di Pasqua, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo periodo pasquale. Buona lettura!
San Giorgio
Nato in Cappadocia (attuale Turchia) da padre persiano intorno al 280, il “Megalomartire” fu educato nella religione cristiana; divenne ufficiale dell’esercito imperiale prima in Palestina poi al seguito di Diocleziano. Un giorno, passando da Silene, in Libia, venne a sapere che ad un drago che terrorizzava la popolazione locale e cui venivano offerte ogni giorno inizialmente due pecore, poi anche giovinetti e giovinette, era appena stata destinata la figlia del Sovrano; si precipitò verso la palude ove risiedeva il mostro, lo ferì e domandò alla Principessa d’avvolgergli la sua cintura attorno al collo per trascinarlo, mansueto, in città; qui San Giorgio domandò a tutti la conversione al Cristianesimo in nome di quel prodigio ed in cambio dell’uccisione del drago. Quando venne la Grande Persecuzione, nel 303, egli si rifiutò di sacrificare agli idoli, donò tutti i suoi averi ai poveri, si confessò cristiano ed accettò il martirio, ma non prima di sette anni di torture, prigionia, tre volte la morte e tre la resurrezione, e molti altri miracoli, che portarono alla conversione del generale Anatolio e di tutti i suoi uomini, nonché dell’Imperatrice, alla morte dell’Imperatore e dei suoi dignitarj; fu infine decapitato a Lidda, in Terrasanta, dove sorse una basilica costantiniana in suo onore, poi distrutta dal Saladino; in punto di morte promise di venire in soccorso di chiunque avesse venerate le sue reliquie: ed infatti apparve nel cielo a capo d’una schiera d’angeli per guidare il drappello crociato genovese nella battaglia d’Antiochia.
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