Nota di Radio Spada; continua oggi, festa di San Giustino, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo periodo pasquale. Buona lettura!
Vardan Mamikonian
Nato nella profonda Armenia, la storia di Vardan si inquadra nella secolare lotta fra Roma e i Persiani per il possesso della regione Caucasica. Tutte le guerre combattute fra questi due imperi, portavano a trattati di pace dove la parte vincitrice imponeva sul trono di Armenia un principe appartenente alla fazione che spalleggiava (es i filo romani o i filo sasanidi). Nato nel 387 nel villaggio di Artaxata, fiorente comunità cristiana, da genitori filo persiani che lo educarono alle usanze orientali. Essendo nobile, combattè diverse battaglie per i persiani che lo fecero diventare, all’età di 45 anni, Sparapet (Comandante supremo dell’Esercito Persiano). Come era da uso, venne richiamato a corte nel 449 dai mobads, i sacerdoti zoroastriani, che gli chiesero di rinunciare alla fede cristiana in chiave antiromana. Tutti i nobili armeni si rifiutarono, guidati da Vardan e, tornati in patria, organizzarono la resistenza all’esercito persiano che di lì a poco sarebbe sciamato in Armenia. Nei due anni che ebbe a disposizione, Vardan usò la sua esperienza per rendere gli armeni eccellenti soldati sia da battaglia che da imboscata, per i persiani l’avanzata in Armenia fu un incubo. Giunti sulla piana di Avaryr, i due eserciti finalmente si scontrarono nella battaglia finale; l’ordine dello Shah di Persia Yazgerd era di piegare la resistenza armena ad ogni costo: lo socntro fra le due cavallerie fu devastante.La battaglia sorrise ai persiani ma ad un prezzo terribile, nonostante gli armeni fossero solo 66.000 e i persiani cinque volte tanto. Vardan cadde martirizzato sul campo di battaglia assieme a tutti i nobili che lo avevano seguito. La resistenza continuò, nonostante tutto, col nipote Vahan il quale costrinse i persiani a riconoscere l’Armenia stato indipendente e cristiano. E’ venerato dalla Chiesa cattolica armena.
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