Nota di Radio Spada: riportiamo con cronachistico interesse lo snodarsi delle polemiche tra “autorità ecclesiastiche”, autorità politiche e alcuni fedeli in terra reggiana.

Alla Cortese Attenzione delle Redazioni Interessate

Alla luce degli ultimi avvenimenti, il nostro Gruppo desidera fare il punto della situazione fornendo nuove informazioni:

1. Il Card. Gerhard Müller ha preso le distanze dai vescovi che hanno appoggiato e deciso di presiedere le “veglie-anti-omofobia”, dichiarando che “l’omofobia semplicemente non esiste ed è chiaramente un’invenzione, uno strumento del dominio totalitario sulla mente degli altri”.

2. Ci sentiamo soddisfatti e consci di aver fatto finalmente chiarezza: la nostra diocesi ha pienamente e orgogliosamente calato la maschera. La curia reggiana ha mostrato sfacciatamente il proprio assessorato: “responsabili affari religiosi” del potere reggiano in carica.

3. La prevedibile scesa in campo del Sig. Luca Vecchi, orgoglioso paladino delle prime unioni LGBT in Italia, è una conferma di quanto appena detto. In politica funziona così: difendimi tu che poi ti difendo io.

3. Di recente, il consigliere De Lucia ha orgogliosamente pubblicato su Facebook uno studio che dimostra la fine della religione nel mondo, in particolare di quella cristiana: ha ragione! De Lucia ha avanzato, di recente, grandi apprezzamenti per il vescovo reggiano. Chi ne ha voglia, unisca i puntini.

4. Alle damigelle di corte che sono accorse a vestire il re abbiamo risposto con una “lettera a don Camillo” inviata alla stampa, anche a quella diocesana.

5. Poco tempo fa uno dei nostri attuali portavoce interpellò il vescovo per chiedere di indire una veglia di preghiera per il piccolo Alfie Evans, evidenziando la cosa come un’assoluta priorità. Ci fu risposto che “le nostre casualmente sono sempre priorità”: ora capiamo quali sono, invece, quelle del vescovo.

6. Precisiamo che la nostra battaglia non si fonda sui numeri, ma sulla Verità che si tramanda da 2000 anni, e non da 20. Quella Verità “che ci farà liberi” veramente, non rovesciata sotto i dettami di una falsa carità la quale, se non fondata sul Vero e non sull’ “ideale”, perde ogni valore. Potremo dunque essere in 3, in 5 o in 15 che non cambierà nulla: la storia cristiana insegna che quando si è pochi e si ha tutto il mondo contro, la via è quella giusta.

7. Ai cattolici vogliamo dire che è inutile andare alla “veglia anti-omofobia” presieduta da Camisasca per cercare di estrapolare i contenuti in linea con il catechismo: potrebbe esser letto anche l’intero Liber Gomorrhianus di san Pier Damiani che la cosa non cambierebbe. È il messaggio che conta: la diocesi reggiana si è tinta di colori arcobaleno e Arcigay (giustamente!) esulta. Rimandiamo ancora all’articolo del Direttore de La NbQ:
http://www.lanuovabq.it/it/da-bergamo-a-palermo-arriva-il-club-dei-vescovi-gay-friendly

8. Sabato sera saranno forniti i nomi dei portavoce per eventuali dichiarazioni dopo il Rosario di riparazione davanti al Vescovado.

Grazie per la gentile attenzione

Gruppo di Preghiera 20 maggio

BREVE ARTICOLO APPARSO SULLA GAZZETTA DI REGGIO A FIRMA DEL SUO DIRETTORE, CON ACCUSE AL GRUPPO DI PREGHIERA

LA RISPOSTA PUBBLICA DI CRISTIANO LUGLI, PORTAVOCE DEL GRUPPO DI PREGHIERA 20 MAGGIO 

Caro Peppone,

Io e lei non siamo mai andati troppo d’accordo. Un compagno e un cattolico, d’altronde, si danno botte da orbi a suon di olio di ricino. Un po’ come faceva lei con don Camillo in effetti.
Tuttavia ammetto che, i compagni come lei, quasi mi mancano. Come ho scritto a don Camillo, voi almeno avevate un’identità ben definita e, ancor più, eravate uomini veri, non calzette democristiane le quali, poi, alla fine, hanno fatto su solo un gran pasticcio “democratizzando” il Cristianesimo.
Peppone voglio solo dirle che oggi lei si dovrebbe vergognare dei signori che hanno preso la sua eredità: i “compagni”, oggi, non esistono più: se ne faccia una ragione!
Pensi che, dalla Gazzetta di Reggio – ben schierata con il Comune regnante che a lei dovrebbe creare una certa orticaria – il Direttore tuona contro i cattolici dal tono “savonaroliano e anti-bergogliano”. Si rende conto? I suoi compagni di ieri sono diventati, oggi, tutti esperti di cattolicesimo, tutti papisti (e più del papa!).
Lei però Peppone è uomo d’altri tempi. Era un comunista, e quindi a rischio scomunica. Tuttavia, ha saputo vivere come cristiano seguendo le direttive della sua coscienza prima ancora di quelle del partito. I “cristiani” di oggi, invece, quelli alla Scansani che leonizzano la tastiera parlando di “parole volanti”, seguono le direttive del partitello che li guida. Come le ho detto, da circa 5 anni sono tutti dei solenni cattoliconi.
E allora mi faccia un favore lei Peppone: li strigli un po’, facendo presente che non son più né arte, né parte.
E, se può, me ne faccia un altro: dica a don Camillo di chiedere a tutti questi cattolici dell’ultim’ora se il papa venuto dalla fine del mondo li ha portati alla conversione e, quindi, alla confessione, ai sacramenti, al rispetto della Legge di Dio – prerogativa senza la quale, piaccia o no, non ci si può definire cattolici perché, come dimostrano i direttori da retrotastiera che fanno finta di non sapere chi siamo dopo che gli abbiamo fornito numeri, nomi ed interviste, di cattolicesimo bisogna intendersene.
Se così non fosse, la prego, dica a don Camillo di sbattere fuori dalle parrocchie a calci nel sedere qualche “cattolico adulto”, come solo lui, sublimemente, sa fare.
Grazie, Peppone.
Cristiano Lugli
Portavoce Gruppo di Preghiera 20 maggio