Nota di Radio Spada; continua oggi, nel martedì delle Rogazioni (Apparizione di San Michele Arcangelo sul Monte Gargano), questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo periodo pasquale. Buona lettura!
Konishi Yukinaga Agostino
Nato nel 1555, Yukinaga (nell’onomastica tradizionale giapponese il cognome si antepone al nome) era figlio di un mercante del clan Sakai, Konishi Ryusa, battezzatosi col nome di Gioacchino,, e di Maddalena, una giovane donna giapponese cristiana. Come i suoi genitori, Yukinaga decise di prendere la strada del Cattolicesimo e a ventisei anni, nel 1581, si fece battezzare prendendo il nome di Agostino.
L’anno dopo entrò a servizio del clan Ukita, potente famiglia del sud del Giappone, dove ebbe modo di ampliare le sue doti belliche.
Durante la campagna per la riconquista dell’isola meridionale di Kyushu, nel 1587, il generale e futuro Shogun (il capo supremo dell’esercito) Toyotomi Hideyoshi notò la capacità di comandò del giovane Agostino e lo ricompensò con diversi feudi dividendoli fra lui e Kato Kyomasa, un fervente buddhista con il quale Agostino ebbe sempre un rapporto di scontro/tregua. Pur essendo contrario a quella che vedeva come una guerra ingiusta, scatenata solo per spargere sangue, venne mandato in Corea nella prima invasione del 1592. La campagna fu inizialmente facile ma quando i coreani si ribellarono, supportati dai cinesi, scacciarono i giapponesi. Fu Agostino Yukinaga che organizzò con pazienza la ritirata, evitando inutili fughe e ritirate. Si trovò coinvolto anche nei due successivi tentativi di occupazioni, nel 1596 e nel 1598, dove cercò di risparmiare inutili perdite ai suoi uomini.
Morto Hideyoshi nel 1598, si aprì una faida in Giappone per il controllo dell’esercito. Pur consapevole dei rischi, per dovere di amicizia Agostino si schierò con Ishida Mitsunari, suo amico, contro lo strapotere di Tokugawa Ieyasu, futuro persecutore del Cattolicesimo (come lo fu anche Hideyoshi). Le due opposte fazioni si incontrarono nella valle antistante il villaggio di Sekigahara. Ivi, il 21 ottobre 1600, i due eserciti si diedero battaglia.
Nello scontro, Agostino e i suoi uomini diedero filo da torcere a quelli di Ieyasu finchè il tradimento dei clan Mori e Kobayakawa consegnò la vittoria ai nemici di Mitsunari. Fuggito sul monte Ibuki, Agostino venne catturato dai suoi nemici e si rifiutò di compiere il suicidio rituale, a motivo della sua Fede. Schernito e incatenato, venne portato a Kyoto dove venne condannato alla decapitazione.
Morì pregando. Era il 6 novembre dell’anno 1600.
Enrico II il Pio duca di Slesia
Cardinale Bertrando del Poggetto
Ugo de’ Pagani e Goffredo di Sant’Omero
Eraclio Imperatore di Bisanzio
Baldovino IV Re di Gerusalemme
Carlo Martello, Maggiordomo di palazzo
Matilde di Canossa, viceregina d’Italia
El Cid Campeador signore di Valencia
Principe Giorgio Castriota Skanderbeg
Principe Carlo Filippo di Schwarzenberg
Principe Raimondo Montecuccoli
Don Fernando Alvarez de Toledo, duca d’Alba
Enrico III lo Sfregiato, duca di Guisa
Simone IV di Montfort, duca di Narbona
Ultimi commenti