Nota di Radio Spada; continua oggi, nella festa di San Pio V, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo periodo pasquale. Buona lettura!
Fernando Alvarez de Toledo
Fernando nacque a Piedrahita, in Spagna, il 29 ottobre 1507.
Addestrato dal nonno Fadrique, combattè assieme all’Imperatore Carlo V a Pavia, nel 1525, e nell’assedio di Tunisi, nel 1535, partecipando attivamente alla conquista della roccaforte nordafricana. Divenuto ormai un generale di tutto rispetto, aiutò Carlo V durante la battaglia di Muhlberg dove insieme sconfissero l’empia Lega di Smalcalda, formata da principi luterani.
Divenuto infine Duca d’Alba (con questo titolo viene ricordato), divenne governatore dell’instabile provincia dei Paesi Bassi dove, senza un attimo di esitazione, diede prova di fede cattolica e di fermezza esemplare; in primis ricostituì il sistema delle tasse, sottraendo fondi ai ribelli olandesi. In seguito, rimilitarizzò l’Olanda costruendo fortificazioni e bastioni. La sua fama di generale lo precedeva: quando marciava verso una città, solitamente sparivano i leader protestanti, timorosi di finire o uccisi dalle sue truppe o condannati dai tribunali. Si scontrò pesantemente coi gueux, i predoni olandesi soprannominati “Pezzenti del Mare”. I suoi successi militari in diversi assedi (Harlem e Alkmaar) consentirono alla Spagna di riottenere il pieno controllo dei Paesi Bassi, anche se per poco. Rimpiazzato, il Duca di Ferro, così era chiamato il Duca d’Alba dai suoi nemici, venne spedito a sedare una rivolta in Portogallo. Riuscitoci, si ritirò infine morendo a 75 anni a Lisbona.
Enrico II il Pio duca di Slesia
Cardinale Bertrando del Poggetto
Ugo de’ Pagani e Goffredo di Sant’Omero
Eraclio Imperatore di Bisanzio
Baldovino IV Re di Gerusalemme
Carlo Martello, Maggiordomo di palazzo
Matilde di Canossa, viceregina d’Italia
El Cid Campeador signore di Valencia
Principe Giorgio Castriota Skanderbeg
Principe Carlo Filippo di Schwarzenberg
Principe Raimondo Montecuccoli
veramente fu mandato a conquistare il Portogallo a detrimento dell’erede legittimo…
Premesso che non ho scritto io l’articolo, posso comunque assicurarVi che Antonio d’Aviz, figlio illegittimo e mai legittimato di uno dei fratelli di Re Giovanni III, era un usurpatore e che il vero Re del Portogallo alla morte del Cardinal Enrico era proprio Filippo II di Spagna. Antonio fu a tutti gli effetti a capo d’una rivolta antispagnola.
no, il legittimo erede era il duca di Braganza, + vicino di una generazione a re Sebastiano rispetto a Filippo, ma lui non aveva un esercito e il duca d’Alba… e comunque alla biografia del nostro eroe cattolico manca sempre la guerra contro Paolo IV.
Era uno dei possibili eredi, non lo nego, ma quando s’estingue una dinastia la successione non è mai automatica. Il Cardinal Enrico non scelse un successore; le Cortes scelsero FIlippo e dunque Filippo fu il Re legittimo; che poi il suo esercito abbia influenzato – se non forzato – la decisione dei grandi del Portogallo è un altro discorso: purtroppo la politica senza la forza è impossibile da farsi. Comunque ad essere obiettivi la linea di successione avrebbe visto in prima posizione Ranuccio Farnese, in seconda Teodosio di Braganza e solo in terza Filippo II, che però era d’una generazione più vicino a Re Giovanni III suo zio ed aveva dalla sua anche il matrimonio con Maria Emanuela d’Aviz, sorella dell’infante Giovanni Manuele. Che i Braganza fossero gli eredi legittimi è una falsificazione a posteriori per giustificare la rivolta del 1640. A lamentarsi potrebbero al limite essere i Farnese.