Nota di Radio Spada; continua oggi, durante l’Ottava dell’Ascensione (festa di San Giovan Battista Lasalle), questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo periodo pasquale. Buona lettura!
Josef Radetzky
Il Conte di Radetz nacque nel 1766 nel patrio castello di Trebnitz, nella Boemia centrale; rimasto presto orfano di entrambi i genitori, fu affidato alle cure del nonno, che lo iscrisse al Collegio Teresiano di Vienna, dove fu studente non brillante, ma grande appassionato di Storia. A 18 anni entrò nei corazzieri austriaci e già nella guerra russo-turca del 1787-92 (ove l’Austria appoggiò con successo la conquista della Crimea da parte dello Zarismo russo) fu nominato ufficiale; tuttavia la sua carriera spiccò il volo durante le guerre napoleoniche: prima ajutante di campo del Maresciallo Melas a Marengo, dove venne ferito, poi capo dello Stato maggiore di Schwarzenberg quando si trattò di studiare il piano tattico di Lipsia; profondamente convinto della bontà dell’Antico Regime, fece tuttavia sue, sistematizzandole, le idee militari di Bonaparte. Nel 1831 divenne comandante dell’esercito imperiale nel Lombardo-Veneto e nel 1836 ricevette la promozione a Feldmaresciallo. Amante della disciplina e grande stratega, fu sempre estremamente prudente e rigoroso nella disposizione tattica. Nonostante ciò, dopo cinque giorni di resistenza, nel 1848 fu costretto ad abbandonar Milano ai rivoltosi per rifugiarsi nel Quadrilatero Verona-Legnago-Mantova-Peschiera, donde riuscirà, dopo le sconfitte di Goito e di Peschiera, a guidar la riscossa delle forze controrivoluzionarie fino alla vittoria di Custoza e all’armistizio di Salasco con Re Carlo Alberto. A poco a poco tutto il castello di carte dei rivoluzionarj fu fatto crollare dal Feldmaresciallo, da Praga a Vienna a Venezia, sino a Roma. Nel 1849 Radetzky sarà decisamente più preparato a fronteggiare il secondo attacco piemontese e vincerà il Savoja a Mortara e a Novara, guadagnandosi dal giovane Imperatore Francesco Giuseppe il Governatorato del Lombardo-Veneto. Governò sempre con pugno di ferro, sempre preoccupato di rafforzar le difese, rimpinguar le truppe, mettere a tacere i fautori dell’opposizione: tuttavia preferì in parecchi casi l’esilio, le requisizioni ed il carcere alla pena di morte. Morì assai anziano nella Villa Reale di Milano in seguito ad una caduta. Era il 1858: con i suoi stavano per terminare i giorni della vecchia Italia.
Enrico II il Pio duca di Slesia
Cardinale Bertrando del Poggetto
Ugo de’ Pagani e Goffredo di Sant’Omero
Eraclio Imperatore di Bisanzio
Baldovino IV Re di Gerusalemme
Carlo Martello, Maggiordomo di palazzo
Matilde di Canossa, viceregina d’Italia
El Cid Campeador signore di Valencia
Principe Giorgio Castriota Skanderbeg
Principe Carlo Filippo di Schwarzenberg
Principe Raimondo Montecuccoli
Don Fernando Alvarez de Toledo, duca d’Alba
Enrico III lo Sfregiato, duca di Guisa
Simone IV di Montfort, duca di Narbona
Daimyo Konishi Yukinaga Agostino
Conte Orlando d’Anglante, paladino di Francia
Luigi Maria de Salgues, marchese di Lescure
Giovanni Tserclaes, conte di Tilly