
Nota di Radio Spada; continua oggi, Martedì di Pentecoste (festa di Santa Rita da Cascia), questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo compimento del periodo pasquale. Buona lettura!
Guglielmo Embriaco
Genovese, nacque nel 1070 da una famiglia imparentata con gli Spinola, una potentissima casata ligure. Soprannominato Embriaco per il suo gusto per il vino, si diede sin dalla gioventù alle armi, in particolare alla progettazione di materiale poliorcetico (macchine d’assedio); la sua perizia bellica gli valse il soprannome di Testa di Maglio con doppia valenza. Il primo significato andava ad esaltare le sue doti belliche, il secondo la sua capacità di “martellare i suoi vizi”.
Accompagnò Goffredo di Buglione in Terrasanta nel 1097 dove assistette ad un’offesa inferta dai maomettani allo stesso. Furioso, Goffredo chiese l’appoggio dei genovesi recandosi alla Chiesa di San Siro, dove li invitò a prendere parte alla spedizione che stava preparandosi.
Guglielmo colse la palla al balzo e cominciò a supportare l’avanzata crociata in Medioriente: sempre nel 1097 si impadronì del porto di San Simeone di Antiochia, privando la città, nel frattempo assediata dai crociati, di continui rifornimenti. La chiave del suo successo, e di quelli futuri, risiedette nel letale corpo dei balestrieri genovesi. Armati di pesanti balestre, essi si chinavano per ricaricare l’arma volgendo le terga al nemico, coperti da un enorme scudo posto sulla schiena. Questo corpo inoltre vestiva una specifica uniforme dalla quale, in seguito, deriveranno i jeans moderni.
Tornato a casa, fece vela con due galee verso la Palestina sbarcando a Giaffa; ivi, i crociati vengono circondati da una flottiglia maomettana ma l’Embriaco forza il blocco giungendo al porto vicino di Laodicea, dove smonta le navi per usarle come materiale da costruzione.
Giunse infine sotto le mura di Gerusalemme dove capì che l’assalto crociato stava fallendo causa mancanza di armi d’assedio adeguate. Senza pensarci due volte, Guglielmo ordinò ai suoi carpentieri genovesi la costruzione di una torre d’assedio mobile con la quale agganciarsi alle mura. I maomettani crearono un immenso ariete collegato alle mura con delle funi per distruggere la torre ma gli uomini di Embriaco, muniti di falci, recisero le corde di sostegno. Questo permise alle due torri costruite di arrivare alle mura; due cavalieri fiamminghi, Lethalde ed Engelbert, irruppero sui bastioni coperti dai mortali quadrelli delle balestre genovesi.
Ultimata la conquista di Gerusalemme, Guglielmo si imbarcò nell’agosto del 1099 sulla flotta crociata che confrontò vittoriosamente i maomettani davanti le spiagge di Ascalona. L’anno seguente, eletto console di Genova, guidò 27 galee e 8.000 crociati a rinforzare il neonato Regno di Gerusalemme.
Fra il gennaio e il febbraio del 1101 conquistò e razziò diversi centri maomettani in Libano, prelevando anche le colonne del Mausoleo dei Maccabei, perse tuttavia in un naufragio.
Veleggiando verso Haifa, venne intercettato dalle flotte maomettane; con una manovra aggirante, evitò l’ingaggio della flotta egiziana portandosi a distanza di sicurezza. Andando a Gerusalemme, assiste al prodigio che si rinnova da quando i crociati hanno ripreso la città: a Pasqua, le lampade, nella Baslica del Santo Sepolcro, completamente al buio, si accendono da sole, come incendiate da mani angeliche.
Mossosi verso la piazzaforte di Arsul, conquistata con un assedio lampo di tre giorni, unì infine le sue forze con quelle dei gerosolimitani intenti ad assediare la città di Cesarea. Ivi, mentre stava salendo la sua scala d’assedio, essa venne ribaltata dai maomettani, facendo cadere morti tutti tranne Guglielmo che, lesto, si mise a scalare una torre mobile d’assedio e, una volta giunto sulle mura, vi massacrò i maomettani presenti.
Nella sua lunga carriera si confrontò anche contro gli infingardi bizantini che lo attaccarono nei pressi di Itaca, sulla via del ritorno: affrontatili, li vinse giungendo infine a Genova. In virtù della reliquia del Sacro Catino, un piatto di vetro verde collegato all’Ultima Cena, acquisì meriti politici in Genova divenendo Console di Genova nel 1102, assieme al padre Guido Spinola.
Da lui discenderanno gli Embriaci, i gloriosi signori della cttà di Gibelletto (Byblos) in Libano.
Carico di meriti, si spense ancor giovane all’età di trentadue anni proprio nell’anno 1102.
San Kaleb di Axum
Sant’Alfredo re del Wessex
Sant’Olaf il coraggioso
San Ladislao d’Ungheria
San Erik IX Re di Svezia
San Luigi IX Re di Francia
San Giorgio
Giuseppe Sanchez del Rio
Enrico II il Pio duca di Slesia
Giovanni di Gothia
Costantino il Grande
Teodosio il Grande
Costantino XI Paleologo
Vardan Mamikonian
Cardinal Fabrizio Ruffo
Cardinale Bertrando del Poggetto
Assalonne di Lund
Ugo de’ Pagani e Goffredo di Sant’Omero
Eraclio Imperatore di Bisanzio
Carlo Magno
Ottone il Grande
Artù Pendragon
Baldovino IV Re di Gerusalemme
Pelagio delle Asturie
Mattia Corvino re d’Ungheria
Giovanni III Sobieski
Carlo III di Scozia
Carlo Martello, Maggiordomo di palazzo
Matilde di Canossa, viceregina d’Italia
El Cid Campeador signore di Valencia
Principe Giorgio Castriota Skanderbeg
Principe Carlo Filippo di Schwarzenberg
Principe Raimondo Montecuccoli
Principe Eugenio di Savoja
Don Fernando Alvarez de Toledo, duca d’Alba
Enrico III lo Sfregiato, duca di Guisa
Simone IV di Montfort, duca di Narbona
Daimyo Konishi Yukinaga Agostino
Duca Alberto di Wallenstein
Conte Orlando d’Anglante, paladino di Francia
Luigi Maria de Salgues, marchese di Lescure
Marchese Fernando Cortes
Marchese Francisco Pizarro
Giovanni Tserclaes, conte di Tilly
Feldmaresciallo Giuseppe Radetzky, Governatore del Lombardo-Veneto
Barone Ermanno Kanzler, comandante generale dell’esercito pontificio
Maresciallo Giovanni II Le Meingre detto Boucicault
Cavaliere Consalvo Hermigues
Sua Eccellenza Don Giovanni d’Austria
Magister militum Flavio Ezio
Generalissimo Francisco Franco y Bahamonde, Reggente di Spagna
Commenti recenti