Nota di Radio Spada; continua oggi, Festa di Pentecoste, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo compimento del periodo pasquale. Buona lettura!

Flavio Ezio

Nato nel 390 a Durosturum, in Mesia Inferiore, su quella che oggi è la sponda bulgara del Danubio, da un comandante goto o scita integrato nell’Impero, da ragazzo fu dato in ostaggio prima al Re dei Visigoti Alarico da cui apprese l’arte della guerra, poi al Re degli Unni Rua. Dopo aver cercato invano di sostener l’usurpatore Giovanni Primicerio, fu un servitore fedele – anche se non molto riverente – dell’Imperatore Valentiniano III, di cui divenne generale nel 423; dopo esser riuscito, anche grazie all’appoggio unno, ad imporsi sui magistri militum Felice e Bonifacio suoi avversarj (che la reggente Galla Placidia aveva abilmente messi l’uno contro l’altro nel tentativo d’equilibrarne i poteri), divenne nel 433 l’uomo più importante di Roma, tanto da esser definito da un celebre storico moderno “l’ultimo dei Romani”. In un Impero che ospitava ormai al suo interno molti Regni germanici federati su cui deteneva una sovranità solamente nominale, fu grazie alle sue personali alleanze coi Sovrani Burgundj, Franchi, Goti ed Unni, con cui alternava paci e guerre a seconda del rapido mutamento dei rapporti di forza, che Roma poté continuare ad esistere. E quando Attila invase l’Impero, nel 451, fu proprio egli, in alleanza con Meroveo Re dei Franchi e Teodorico I Re dei Visigoti, a sconfiggerlo ai Campi Catalaunici e a contener la sua avanzata in Italia. Temendo però che potesse insidiargli il trono, Valentiniano III lo uccise personalmente nel 454; quando l’anno successivo due guardie del corpo di Aezio assassinarono l’Imperatore, ebbe fine la gloriosa dinastia teodoside – e con essa l’Impero romano d’Occidente.

San Kaleb di Axum

Sant’Alfredo re del Wessex

Sant’Olaf il coraggioso

San Ladislao d’Ungheria

San Erik IX Re di Svezia

San Luigi IX Re di Francia

San Giorgio

Giuseppe Sanchez del Rio

Enrico II il Pio duca di Slesia

Giovanni di Gothia

Costantino il Grande

Teodosio il Grande

Costantino XI Paleologo

Vardan Mamikonian

Cardinal Fabrizio Ruffo

Cardinale Bertrando del Poggetto

Assalonne di Lund

Ugo de’ Pagani e Goffredo di Sant’Omero

Eraclio Imperatore di Bisanzio

Carlo Magno

Ottone il Grande

Artù Pendragon

Baldovino IV Re di Gerusalemme

Pelagio delle Asturie

Mattia Corvino re d’Ungheria

Giovanni III Sobieski

Carlo III di Scozia

Carlo Martello, Maggiordomo di palazzo

Matilde di Canossa, viceregina d’Italia

El Cid Campeador signore di Valencia

Principe Giorgio Castriota Skanderbeg

Principe Carlo Filippo di Schwarzenberg

Principe Raimondo Montecuccoli

Principe Eugenio di Savoja

Don Fernando Alvarez de Toledo, duca d’Alba

Enrico III lo Sfregiato, duca di Guisa

Simone IV di Montfort, duca di Narbona

Daimyo Konishi Yukinaga Agostino

Duca Alberto di Wallenstein

Conte Orlando d’Anglante, paladino di Francia

Luigi Maria de Salgues, marchese di Lescure

Marchese Fernando Cortes

Marchese Francisco Pizarro

Giovanni Tserclaes, conte di Tilly

Feldmaresciallo Giuseppe Radetzky, Governatore del Lombardo-Veneto

Barone Ermanno Kanzler, comandante generale dell’esercito pontificio

Maresciallo Giovanni II Le Meingre detto Boucicault

Cavaliere Consalvo Hermigues

Sua Eccellenza Don Giovanni d’Austria