Nota di Radio Spada; continua oggi, nell’Ottava dell’Ascensione (festa di San Pasquale Baylon), questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo periodo pasquale. Buona lettura!
Maresciallo Boucicault
Nato nel 1366 a Tours, Giovanni le Meingre detto dai Genovesi “Bucicaldo”, fu l’ultimo grande cavaliere, considerato dai contemporanei il più grande esempio di cortesia della loro epoca. Nella sua vita s’esprimevano al massimo grado le tre virtù fondanti della cavalleria: la fede, il valore, l’amore. Di nobili costumi, colto, sobrio, umile, incominciava ogni giornata all’alba con tre ore di preghiera, dopodiché ascoltava quotidianamente due Messe, costantemente in ginocchio; ogni venerdì vestiva di nero, ogni Domenica e festa comandata faceva un pellegrinaggio a piedi o in alternativa si faceva leggere le vite dei santi oppure nobili exempla di valore; parlava assai poco e quasi solamente di Dio e dei Santi o di virtù cavalleresca; avvezzò alla pietà tutti i suoi servi e quanti lo circondavano ed estirpò dalle loro labbra la bestemmia. Combatté valorosamente fin da ragazzo in Normandia, nelle Fiandre, nel Baltico, in Ispagna, in Terrasanta. Divenuto Maresciallo di Francia, seguì il futuro Duca di Borgogna Giovanni Senza Paura nella guerra contro il Sultano Bayazed I per cacciare i Turchi dall’Europa, ma fu sconfitto e fatto prigioniero a Nicopoli (1396), donde fu rilasciato soltanto a prezzo dell’ingente riscatto versato per lui dal genovese Francesco Gattilusio. Nel 1399 liberò Costantinopoli dall’assedio ottomano. Per conto del Re di Francia Carlo vi fu Governatore di Genova dal 1401 al 1409, quando la perdé a seguito d’una sommossa antifrancese; nel frattempo aveva acquisito alla “Superba” il Sarzanese e cercato invano d’annettervi Milano, nonché sconfitto i rivali veneziani e ciprioti nel Mediterraneo orientale. Fatto nuovamente prigioniero nel 1415 ad Azincourt, rimase nelle carceri inglesi fino alla morte, avvenuta nel 1421. In difesa dell’amor cortese nella sua versione più spirituale scrisse Il libro delle cento ballate, prendendo così posizione contro il libertinaggio carnale del Romanzo della Rosa; di ritorno da Nicopoli, fondò l’Ordine dello scudo verde colla dama bianca in difesa delle donne oppresse: in nome dell’amore che serbava platonicamente alla sua amata s’impegnava a combatter per tutte le donne. Il suo atteggiamento di sottomissione e servizio a Dio al Sovrano legittimo e alla donna amata emerge perfettamente dalla sua divisa: “Ciò che Voi vogliate
Enrico II il Pio duca di Slesia
Cardinale Bertrando del Poggetto
Ugo de’ Pagani e Goffredo di Sant’Omero
Eraclio Imperatore di Bisanzio
Baldovino IV Re di Gerusalemme
Carlo Martello, Maggiordomo di palazzo
Matilde di Canossa, viceregina d’Italia
El Cid Campeador signore di Valencia
Principe Giorgio Castriota Skanderbeg
Principe Carlo Filippo di Schwarzenberg
Principe Raimondo Montecuccoli
Don Fernando Alvarez de Toledo, duca d’Alba
Enrico III lo Sfregiato, duca di Guisa
Simone IV di Montfort, duca di Narbona
Daimyo Konishi Yukinaga Agostino
Conte Orlando d’Anglante, paladino di Francia
Luigi Maria de Salgues, marchese di Lescure
Giovanni Tserclaes, conte di Tilly
Feldmaresciallo Giuseppe Radetzky, Governatore del Lombardo-Veneto
Barone Ermanno Kanzler, comandante generale dell’esercito pontificio
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