Nota di Radio Spada; continua oggi, nella festa di Santa Monica vedova, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici. L’organizzazione della rubrica che ha richiesto circa tre mesi di lavoro (e della concomitante “esposizione” all’Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata a cura di Carlo “Charlie” Banyangumuka, Mattia Spaggiari e Piergiorgio Seveso. A voi tutti, amati lettori, dall’intera redazione di Radio Spada l’augurio di un santo periodo pasquale. Buona lettura!
Eugenio di Savoja
Nato a Parigi nel 1663 dal Conte Eugenio Maurizio di Savoja Carignano e da una nipote del Cardinal Mazarino, il Principe Eugenio fu probabilmente il massimo generale della sua epoca; crebbe con una nonna che lo voleva destinare alla carriera ecclesiastica, cui egli però preferì il mestiere delle armi. Rifiutato dai Francesi per via della sua bassa statura – diniego di cui si sarebbero poi pentiti amaramente – offerse i suoi servigi all’Imperatore. Divenuto Feldmaresciallo a soli 30 anni, nel 1697 sui campi di Zenta, nella Voivodina, inferse agli Ottomani la prima clamorosa sconfitta della loro storia, potendo per giunta contare su circa 50.000 uomini contro i 100.000 del nemico: la seguente pace di Carlowitz, con cui terminava la prima Guerra austro-turca, fu per la Sublime Porta l’inizio del declino. Divenuto Presidente del Consiglio aulico di Guerra dell’Austria, diresse le operazioni antifrancesi durante la guerra di successione spagnuola: colla vittoria di Superga assicurò agli Asburgo il Ducato di Milano, di cui fu primo Governatore austriaco, ma respinse gli uomini del Re Sole anche sul Reno a Höchstädt e nelle Fiandre (di cui fu pure Governatore) ad Oudenaarde e Malplaquet. Dopodiché tornò a combattere i Turchi, ottenendo all’Impero, in seguito al vittorioso assedio di Belgrado (1717), il Banato e la Serbia settentrionale, che significarono la massima espansione austriaca nei Balcani. Dopo aver concluso la sua trionfale carriera guidando le operazioni della Guerra di successione polacca, morì a Vienna nel 1736. Fu grazie a questo genio militare se i Turchi cessarono d’esser lo spauracchio d’Europa e se l’Austria poté ottener l’egemonia continentale nel secolo XVIII.
Enrico II il Pio duca di Slesia
Cardinale Bertrando del Poggetto
Ugo de’ Pagani e Goffredo di Sant’Omero
Eraclio Imperatore di Bisanzio
Baldovino IV Re di Gerusalemme
Carlo Martello, Maggiordomo di palazzo
Matilde di Canossa, viceregina d’Italia
El Cid Campeador signore di Valencia
Principe Giorgio Castriota Skanderbeg
Principe Carlo Filippo di Schwarzenberg
Principe Raimondo Montecuccoli
È perché non ricordare la battaglia di Vienna e la strepitosa e ‘miracolosa’ ( Marco d’ Aviano) vittoria ivi riportata sui turchi, a fianco del re polacco Giovanni Sobiesky, benedicente il papa (un papa vero), il Beato Innocenzo XI, vittoria cheeliminò il rischio di un dilagare dell’orda ottomana in Europa?
Ne abbiamo parlato nella puntata su Giovanni Sobieski. 🙂
certo, ma anche qui ricordarlo non sarebbe stato fuori luogo…