La Civiltà Cristiana è un faro che risplende nelle tenebre della barbarie, antiche e recenti. Nel (disperato) tentativo neodarwinista di derubricare comportamenti incivili di nostri antenati come non umani, spesso si ricorre alla confusione tra barbarie (umana) e atti belluini per suffragare la propria strampalata tesi, dimenticando come anche tra gli uomini d’oggi si annidino e prosperino atteggiamenti che potrebbero, seguendo questa confusione, essere definiti non umani, producendo così un cortocircuito logico di ampia portata. Non si smette di essere uomini per i propri atti, esiste però una Civiltà che compie l’uomo per ciò che dovrebbe essere: è il Cristianesimo. Dopo altri esempi trattati in questa breve rubrica, affrontiamo il caso degli abitanti di Nord Sentinel, recentemente balzati agli onori delle cronache per aver assassinato due persone che si erano avvicinate alla loro isola. Riproduciamo la pagina di Wikipedia su questa tribù. Grassettature nostre. [RS]

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I sentinelesi (chiamati anche sentineli o North Sentinel Islanders) sono la tribù indigena dell’isola di North Sentinel, nelle isole Andamane, in India. Appartenenti al popolo degli andamanesi, resistono al contatto con il mondo esterno e sono tra le ultime popolazioni a rimanere praticamente incontaminate dalla civiltà moderna. I sentinelesi mantengono una società di sussistenza del tipo cacciatore-raccoglitore, consistente nella caccia, la pesca e nella raccolta di piante selvatiche. Non vi è alcuna prova di alcuna pratica agricola o di metodi per produrre fuoco. Il linguaggio sentinelese rimane non classificato e non è reciprocamente comprensibile con il linguaggio jarawa tipico delle popolazioni più prossime. I sentinelesi sono ufficialmente definiti in India come tribù riconosciuta o Scheduled Tribe.

Si pensa che vivano nell’isola da circa 60.000 anni: molto probabilmente, i loro antenati hanno preso parte alle prime migrazioni preistoriche compiute dall’uomo fuori dal continente africano. Sono la tribù più isolata al mondo e rifiutano ogni contatto con l’esterno. Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, li ha definiti “la società più vulnerabile del pianeta”, poiché, a causa del completo isolamento, non hanno sviluppato difese immunitarie verso malattie comuni e una semplice epidemia potrebbe spazzarli via. Cacciano e raccolgono i frutti della foresta, e pescano lungo le coste, come la vicina tribù degli Jarawa. Vivono in lunghe capanne comuni e usano canoe a bilanciere per navigare nel mare intorno all’isola. Nel 2004, dopo lo tsunami, alcuni membri della tribù furono fotografati mentre lanciavano frecce contro l’elicottero che sorvolava la loro terra. Nel novembre 2014, Survival International ha denunciato che pescatori di frodo stanno prendendo di mira le acque intorno all’isola, mettendo così in grave pericolo la sopravvivenza della tribù; l’organizzazione ha sollecitato le autorità a garantire che l’isola sia protetta da incursioni esterne.

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