di Giuliano Zoroddu

Giuliano Cesarini, Nobile Romano, definito “l’Ammirabile” da Pio II, si palesa quale fulgido esempio di chierico e soldato al servizio del Signore e della sua Chiesa. Nato nel 1398, dopo gli studi a Roma, Bologna e Padova conseguì la laurea in utroque jure e iniziò ad insegnare. Come clericus la sua carriera ebbe inizio nel 1422 al servizio del Cardinale Branda Castiglione, Legato di Martino V in Germania e Boemia per la repressione degli eretici Hussiti, nemici a un tempo del Trono e dell’Altare. Il Nostro è già uditore di Rota, carica cui si aggiungeranno quella di canonico di san Pietro e uditore di Camera. Alla prima legazione apostolica seguirono quella in Polonia nel 1423, sempre a seguito del Branda Castiglione, quella in Francia nel 1425 e quella in Inghilterra nel 1426. Durante quest’ultima, che sebbene fallimentare gli diede modo di essere apprezzato per il talento retorico, fu nominato da Martino V Cardinale Diacono in pectore di sant’Angelo in Pescheria. La nomina sarà resa pubblica solo l’8 novembre 1430. Lo stesso Papa lo inviò nuovamente quale suo Legato a latere in Germania e Boemia per predicare, lui brillante oratore, la guerra santa contro i rivoltosi eretici Hussiti. Comincia qui la sua carriera di miles nella battaglia di Taus (agosto 1431) durante la quale i Crociati furono sopraffatti e lo stesso Cesarini rischiò seriamente la morte. Resosi conto dello scarso interesse di Sigismondo III verso una nuova guerra, rivolse il suo impegno al Concilio di Basilea presso il quale, suo malgrado era stato nominato Legato della Sede Apostolica. Nella tumultuosa assise, colui che a Firenze sarebbe stato il campione del Papato Romano nelle dispute coi Greci, animato dal nobile ideale della riforma ecclesiastica e dalla volontà di ricondurre all’obbedienza della fede i seguaci di Hus, parteggiò per un conciliarismo moderato e rischiò quasi di esser capo dei conciliarismi sovversivi. Resosi conto degli eccessi, ritornò sui suoi passi e prese parte al Concilio di Ferrara e Firenze per l’Unione dei Greci con la Chiesa Romana. Qui con un oratoria brillante e con la logica ferrea, maturata nei suoi studi giuridici, represse la protervia di Marco d’Efeso1, che con la sua vacua cavillosità si opponeva strenuamente al ricongiungimento dei Greci coi Latini. Siglata l’Unione a Firenze il 6 luglio 1439 al Cesarini toccò l’alto incarico di leggere il testo latino della Bolla. Il testo greco invece venne letto dall’Arcivescovo di Nicea Bessarione (futuro Cardinale, per interessamento del Cesarini), che del Nostro divenne grande amico, sia per lo zelo dell’unità sia per l’amore verso l’antichità classica e la filologia (lo studio dei codici antichi fu fondamentale per l’appianamento delle problematiche dottrinali).  Il trionfo fiorentino spianò le passate controversie fra il Cardinale ed Eugenio IV, che già, nel 1435, lo aveva promosso all’ordine dei Preti assegnandogli il titolo di santa Sabina. Allo stesso tempo ottenne in commenda il vescovado di Grosseto (1439) e l’arcivescovado di Taranto (1439) e fu eletto Gran Penitenziere (1443) e Vescovo di Frascati (1444). All’apice del cursus honorum ecclesiastico, si distinse parimenti nella diplomazia e nella milizia. Forte della ritrovata unione coi Greci, Eugenio IV poté bandire la Crociata contro il Turco. Così nel 1442 il Cesarino partì da Firenze alla volta del Settentrione col titolo di Legato in Ungheria, Polonia, Boemia e Austria. Nel 1443, appianati dal Nostro i contrasti circa la successione al trono ungherese, iniziò l’offensiva contro gli Ottomani. Dopo la vittoria riportata da Hunyadi a Nis in Serbia (3 novembre 1443), fu fiero oppositore della pace di Seghedino (agosto 1444) col Sultano Murad II  e, appoggiato fortemente da Eugenio IV, incitò gli animi alla continuazione della guerra santa, minacciando il fuoco eterno a chi non avesse combattuto le guerre del Signore. Così, con il Cesarini fra i comandanti, l’esercito crociato diede nuovamente avvio alle ostilità. Lo scontro avvenne a Varna in Bulgaria il 10 novembre 1444. Qui centoventimila Turchi sbaragliarono trentamila prodi Cristiani. Lo stesso Cesarini morì eroicamente da Crociato e da Martire, sigillando nel sangue effuso per Cristo, la sua brillante carriera.

[1] Nacque a Costantinopoli nel 1392 a Costantinopoli. Nel 1437 fu eletto metropolita di Efeso e fu chiamato da Giovanni VIII Paleologo a far parte della delegazione greca al Concilio di Ferrara (poi di Firenze). Fu l’unico dei Vescovi Greci a non sottoscrivere la Unione di Firenze. Morì il 23 giugno 1444. Sant’Alfonso lo definisce senza mezzi termini “scellerato”.


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