di Luca Fumagalli
Coventry Patmore (1823-1896), che in vita fu una figura di riferimento presso i circoli cattolici britannici, oggi è quasi completamente dimenticato. Sopravvive limitatamente in Francia, grazie all’eccellente traduzione che Paul Claudel fece di alcune delle sue poesie, ancora lette dagli ammiratori dello scrittore francese.
Prima della conversione, avvenuta nel 1864, due anni dopo la morte della moglie, Patmore aveva già scritto molto. Nel 1844 aveva pubblicato un volume intitolato semplicemente Poems, e tra il 1854 e il 1856 aveva prodotto una lunga serie di poemi, The Angel in the House, che elogiavano l’amore coniugale. Il pubblico vittoriano ne fu entusiasta. L’opera di Patmore venne celebrata per la grande capacità di catturare l’immaginazione del lettore presentando uno spaccato domestico fatto d’affetto e tenerezza.
Al contrario, To The Unknown Eros (1877-1878), la raccolta successiva alla conversione, difficilmente avrebbe potuto incontrare il favore dei contemporanei. Grazie ad essa, comunque, Patmore divenne uno dei “papisti” più in vista del tempo. Conobbe i poeti Francis Thompson e Alice Meynell con i quali strinse una lunga e duratura amicizia (tra l’altro la Meynell fu, almeno in parte, la responsabile del suo successo). Patmore, che era ossessionato dal raggiungimento di una perfezione stilistica e speculativa, verso gli anni Ottanta entrò in contatto pure col gesuita Gerard Manley Hopkins che seppe fornirgli preziosi consigli.
To The Unknown Eros vanta componimenti di grande serietà, scritti in versi liberi, che anticipano la poesia del Novecento. Le tematiche legate al cattolicesimo riguardano, in particolare, l’amore umano e quello divino, trattati secondo una prospettiva che esercitò un’ampia influenza su Claudel.
Uno dei poemi più corti, Vesica Piscis, è un buon esempio dell’arte di Patmore. Riecheggia la storia di uno dei miracoli del Cristo, quando questi ordina ai pescatori, che non hanno catturato nessun pesce in tutta la notte, di gettare di nuovo le reti in mare. L’autore rielabora la vicenda, e alla fine il pescatore ottiene il suo premio: il riconoscimento della divinità nascosta.
La poesia più famosa di To The Unknown Eros è The Toys. In essa il poeta, che ha severamente rimproverato il figlio, va nella stanza di quest’ultimo e lo trova circondato dai suoi giocattoli favoriti, «per confortare il suo cuore triste». Davanti a questa visione Patmore non può che pregare: quando morirà vorrà ricordarsi «di quali giocattoli sono fatte le nostre gioie» e di quanto sia lento l’uomo a capire la volontà di Dio. Nonostante il sentimentalismo, i versi riescono ad illustrare efficacemente l’umiltà cristiana e la misericordia divina.
Coventry Patmore, con il suo lavoro, contribuì al revival della poesia religiosa inglese nella seconda metà dell’Ottocento. Grazie a lui, a Lionel Johnson, a Thompson, alla Meynell e a Hopkins nacque un nuovo modo di concepire la lirica cattolica, moderno e struggente, destinato a influenzare le generazioni successive.
Fonte: R. GRIFFITHS, The Pen and the Cross, Continuum, Londra, 2010.