a cura di Luca Fumagalli
Tutti conoscono 1984 di George Orwell. In pochi, però, sanno che il romanzo dello scrittore britannico, simbolo della contestazione al pensiero unico, appartiene a un genere letterario, fiorito nelle seconda metà del XIX secolo, noto con il nome di distopia (o antiutopia). Mentre il termine utopia indica una società ideale, perfetta anche se irrealizzabile, la distopia rappresenta un mondo futuribile ingiusto, totalmente privo di libertà, in cui la diseguaglianza è programmata e mantenuta tramite un rigido controllo. Di seguito cinque romanzi distopici consigliati per voi da leggere assolutamente …
1984, George Orwell
Non si poteva non partire proprio da 1984. L’azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l’anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c’è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un’esistenza “sovversiva”. Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo.
L’isola del Dottor Moreau, H. G. Wells
Edward Prendick naufraga a seguito di un terribile incidente in nave avvenuto nel Pacifico e si ritrova sull’isola del misterioso Dottor Moreau. Lo scienziato, dedito a strani esperimenti di manipolazione genetica sugli animali, si rivelerà essere un folle, addirittura più pericoloso del suo ideale antenato: il Dottor Frankenstein.
Il racconto dell’ancella, Margaret Atwood
In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime teocratico-puritano di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione.
Il Signore delle mosche, William Golding
Mentre è in corso un conflitto nucleare su scala mondiale, una scolaresca naufraga su un’isola deserta. Gli insegnanti sono tutti morti e i ragazzi devono cavarsela da soli. Il tentativo di creare una comunità armonica e organizzata, però, non porta i frutti sperati: l’isola si trasformerà presto in un vero e proprio inferno in terra. Romanzo sul peccato, quello di Golding è un’affilato resoconto dell’animo umano, costantemente tentato dall’ombra della malizia e dell’egoismo.
Arancia meccanica, Anthony Burgess
Alex è un “eroe” di un futuro prossimo: un teppista sempre pronto a tirar fuori il coltello, capo di una banda di duri che ogni sera, sui marciapiedi dei sobborghi, ripete il gioco della violenza: rapine, stupri, scassi, assalti ai negozi, scontri con altre bande. Finché Alex, che si interessa solo a Beethoven, viene tradito dai suoi amici durante una delle tante sue imprese. Le terapie di rieducazione, non meno violente, lo ridurranno a un’arancia meccanica, in balia delle sue antiche vittime, in una girandola di situazioni grottesche e paradossali.
Aggiungerei a questa lista anche Fahreneit 451 di Ray Bradbury…
Albino