di Giuliano Zoroddu
Nato a Valladolid nel 1388 dalla medesima casata dei Torquemada di Palencia che avrebbe donato alla Santa Chiesa il famoso (quanto calunniato) Inquisitore Tomàs (1420-1499), Juan risplendette per lo zelo e la sapienza fin dalla giovane età. Indossò le sacre lane di san Domenico nel convento di san Paolo della sua città natale, quindi fu mandato a Parigi per studiare la Teologia e il Diritto Canonico. Il suo fervore nello studio, congiunto alla pratica delle virtù cristiane, era per tutti fonte di ammirazione. Ottenuti i gradi, tornò in patria, prima come Priore del suo convento di san Paolo, poi come Priore del convento di san Pietro Martire a Toledo. Dal chiostro la fama di colui che sarebbe stato uno dei più insigni teologi e canonisti del secolo XV (se non il più insegne) si spargeva frattanto in tutta Europa, tanto che nel 1431 Eugenio IV lo chiamò a Roma per assumere la carica di Maestro del Sacro Palazzo Apostolico (i.e. il Teologo del Papa). Investito di questo prestigiosissimo ufficio entrava nella lizza del turbolento Concilio di Basilea dove combatté valorosamente contro gli eretici Hussiti e contro i Conciliaristi, rivendicando i sacri diritti della Sede Apostolica. Nella stessa assemblea espresse in un discorso la sua contrarietà alla dottrina dell’Immacolata Concezione della Vergine, che allora era ancora di libera discussione fra i Teologi. La sua difesa del Papato si concretò nella fondamentale Summa de Ecclesia del 1433 che gli meritò l’augusto titolo di Defensor Fidei. Si distinse inoltre per la causa dell’Unione fra Latini e Greci nell’assise conciliare di Firenze (1437-1439), reprimendo fortemente il superbo cavillare dell’Arcivescovo Marco di Efeso. Il 18 dicembre 1439, in premio delle tante lotte combattute contro gli eretici e gli scismatici a difesa dell’autorità del Vicario di Cristo e della unità e pace della Chiesa, Eugenio IV lo creava Cardinale Prete di san Sisto. Assieme a lui, fra gli altri, furono assunti nel Senato Apostolico uomini illustrissimi quali Isidoro di Kiev e Bessarione di Nicea, gemme della Chiesa Orientale; il crociato Juan Carvajal “animo Petrus, pectore Cæsar” (Pietro nell’anima, Cesare nel valore), secondo la definizione di Bessarione; e infine Alfons de Borja, il futuro Callisto III. Per quella fermezza onde “né per preghiere, né per minacce giammai avrebbe ceduto d’un punto, da ciò che la sua mente e il suo animo avesse creduto poter nuocere alla verità ortodossa” (cit. Gaetano Moroni), i Sommi Pontefici lo tennero in altissima considerazione. Più volte Legato in Francia per promuovere l’unità dei principi cristiani e la cessazione dello scisma dell’Antipapa Felice V, fu in seguito eletto Vescovo di Cadice, di Mondoñedo, di Orense e di León. Fu il primo Abate commendatario di Subiaco (1456-1468) e tenne i Vescovati suburbicari di Palestrina e di Sabina. Ciononostante non mutò affatto stile di vita, a cominciare dall’abito: mantenne sempre e fedelissimamente il saio domenicano. La basilica romana di Santa Maria sopra Minerva, sede del suo Ordine dei Predicatori, fu sommamente beneficiata dalla munificenza del Cardinale. Nella medesima chiesa istituì anche l’Arciconfraternita della Santissima Annunziata per la dotazione delle nubili povere. Benemerito della Chiesa Romana e illustre per i meriti personali e per le opere (ancora attuali) questo Defensor Papatus rese la bell’anima a Dio il 26 settembre 1468.
Figure già trattate sul sito (sono escluse le innumerevoli figure trattate sulla pagina Facebook)
Cardinale Bernardo Dovizi detto il “Bibbiena”
Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster O.S.B.
Cardinale Domenico Serafini OSB
Cardinale Francesco Sforza di Santafiora
Cardinale Giulio Maria della Somaglia
Cardinali Antonio Marzato e Carlo Odescalchi
Cardinali Luigi di Guisa e Robert de Lenoncourt
Cardinale Galeotto franciotti della Rovere
Cardinale Costantino Patrizi Naro
Cardinale Benjamin de Arriba y Castro
Cardinale Bertrando del Poggetto
Cardinale Alojzije Viktor Stepinac
Cardinale Ludovico Scarampi Mezzarota
Cardinale Tommaso de Vio detto il Cajetano
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