di Massimo Micaletti

 

Se si vuole avere un’idea di ciò che purtroppo ci aspetta al prossimo Sinodo dei giovani, o quantomeno dell’aria che tira in vista dell’evento, che si terrà a roma dal 3 al 28 ottobre, si può far riferimento a quel che è accaduto stamani In occasione della conferenza stampa di stamani, tenuta dal Card. Baldisseri in vista, appunto, del Sinodo.

Nell’Instrumentum Laboris, al passo 197, appare l’espressione “giovani LGBT” espressione in ordine alla quale il cardinale Baldisseri, segretario dell’imminente Sinodo, ha dichiarato, su domanda specifica di un giornalista, che essa è presente nell’Instrumentum perché era a sua volta stata inserita nel documento preparatorio formato dai giovani in occasione dell’incontro del marzo 2018. Precisamente, ricalcando quanto già dichiarato a giugno in occasione della presentazione dell’Instrumentum[1], Baldisseri rispondeva che gli organizzatori del sinodo erano stati “molto diligenti nel tenere conto il lavoro fatto dalle conferenze episcopali e specialmente del risultato di quest’incontro coi giovani del quale i giovani sono i veri protagonisti. “Ci hanno dato un documento – ha continuato – e noi lo abbiamo citato testualmente, ecco la spiegazione”.

Un corrispondente di LifeSiteNews faceva però presente stamani al Porporato che in quel documento la locuzione “giovani LGBT” non compare affatto[2] e gli chiedeva quindi se, alla luce di questa circostanza che è oggettiva è facilmente verificabile[3], ci fosse l’intenzione di cancellarla dall’Instrumentum laboris, onde evitare il rischio che fosse inserita nel documento finale del Sinodo, minando così l’insegnamento della Chiesa in materia tendenze sessuali disordinate. Ciò a fortiori se si considera che la Costituzione Apostolica Episcopalis Communio Sancisce che se il documento finale di un Sinodo viene approvato dal Papa esso entra di diritto a far parte del magistero ordinario della Chiesa.

Il Cardinal Baldisseri ha risposto che quella parole non saranno rimosse ed ha precisato che “ogni testo sarà discusso articolo per articolo”.

Ora, se è vero – come è vero – nel documento presinodale di marzo non si parla affatto di giovani LGBT, né se ne è mai parlato nel Magistero della Chiesa, viene da chiedersi di chi sia la “manina” che ha inserito un concetto tanto pericoloso nell’Instrumentum Laboris e, soprattutto, quali saranno le purtroppo immaginabilissime conseguenze di questa operazione.

James Martin all’Incontro mondiale delle famiglie quest’estate, la “gioventù LGBT” sdoganata al prossimo Sinodo, il tutto peraltro nella costante pervasiva gelatina ecumenista per cui saranno presenti otto Delegati Fraterni, “rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali[4] a minare sempre più la bimillenaria certezza che la sola Chiesa di Cristo è la Chiesa cattolica e chissà cos’altro vedremo e sentiremo.

E vedremo e sentiremo e leggeremo pure tanti buoni cattolici correre a ritagliare e rappezzare frasi e parole e concetti per dire che qualcosa di buono c’era, che in fin dei conti è stato pur sempre un Sinodo cattolico. E l’esegesi disperata del documento finale, le aperture e le rassicurazioni, il “Papa ostaggio”. E i selfie con questo e i selfie con quello, e i “c’ero anch’io”.

E’ un film già visto e prevedibile che, grazie a Dio, prima o poi finirà.

 

 

 

 


[1] http://www.synod2018.va/content/synod2018/it/attualita/presentazione-del-instrumentum-laboris-per-il-sinodo-sui-giovani.html minuto 31.50 e 43:10
[2] https://www.lifesitenews.com/news/cardinal-were-not-removing-lgbt-youth-from-synod-working-document
[3] http://www.synod2018.va/content/synod2018/it/attualita/documento-finale-pre-sinodale-dei-giovani–traduzione-non-uffici.html
[4] https://agensir.it/quotidiano/2018/10/1/sinodo-sui-giovani-card-baldisseri-267-i-padri-sinodali-36-i-giovani-il-27-ottobre-verra-presentato-al-papa-il-documento-finale/