di Charlie Banyangumuka
Prima parte: https://www.radiospada.org/2018/10/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-prima-parte/
Seconda parte: https://www.radiospada.org/2018/10/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-seconda-parte/
Terza parte: https://www.radiospada.org/2018/10/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-terza-parte/
Quarta parte: https://www.radiospada.org/2018/10/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-quarta-parte/
Quinta parte: https://www.radiospada.org/2018/11/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-quinta-parte/
Sesta parte: https://www.radiospada.org/2018/11/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-sesta-parte/
Settima parte: https://www.radiospada.org/2018/11/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-settima-parte/
Capitolo VII “Brutte notizie”
Quella sera il clima nella Legio fu molto felice: nonostante il caldo, si era voluto festeggiare il successo contro i Getuli che, nella mente di tutti, avrebbero escluso ulteriori tentativi di razzia su vasta scala. Successo aumentato dalle leggere perdite che la Pia Fidelis aveva registrato: ventitrè caduti e un centinaio di feriti prontamente inviati dai cerusici. Quando si era trattato di curare Defendente, i medici erano rimasti sorpresi nel vederlo ancora vivo e lui aveva imputato tutto alla fortuna. Ora era lì, a festeggiare col suo contubernio. O meglio, quasi tutto visto che Flavio era sicuramente ubriaco e molesto da qualche parte. Si stava cuocendo e mangiando della carne sul fuoco e nel frattempo si cantava e si ballava. Tutti, poi, si fecero seri e guardarono il giovane Defendente che, non accortosi di nulla, continuava a mangiare “Allora ragazzo” sollevò la testa guardando Ambusto che gli parlava “Quella ferita?”. Defendente, ancora con metà boccone che gli usciva dai denti e metà sulla mano, guardò la fasciatura arrossata e iniziò a farfugliare qualcosa suscitando l’ilarità generale “Comunque” deglutì “me la sono procurata stamattina. Stavo inseguendo l’arciere che mesi fa aveva guidato l’imboscata e dopo che gli piantai la spatha nello stomaco” battè il proprio pugno sul basso ventre “Mi tagliò di netto all’altezza del cuore. E poi” ” E poi?” domandò ansioso Giuba “Poi sono stato curato da un cerusico particolare” bevve un sorso di vino “aveva la barba a due punte” tutti bevvero all’unisono “Mani e piedi forati dai chiodi”. Una doccia di vino e sputi investì Defendente che non si scompose minimamente. Gaio rischiò di strozzarsi e Ambusto guardò severamente il giovane miracolato “Ci vuoi prendere in giro eh ragazzo?” “Affatto, l’ho visto con questi occhi” “Stavi delirando, quando si delira si vedono cose” Galerio parve sicuro di sè “Ah si eh?” Defendente sollevò la benda mostrando l’orrendo squarcio “Chi mi ha tenuto in vita allora?” “D’accordo, d’accordo” Ambusto frenò gli animi “Cosa ti ha detto? Sempre che ti abbia parlato” “Mi ha detto parecchie cose e una in particolare, rivolta a noi tutti suppongo” “Cioè?” “Sarete miei testimoni”. Sul Mare cadde il silenzio, un silenzio strano: improvvisamente Ambusto e Antonio risero di gusto guardandosi, Giuba tirò un sospiro di sollievo e Macrone guardò la volta stellata sorridendo. Defendente vide Galerio, Afro e Gaio sorridere e mormorare qualcosa “Come mai questo entusiasmo?” “Ragazzo” Afro gli mise il braccio attorno alla spalla “come si dice testimoni in greco?” “Come?” “Martyres”. Questa volta fu Defendente a restare in silenzio: iniziarono a vibrargli le mani visibilmente ed iniziò a sudare. Con voce rotta dall’emozione disse “come fate ad esserne entusiasti?”. Ambusto lo guardò “Imiteremo Cristo, morendo e unendoci in sacrificio con Lui”. In quel preciso istante irruppe nel focolare Flavio, più ubriaco e molesto del solito “Ave Pesci! Che succede?” “Defendente ha visto il Maestro” “Sono ubriaco Afro ma non fino a questo punto” “Sono serio, ubriacone” “Comunque” Flavio si fece serio più che potè “ho incontrato uno dei nostri che mi ha recapitato questa” estrasse da sotto il mantello un rotolo di pergamena “Viene diretto da Mediolanum” Ambusto lo prese e iniziò a srotolarlo e lesse a bassa voce finchè, indagando, si fermò e riprese la lettura “Come dicevamo, saremo Suoi testimoni. Verrà comandato a breve un sacrificio nella Legio per l’Imperatore” chiuse la pergamena “morte a coloro che rifiuteranno”
Seconda Vigilia, poco fuori il Contubernium
“Come dopodomani?” la voce sussurrò nel buio “Fratello Ambusto la notizia ha spiazzato anche me ma proviene da fonti attendibili, il sacrificio è dopodomani”. Lo sconforto prese Ambusto. Era successo troppo in fretta: il Maestro che appariva al giovane Defendente, l’annucio dell’ormai prossimo martirio e quei due giorni, uno ormai, per prepararsi. Si ricordò dell’altro Defendente, del suo caro amico che già splendeva nella Gloria da mesi e che ormai pregava per loro. Osservò l’interno del Contubernium scorgendo Defendente addormentato. Scosse la testa, non voleva che finisse come il suo omonimo. Non adesso perlomeno. Occorreva agire “Vittorino” Ambusto pose la mano sulla spalla dell’amico “Tu sovrintendi le vigilie, giusto??” Vittorino annuì e comprese “dieci cavalli davanti alla fontana” “No!” lo interruppe l’amico “solo due” “Tu e?” “Il giovane che vedi là dentro” indicò col dito Defendente “E Flavio, non sono ancora pronti” “D’accordo fratello” “A loro i cavalli, a noi il martirio”. I due sorrisero e dopo essersi salutati con modo marziale, si separarono. Ambusto vide la figura di Vittorino sparire nel buio piano piano e osservò la volta stellata con la luna: penso al Padre dei Giusti che sicuramente lo stava osservando e proteggendo. Avrebbe anche lui testimoniato col sangue come Stefano, Pietro e molti altri? Guardò Defendente rigirarsi nel sonno: no, lui doveva vivere, almeno ancora un po’. Chissà quali piani aveva per lui l’Onnipotente. Sorrise, si mise il cappuccio e iniziò a camminare per il campo e, nel mentre, il piano di fuga prendeva corpo nella sua mente.