a cura di Giuliano Zoroddu

Il 29 dicembre del 1170 il cervello di Thomas Becket imbrattava il pavimento del presbiterio di Canterbury. Episodio che tutti i cattolici ricordano. Ma non tutti amano ricordare per qual motivo gli sgherri dell’empio re Enrico trucidarono il Santo. Egli cadde per la difesa di quei privilegi ecclesiastici che avrebbe in seguito solennemente e infallibilmente difeso il grande e tanto calunniato Bonifacio VIII: la superiorità del Sacerdotium sul Regnum; la ingiustizia della tassazione dei beni ecclesiastici come diritto dello Stato; il foro ecclesiastico perché un laico non giudichi un chierico. Quindi meno ghibellinismo!
Per onorare la memoria di questo inclito martire della libertà della Chiesa (che non è la ereticale libertà religiosa) offriamo ai nostri lettori la magistrale resa teatrale che Thomas Stearns Eliot fece del martirio del Becket nel suo dramma
Assassinio nella cattedrale (1935).

Richard Burton nei panni di san Tommaso Becket in Becket (1964)

I sacerdote – Sbarrate le porte.
II sacerdote – Sbarrate le porte.
III sacerdote – Le porte sono sbarrate.
Coro Sacerdoti – Siamo salvi. Siamo salvi.
I sacerdote – Non ardiranno irrompere.
II sacerdote – Non possono irrompere.
III sacerdote – Non ne hanno la forza.
Coro Sacerdoti – Siamo salvi. Siamo salvi.
Tommaso – Aprite le porte. Spalancate le porte! Non voglio che la casa della preghiera, che la chiesa di Cristo, il santuario, sia mutato in fortezza. La chiesa proteggerà il suo, alla propria maniera; non come la quercia e la pietra; la pietra e la quercia rovinano, non danno saldezza, ma la Chiesa durerà in eterno. La Chiesa dev’essere aperta, anche ai nostri nemici. Aprite le porte!
I sacerdote – Mio Signore! Questi non sono uomini.
II sacerdote – Questi non vengono come vengono gli uomini, ma come bestie impazzite.
I sacerdote – Spranghiamo la porta contro i leone, il leopardo, il lupo o il cinghiale.
III sacerdote – Non vengono come uomini, che rispettano il tempio, che s’inginocchiano al Corpo di Cristo.
Coro sacerdoti – Ma come le bestie essi vengono.
II sacerdote – Perché non più contro bestie con l’anima di gente dannata dobbiamo lottare.
III sacerdote – Ma uomini, che si dannerebbero ad essere bestie.
Coro sacerdoti – Mio Signore! Mio Signore!
Tommaso – Voi mi credete disperato, incauto, e pazzo. Voi concludete dai risultati, come fa sempre il mondo, per decidere se un’azione è buona o cattiva. Voi vi riferite sempre e solo ai fatti, ma ogni vita, ogni atto, può dimostrarsi conseguenza di bene o di male, e, come nel tempo, sono commisti i risultati di molti atti e fatti, così, alla fine, si fanno confusi il bene ed il male. Non è nel tempo che la mia morte sarà conosciuta; perché la mia decisione è presa fuori dal tempo; se volete chiamar decisione ciò, cui tutto il mio essere, dona pieno consenso. Io do la mia vita per la legge di Dio, sopra la legge dell’Uomo. Disserrate le porte! Disserrate le porte! Noi non siamo, qui, per trionfar con la lotta, con stratagemmi, e meno che mai con violenza. Non siamo, qui, a lottare con bestie simili a uomini. Noi abbiamo combattuto la bestia. E abbiamo vinto. Noi dobbiamo ora lottare solo soffrendo. Questa è la vittoria più facile. Ora, è il trionfo della Croce, aprite le porte. Io lo comando, APRITE LE PORTE!
[…]
I Cavaliere – Dov’è, Becket, il traditore del Re?
II Cavaliere – Dov’è, Becket, il prete intrigante?
III Cavaliere – Vieni, Daniele, nella fossa dei leoni.
IV Cavaliere – Vieni, Daniele, per il marchio della bestia.
I Cavaliere – Ti sei lavato nel sangue dell’Agnello?
II Cavaliere – Ti sei marchiato col marchio della bestia?
III Cavaliere – Vieni giù, Daniele, ed unisciti alla festa.
IV Cavaliere – Dov’è Becket, il ragazzaccio della Contrada Mercanti?
I Cavaliere – Dov’è Becket, il prete infedele?
II Cavaliere – Vieni giù, Daniele, nella fossa dei leoni.
III Cavaliere – Vieni giù, Daniele.
IV Cavaliere – Per unirti alla festa.
Tommaso – L’uomo giusto come audace leone, dovrebbe essere senza paura. Eccomi. Ma non traditore del Re. Io sono un prete, un cristiano, salvato dal Sangue di Cristo, pronto ad offrire il mio sangue. È questo il segno della Chiesa, sempre, il segno del sangue, sangue per sangue. Lui ha dato il suo sangue per comprar la mia vita, darò il mio sangue, per pagar la sua morte per me: la mia morte, per la sua morte.
I Cavaliere – Assolvete tutti coloro che avete scomunicato.
II Cavaliere – Rinunciate ai poteri che vi siete arrogato.
III Cavaliere – Ritornate al Re il denaro che vi siete appropriato.
IV Cavaliere – Rinnovate l’ubbidienza che avete violato.
Tommaso – Per il mio Signore sono pronto ora a morire, perché la Sua Chiesa abbia pace e libertà. Fate di me quel che volete, a vostro torto e vergogna; ma nessuno del mio popolo, nel nome di Dio, o laico o chierico, voi toccherete. Io ve lo proibisco, nel nome di Dio.
I Cavaliere – Traditore!
II Cavaliere – Traditore!
III Cavaliere – Traditore!
IV Cavaliere – Traditore!
TommasoTu, Reginaldo, tre volte traditore, tu: traditore di me, come mio vassallo temporale; traditore di me, come tuo signore spirituale, traditore di Dio, nel profanar la sua Chiesa.
I CavaliereNessuna fedeltà debbo ad un rinnegato, e, ciò che debbo, sarà pagato all’istante.
(Lo colpisce, e così gli altri tre; mentre Tommaso cade in ginocchio, i Cavalieri Fuggono).
TommasoOra, a Dio Onnipotente, alla Beata sempre Vergine Maria, al Beato Giovanni Battista, ai Santi Pietro e Paolo, al Beato Martire Dionigi e a tutti i Santi, affido la mia causa e quella della Chiesa Santa di Dio.