Prima parte: https://www.radiospada.org/2018/10/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-prima-parte/
Seconda parte: https://www.radiospada.org/2018/10/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-seconda-parte/
Terza parte: https://www.radiospada.org/2018/10/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-terza-parte/
Quarta parte: https://www.radiospada.org/2018/10/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-quarta-parte/
Quinta parte: https://www.radiospada.org/2018/11/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-quinta-parte/
Sesta parte: https://www.radiospada.org/2018/11/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-sesta-parte/
Settima parte: https://www.radiospada.org/2018/11/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-settima-parte/
Ottava parte: https://www.radiospada.org/2018/11/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-ottava-parte
Nona parte: https://www.radiospada.org/2018/12/racconto-devoto-la-palma-di-lambaesis-nona-parte/
di Charlie Banyangumuka
Cap IX “Cirta”
Erano passati giorni da quando avevano incrociato quella pattuglia. C’era stato qualche momento di tensione ma poi i cavalieri, svegli meno dei loro animali, avevano finito per credere alle parole di Flavio “Dobbiamo portare questa cristiana a Cirta, ordini del Prefetto della Diocesi” e avevo mostrato loro un rotolo di pergamena che, essendo vuoto, li avrebbe potuti smascherare. La strategia però si era rivelata fortunata e ora i tre erano al sicuro e stavano entrando nella città di Cirta. Flavio si guardò attorno:”Bene, come entreremo in contatto con la comunità locale?” “Devo cercare un amico che ci può aiutare” rispose Telica “sperando che sia ancora vivo”. La piccola comitiva arrivò davanti a quello che sembrava un negozio di vasi; osservando attentamente, Defendente notò che nei vasi erano contenute strane polveri colorate :”Sono spezie,amico mio”. Inizialmente, voltandosi verso l’ingresso, non vide nessuno ma in seguito una figura slanciata emerse dalle terracotte “belle vero?””Sei ancora vivo!”. Telica si stacco dalla schiena di Defendente e scese ad abbracciare il venditore “Per tutte i nisei della Persia! Che bello rivederti amica mia!”. Flavio e il suo giovane amico rimasero aguardare quella figura umana scolpita dal deserto “Amici” Telica si volse verso di loro ” vi presento Gaumata,ex ufficiale persiano e catecumeno” “Cristiano battezzato, prego” disse ridendo l’orientale “Quando sei stato battezzato?” la ragazza rimase sbalordita “la scorsa Pasqua” concluse soddisfatto lui.
“Così eri un ufficiale persiano?” Defendente bevve il bicchiere d’acqua, Il sesto di fila “Esattamente, comandante di un’unità di catafratti” aggiunse Gaumata “anche tu sei un milite vero?” “Veniamo entrambi dalla Tertia Legio Augusta ma ho un’altra domanda: cosa ci fa qui un ufficiale persiano?”
Mesopotamia, molti anni prima
“Formazione a cuneo!” urlò impetuoso Gaumata. Ottanta catafratti si disposero a triangolo “Va bene uomini” il comandante si rivolse ai suoi sottoposti corazzati “davanti a voi ci sono i romani, maestri di crudeltà. Stanno costruendo un avamposto ma noi spezzeremo le loro linee con una singola carica!” a quelle parole si udì un boato “I Mobads hanno parlato chiaro; dobbiamo punirli per la loro recente incursione, per Ahura Mazda!Per il Sacro Fuoco!” i cavalieri cominciarono a marciare al passo “impugnate la kontos!”. Centosessanta mani serrarono lancia da sfondamento “Al trotto!” la distanza coi romani si accorciava sempre più “Smerdis! Arsace! In alto la testa” urlò a due reclute che erano troppo basse. Ormai i romani erano ad un centinaio di passi o meno “Al galoppo! per lo Xshayasrsha!” I cavalieri si lanciarono alla carica. Poi, accadde l’imprevisto: i romani si scostarono e permisero ai catafratti di entrare nell’avamposto circondandoli. La carica di questi ultimi travolse i pochi romani ancora sparsi. Gaumata, in mezzo al triangolo ormai sfaldato, vide con terrore i romani iniziare a tirare anfore e secchi di pece ed altro materiale infiammabile sui suoi uomini. Poi giunsero le frecce incendiarie.L’ufficiale rimase impotente davanti allo spettacolo di fuoco che gli si parò davanti. Arsace, la giovane recluta, fu investito in pieno da una secchiata dipece e, appena una freccia lo colpì, si trasformò in una torcia di metallo. Della pece cadde anche sull’armatura di Gaumata. Fu un istante, anche lui ardeva.
“E poi? Come ti sei salvato?” incalzò Defendente, curioso come un bambino. Il persiano sorrise “Caddi da cavallo e ciò fu la mia salvezza. L’armatura si ruppe slacciandosi e rimasi libero” si tirò su la manica mostrando una cicatrice orribile che dalla spalla correva fino a metà braccio “Tranne qui, dove faticai a togliermi il tutto che diventava sempre più incandescente” tirò un sospiro “Capì quel giorno perchè i romani chiamano i catafratti <fornelli da campo>”. Flavio sorrise amaramente: aveva sempre desiderato per i nemici di Roma una morte violenta. Ora ecco davanti a lui un suo ex nemico che aveva rischiato un simile destino “Gaumata” Telica prese la parola “Puoi ospitarci mentre rimaniamo a Cirta?” “Che domande!” il persiano parve offendersi “questo ed altro per la mia amica catecumena e i suoi amici ” elargì un enorme sorriso orientale “O dubiti della mia generosità?” Finirono il breve pasto a base di olive,focacce ed acqua offerta loro dal generoso ospitante e furono accompagnati al piano superiore dove il persiano aveva casa “Dormite voi due nella stanza/ripostiglio” disse a Flavio e Defendente “Telica, tu dormirai nel mio letto. Io dormirò di sotto in bottega”.
Quartieri di Cirta, pochi giorni dopo
“Ma certo!” disse il prelato “Telica può riprendere il percorso da dove l’ha interrotto”. Defendente sorrise; era andato dal vescovo Paolo per esporre il loro caso e si poteva ritenere soddisfatto. Sebbene la feroce persecuzione avesse solamente iniziato a mietere grand inumeri di vittime si doveva rischiare comunque “Ma adesso torniamo s te,ragazzo” il vescovo si alzò e istintivamente l’altro si inginocchiò”In piedi, in piedi” esclamò il Successore degli Apostoli “Sei battezzato?” “Certo,vostra eminenza” “Dura la vita da soldato vero?” “Come lo avete capito?” il ragazzo rimase scosso e meravigliato “Beh, inprimis hai ancora il balteus con la spada” il prelato lo guardò ridendo “Secondo, sei schietto nel parlare ma non volgare, segno che ci sei rimasto poco nelle legioni” “Meno di un anno” “Appunto;t uttavia le tue doti militari potrebbero fare al caso nostro”. Il vescovo Paolo si fece serio “Sai cavalcare figliolo?” “Sì… più o meno” “Come ben sai” il vescovo camminò verso la finestra “in Numidia e Mauretania cercano sopratutto libri sacri per bruciarli e talvolta intere comunità rimangono senza” “Eeeh, dove entro in gioco io?”. Defendente non capiva questa digressione sui problemi suoi e dei suoi correligionari che non vedeva come risolvere “Noi in Numidia andiamo a prendere i testi sacri o in Mauretania o a Cartagine e viceversa. Un mestiere rischioso che richiede, alcune volte…” si girò in maniera innaturale e inquietante verso Defendente “…dimestichezza con le armi”. Il ragazzo quasi cadde dalla sedia “Ovviamente” aggiunse l’alto prelato” oltre ad acquisire gloria e meriti per i cieli, saresti pagato anche qui. Una sorta di penitenza pagata per quei peccati che hai commesso quel giorno a Lambaesis” “Ma io non so se sono degno cioè è un lavoro….””Nessuno è degno dell’amore che l’Altissimo gli esprime. Prenditi del tempo e pensaci. Ti lascio la mia benedizione”. Il ragazzo si inginocchiòmentre veniva benedetto: erano queste le <ben altre battaglie> che gli erano state profetizzate? Si toccò lo squarcio sul cuore; forse erano queste davvero. Sicuramente trasportando le Sacre Scritture non avrebbe commesso peccato.
“Trasportare le Sacre Scritture?” “Proprio così Flavio” rispose l’amico “Defendente, è un enorme rischio. Non per il martirio ma se non sei saldo rischi di far saltare la rete e consegnare tutti ai carnefici” “Lo so, lo so. Per questo mi prenderò del tempo andando atrovare i miei a Jol, poi tornerò” “E Telica?” disse improvvisamente Flavio “Cosa c’entra Telica scusa?” “Suvvia Defendente, lo sai benissimo che stravede per te: quando parli ti ascolta sempre ma non ti guarda mai fisso negli occhi” “Casta donna, ovvio che non mi guarda” “E tu, ragazzo?” “Io cosa?”Defendente arrossì visibilmente “Ti vedo sai? Ogni volta che lei passa tua rrossisci” “Non è vero!” “Come no?”. In quel momentoentrò Gaumata a levare Defendente dall’imbarazzo “Buonasera signori!Posso offrirvi del vino?” “Certo fai pure” esclamò Flavio entusiasta:erano settimane che non toccava vino, vino decente, e quella ghiotta occasione non poteva certo farsela sfuggire:”Quindi è vero che eri un graduato” Gaumata sorrise “Sì, ufficiale fra i catafratti. Il Limes Orientale come lo chiamate voi è un posto orribile. Clima torrido, imboscate e tortureinflitte ai rispettivi nemici. Ho visto romani crocifiggere miei uomini e ho visto miei uomini legare romani per le caviglie e trascinarli per pietrai e espine.” Al solo pensiero Defendente rabbrividì: pensò a Dio, quel Padre d’Amore che di lassù governava, quel Padre che gli era apparso e che ora lo chiamava a trasportare la Sua Parola. Bevve un sorso e si fece coraggio: Telica, le Scritture, Gaumata. Niente sarebbe rimasto uguale. A costo di pietraie e spine.