a cura di Giuliano Zoroddu

Parte prima: Sant’Alfonso Maria de Liguori sull’Immacolata Concezione di Maria (I)

Parte seconda: Sant’Alfonso Maria de Liguori sull’Immacolata Concezione di Maria (II)

Giovanni Battista Tiepolo, Allegoria dell’Immacolata Concezione, 1769 circa, National Gallery of Ireland

Punto III.

Se dunque al Padre convenne preservar Maria dal peccato come sua figlia, ed al Figlio come sua madre, ben anche allo Spirito Santo convenne preservarla come sua sposa.

Maria,dice S. Agostino, fu quella sola che meritò d’esser chiamata madre e sposa di Dio: Haec est quae sola meruit mater etsponsa vocari (Serm. de Ass.)[1]. Poiché asserisce S. Anselmo che ‘l Divino Spirito venne già corporalmente in Maria, ed arricchendola di grazia sopra tutte le creature, in lei riposò e fe’ regina del cielo e della terra la sua sposa: Ipse Spiritus Dei, ipse amor Patris et Filii corporaliter venit in eam,s ingularique gratia prae omnibus in ipsa requievit, et reginam caeli et terrae fecit sponsam suam (De Ex. Virg., c. 4)[2]. Dice che venne in lei corporalmente in quanto all’effetto, poiché venne a formar dal suo corpo immacolato l’immacolato corpo di Gesù Cristo, siccome già l’Arcangelo le predisse: Spiritus Sanctus superveniet in te (Luc. I, 35). Che perciò, dice S. Tommaso, chiamasi Maria tempio del Signore, sacrario dello Spirito Santo, perché per opera delloSpirito Santo fu fatta madre del Verbo Incarnato: Unde dicitur templum Domini, sacrarium Spiritus Sancti, quia concepit ex Spiritu Sancto (Opusc. 8)[3].

Or se un eccellente pittore avesse mai a sortir la sua sposa bella o deforme, qual egli medesimo se la dipingesse, qual diligenza ei mai non porrebbe a farla quanto più bella potesse? Chi dunque può dire che lo Spirito Santo abbia operato altrimenti con Maria, che, potendo egli stesso farsi questa sua sposa tutta bella quale gli conveniva, non l’abbia fatto? No, che così gli convenne e così ha fatto, come attestò il medesimo Signore, quando lodando Maria le disse: Tota pulchra es, amica mea, et macula non est in te (Cant. IV, 7). Le quali parole dicono S. Idelfonso[4] e S. Tommaso[5] che propriamente di Maria s’intendono, come riferisce Cornelio a Lapide sul detto passo[6]e S. Bernardino da Siena (To. 2,serm. 52)[7] con S. Lorenzo Giustiniani (Serm. deNat. Virg.)[8] asseriscono che s’intendono le parole citate precisamente della sua immacolata Concezione; onde l’Idiota le dice: Tota pulchra es, Virgo gloriosissima, non in parte, sed in toto; et macula peccati sive mortalis, sive venialis, sive originalis, non est in te (In Contempl. B.V., c. 3)[9].

Lo stesso significò lo Spirito Santo, quando chiamò questa sua sposa orto chiuso e fonte segnato: Hortus conclusus, soror mea sponsa, hortus conclusus, fons signatus (Cant. IV, 12). Maria appunto, dice S.Girolamo, fu quest’orto chiuso e fonte suggellato; poiché in lei non entrarono mai i nemici ad offenderla, ma sempre ella ne fu illesa, restando santa nell’anima e nel corpo: Haec est hortus conclusus, fons signatus, ad quam nulli potuerunt doli irrumpere, nec praevalere fraus inimici; sed permansit sancta mente et corpore. Così S. Girolamo (Ep.10, ad Eust., de Ass.)[10]. E similmente S. Bernardo disse, parlando colla B. Vergine: Hortus conclusus tu es, quem ad deflorandum manus peccatorum numquam introivit (V. in loc. cit. Cant. 4)[11].

Sappiamo che questo divino Sposo amò più Maria che tutti gli altri santi ed angeli insieme uniti, come asserisce il P. Suarez[12] con S. Lorenzo Giustiniani ed altri[13]. Egli sin dal principio l’amò e l’esaltò nella santità sopra di tutti, com’espresse Davide: Fundamenta eius in montibus sanctis; diligit Dominus portas Sion super omnia tabernacula Iacob … Homo natus est in ea, et ipse fundavit eam altissimus (Ps. LXXXVI, 1, 2,5). Parole che tutte significano che Maria fu santa sin dalla sua Concezione. Lo stesso significa ciò che le disse il medesimo Spirito Santo in altri luoghi. Multae filiae congregaverunt divitias, tu supergressa es universas (Prov. XXXI, 29). Se Maria ha superati tutti in ricchezze della grazia, dunque ha avuto ancora la giustizia originale, come l’ebbero Adamo e gli angeli. Adolescentularum non est numerus: una est columba mea, perfecta mea – l’ebreo legge, integra, immaculata meauna est matris suae (Cant. VI, 7, 8)[14]Tutte l’anime giuste son figlie della divina grazia, ma fra queste Maria fu la colomba senza fiele di colpa, la perfetta senza macchia d’origine, l’una concepita in grazia.

Quindi è che l’angelo, prima ch’ella fosse Madre di Dio, già la trovò piena di grazia e così la salutò: Ave, gratia plena. Sulle quali parole scrisse Sofronio che agli altri santi la grazia si dà in parte, ma alla Vergine fu data tutta: Bene gratia plena dicitur, quia ceteris per partes praestatur, Mariae vero simul se tota infudit plenitudo gratiae (Serm. de Ass. B.V.)[15]. Talmenteché dice S. Tommaso che la grazia non solo fe’ santa l’anima, ma ben anche la carne di Maria, acciocché di quella avesse indi potuto la Vergine vestirne il Verbo Eterno: Anima B .Virginis ita fuit plena, quod ex ea refudit gratiam in carnem, ut de ipsa conciperet Deum (Opusc. 8)[16]. Or tutto ciò conduce ad intendere che Maria sin dalla sua concezione dallo Spirito Santo fu fatta ricca e piena della divina grazia, come argomenta Pietro Cellense: Simul in ea collecta est gratiae plenitudo, quia ab exordio suae conceptionis aspersione Spiritus Sanctit ota deitatis gratia est superfusa (Lib. de Panib., c. 10)[17]. Onde dice S. Pier Damiani: A Deo electam et praeelectam totam eam rapturus erat sibi Spiritus Sanctus (Serm. deAnn.)[18]Rapturus, per ispiegare il santo la velocità del Divino Spirito in prevenire e far sua questa sposa, prima che Lucifero la possedesse.

Voglio finalmente chiudere questo discorso, in cui mi son diffuso più che negli altri, per ragione che la nostra minima Congregazione ha per sua principal protettrice la SS. Vergine Maria appunto sotto questo titolo della sua Immacolata Concezione: voglio, dico, finire con dichiarare in breve quali siano i motivi che mi fan certo, ed a mio parere dovrebbero far certo ognuno di questa sentenza così pia e di tanta gloria della divina Madre, ch’ella sia stata immune dalla colpa originale.

Vi sono molti Dottori ch’anzi difendono che Maria sia stata esente dal contrarre anche il debito del peccato; come sono il cardinal Galatino (De arca, l. 7, c. 18), il cardinal Cusano (Lib. 8, exercit. 8), De Ponte (L. 2, Cant., ex. 10), Salazar (De V.Conc., c. 7, § 7), il Caterino (De pecc. orig., c. ult.), il Novarino (UmbraVirg., c. 10, exc. 28), Viva (P. 8, d. 1, q. 2, a. 3), De Lugo, Egidio, Richelio, ed altri[19]. Or questa opinione è ben ella probabile; poiché, s’è vero che nella volontà di Adamo come capo degli uomini furono incluse le volontà di tutti, secondo probabilmente tengono Gonet (Man., to. 3, tr. 5, c. 6, § 2), Habert (T. 3, depecc., c. 7)[20], ed altri, fondati sul testo di S. Paolo: Omnes in Adam peccaverunt (Rom. V)[21];s e ciò dunque è probabile, probabile ben anche è che Maria non abbia contratto il debito del peccato: mentre avendola Dio molto distinta nella grazia dal comune degli uomini, dee piamente credersi che nella volontà di Adamo non abbia inclusa quella di Maria.

Quest aopinione è solamente probabile, ed a questa io aderisco come più gloriosa per la Signora mia. Ma poi tengo per certa la sentenza che Maria non ha contratto il peccato di Adamo; siccome la tengono per certa, anzi per prossimamente definibile di fede, come la chiamano il cardinale Everardo (In exam. theol.), Duvallio (I-II, qu. 2, de pecc.), Rainaldo (Piet. Lugd., n. 29), Lossada (Disc.Th. de Imm. Conc.), Viva (Qu. Prod. ad Trut.), ed altri molti[22]. Lascio pertanto le  rivelazioni che confermano la suddetta sentenza, specialmente quelle fatte a S. Brigida, approvate già dal cardinale Torrecremata [de Torquemada ndr] e da quattro Sommi Pontefici, come si legge nel libro sesto di dette rivelazioni in più luoghi (al cap. 12, 49 e 55)[23]; ma a patto veruno lasciar non posso di notar qui le sentenze de’ SS. Padri su questo punto, per dimostrare quanto essi sono stati uniformi in accordar tale privilegio alla divina Madre. S. Ambrogio dice: Suscipe me non ex Sara, sed ex Maria, ut incorrupta sit virgo, sed virgo per gratiam ab omni integra labe peccati (Serm. 22, in Ps. 118)[24]. Origene parlando di Maria dice: Nec serpentis venenosis afflatibus infecta est (Hom. I)[25]. S. Efrem: Immaculata, et ab omni peccati labe alienissima (Tom. 5, or. ad Dei Gen.)[26]. S. Agostino sulle parole dell’Angelo, Ave,gratia plena, scrisse: Quibus ostendit ex integro – nota ex integro – iram primae sententiae exclusam, et plenam benedictionis gratiam restitutam (Serm. 11, in Nat.Dom.)[27]. S. Girolamo: Nubes illa non fuit in tenebris, semper in luce (In Ps. 77)[28]. S. Cipriano o chi altro ne sia l’autore: Nec sustinebat iustitia, ut illud vas electionis communibus laxaretur iniuriis, quoniam plurimum a ceteris distans natura communicabat, non culpa (Lib. decard. Chr. oper., de Nat.)[29]. Sant’Anfilochio: Qui antiquam virginem sine probro condidit, ipse et secundam sine nota et crimine fabricatus est (Tr. de Deip.)[30]. Sofronio: Virginem ideo dici immaculatam, quia in nullo corrupta est (In. Ep., ap. 6 Syn., t. 3, p. 307)[31]. S. Idelfonso: Constat eam ab originali peccato fuisse immunem (Contr. Disp. de Virg. Mar.)[32]. S. Gio. Damasceno: Ad hunc paradisum serpens aditum non habuit (Or. 2, de Nat. Mar.)[33]. S. Pier Damiani: Caro Virginis ex Adam sumpta maculas Adam non admisit (Serm. de Ass. V.)[34]. S. Brunone: Haec est incorrupta terra illa, cui benedixit Dominus: ab omni propterea peccati contagione libera (In Ps. 101)[35]. S. Bonaventura: Domina nostra fuit plena gratia praeveniente in sua sanctificatione, gratia scilicet praeservativa contra foeditatem originalis culpae (Serm. 2, de Assumpt.)[36]. S. Bernardino da Siena: Non enim credendum est quod ipse Filius Dei voluerit nasci ex Virgine et sumere eius carnem quae esset maculata aliquo originali peccato (Tom. 3, serm. 49)[37]. San Lorenzo Giustiniani: Ab ipsa conceptione fuit in benedictionibus praeventa (Serm. de Ann.)[38]. L’Idiota su quelle parole, Invenisti gratiam, dice: Gratiam singularem, o dulcissima Virgo, invenisti, quia fuerunt in te ab originali labe praeservatio, etc. (Cap. 6)[39]. E lo stesso dicono tanti altri Dottori.

Mai motivi che finalmente della verità di questa pia sentenza assicurano son due. Il primo si è il consentimento universale su questo punto de’ fedeli. Attesta il P. Egidio della Presentazione (De praes. Virg., q. 6, a. 4) che tutti gli Ordini religiosi seguitano la detta sentenza[40]; e dello stesso Ordine di S. Domenico, dice un moderno autore, benché siano 92 scrittori per la contraria, nulladimeno 136 sono per la nostra[41]. Ma sopra tutto dee persuaderci che la nostra pia sentenza sia conforme al comun sentimento de’ Cattolici, ciò che ne attesta il Papa Alessandro VII nella sua celebre bolla, Sollicitudo omnium ecclesiarum, uscita sin dall’anno 1661, in cui si dice: Aucta rursus et propagata fuit pietas haec et cultus erga Deiparam … ita ut, accedentibus Academiis ad hanc sententiam – cioè alla pia – iam fere omnes Catholici eam complectantur[42]. Ed in fatti questa sentenza è difesa dalle accademie della Sorbona, di Alcalà, di Salamanca, di Coimbra, di Colonia, di Magonza, di Napoli, e da altre molte, in cui ciascun laureato si obbliga con giuramento alla difesa di Maria Immacolata. Di questo argomento, cioè del comun senso de’ fedeli, sopra tutto s’avvale a provarla il dotto Petavio (Tom. 5, p. 2, l. 14, c. 2, n. 10)[43]; il quale argomento, scrive il dottissimo vescovo D. Giulio Torni (In adn. adAest., l. 2, dist. 3, § 2) che non può non convincere, mentre in verità, se non altro che ‘l comun consentimento de’ fedeli ci rende certi della santificazione di Maria nell’utero, e della sua Assunzione in cielo in anima e corpo; perché poi questo stesso comun sentimento de’ fedeli non ci ha da render certi della sua Concezione immacolata?[44]

L’altro motivo più forte del primo, che ne fa certi dell’esenzione della Vergine dalla macchia originale, è la celebrazione ordinata dalla Chiesa universale della sua Concezione immacolata. E circa di ciò io vedo da una parte che la Chiesa celebra il primo istante, quando fu creata la di lei anima ed infusa al corpo, come dichiara Alessandro VII nella bolla mentovata, in cui si esprime darsi dalla Chiesa alla Concezione di Maria quello stesso culto che le dà la pia sentenza, la quale la vuol concepita senza la colpa originale[45]. Dall’altra parte intendo esser certo che la Chiesa non può celebrare cosa non santa, secondo gli oracoli di S. Leone Papa (Ep. Decr. 4, c. 2)[46] e di S. Eusebio pontefice: In sede apostolica extra maculam semper est catholica servata religio (Decr., 24,q. 1, c. In sede)[47];e  come insegnano tutt’i Teologi con S. Agostino (Serm. 95 et 113)[48],S . Bernardo (Ep. ad Can. Lugd.)[49], e S. Tommaso, il quale per provare che Maria fu santificata prima di nascere, di questo argomento appunto si serve, cioè della celebrazione che fa la Chiesa di sua nascita, e perciò dice: Ecclesia celebrat nativitatem B. Virginis; non autem celebratur festum in Ecclesia nisi pro aliquo sancto; ergo B. Virgo fuit in utero sanctificata (3 p., q. 27,a. 2)[50]. Or s’è certo, come dice l’Angelico, che Maria fu santificata nell’utero, perché osì la S. Chiesa celebra la sua nascita; perché poi non abbiamo da tenere per certo che Maria fu preservata dal peccato originale fin dal primo istante di sua Concezione, or che sappiamo che in questo senso la stessa Chiesa ne celebra la festa?

In conferma poi di questo gran privilegio di Maria son note già le grazie innumerabili e prodigiose che il Signore si compiace di dispensare tutto giorno nel regno di Napoli per mezzo delle cartelline della di lei Immacolata Concezione[51].

Io potrei riferirne molte passate per mano de’ Padri della nostra medesima Congregazione[52]; ma voglio narrarne solamente due, che sono veramente ammirabili.

Esempio.

In una delle case che tiene la nostra minima Congregazione in questo regno, venne una donna a dire ad un Padre de’ nostri che ‘l marito da più anni non si era confessato, e che non sapeva più che fare la misera per ridurlo, poiché parlandogli di confessione quegli la bastonava. Disse il Padre alla donna che gli avesse data una cartella di Maria immacolata. Venuta la sera, la donna di nuovo pregò il marito che si confessasse; ma facendo quello il sordo secondo il solito, gli diede una cartella. Ed ecco che appena ricevuta la cartella, disse il marito: E bene, quando mi vuoi portare a confessare, che son pronto? La moglie si pose a piangere per allegrezza, vedendo quella mutazione così istantanea. La mattina venne in fatti costui alla nostra chiesa. Dimandandogli quel nostro Padre, da quanto tempo non si era confessato? Rispose, da ventotto anni. E come, replicò il Padre, ti sei mosso questa mattina a venire a confessarti? Padre, disse, io stava ostinato; ma iersera mia moglie mi diede una cartella della Madonna, e subito m’intesi mutar il cuore; tantoché questa notte ogni momento mi parea mille anni che si facesse giorno, per poter venire a confessarmi. Ed in effetto si confessò con molta compunzione, mutò vita, e seguitò per molto tempo a confessarsi spesso dallo stesso Padre.

In un altro luogo della diocesi di Salerno, mentre da noi si faceva vi la santa missione, vi era un certo uomo che teneva una grave inimicizia con uno che l’aveva offeso. Un Padre de’ nostri gli parlò per la remissione, ed egli rispose: Padre, voi m’avete veduto mai alle prediche? No, e per questo io non ci accosto: già lo vedo che son dannato; ma non ci vuol altro, io mi voglio vendicare. Faticò molto il Padre per convertirlo, ma, vedendo che ci perdeva le parole: Prendi, gli disse, questa cartella della Madonna. Quegli rispose a principio: Ed a che serve questa cartella? Ma presasi la cartella, come non mai avesse negato di far la remissione richiesta, disse al missionario: Padre mio,V. R. vuol altro che la remissione? eccomi son pronto a farla. E si appuntò perla mattina susseguente. Ma venuta la mattina, era di nuovo svoltato e non ne voleva far più niente. Il detto Padre gli porse un’altra cartella: esso non la voleva; onde a stento se la prese. Ma che? subito presasi l’altra cartellina,immediatamente disse: Orsù sbrighiamoci, dov’è il mastrodatti?[53]  E subito fece la remissione; e poi si confessò.

Preghiera.

Ah mia immacolata Signora, io mi rallegro con voi di vedervi arricchita di tanta purità. Ringrazio e propongo di sempre ringraziare il comun Creatore, per avervi preservata da ogni macchia di colpa, com’io tengo per certo, e per difender questo vostro sì grande e singolar privilegio della vostra immacolata Concezione, son pronto e giuro di dar, se bisogna, anche la mia vita.

Vorrei che tutto il mondo vi conoscesse e vi confessasse per quella bell’aurora[54] che sempre foste adorna della divina luce: per quell’arca eletta di salute, libera dal comun naufragio del peccato: per quella perfetta ed immacolata colomba[55], qual vi dichiarò il vostro Sposo divino: per quell’orto chiuso che fu la delizia di Dio: per quel fonte segnato[56] in cui non entrò mai il nemico ad intorbidarlo: per quel candido giglio[57] finalmente, qual siete voi, che nascendo tra le spine de’ figli di Adamo, dove tutti nascono macchiati dalla colpa e nemici di Dio, voi nasceste pura e tutta candore e tutt’amica del vostro Creatore.

Lasciate dunque ch’io ancora vi lodi come vi lodò il vostro medesimo Dio: Tota pulchra es et macula non est in te[58]. O purissima colomba, tutta candida, tutta bella, sempre amica di Dio: O quam pulchra es, amica mea, quam pulchra es![59] Ah dolcissima, amabilissima, immacolata Maria, voi che siete sì bella agli occhi del vostro Signore, deh non isdegnate di guardar cogli occhi vostri pietosi le piaghe così schife dell’anima mia. Guardatemi, e compatitemi e sanatemi.

O ella calamita de’ cuori, tiratevi ancora il misero cuor mio. Voi che sin dal primo momento di vostra vita compariste pura e bella avanti a Dio, abbiate pietà di me, che non solo nacqui in peccato, ma dopo il battesimo ho di nuovo imbrattato di colpe l’anima mia. Quel Dio che vi ha scelta per sua figlia, sua madre e sua sposa, e perciò vi ha preservata da ogni macchia, e vi ha preferita nel suo amore a tutte le creature, qual grazia mai vi negherà? Vergine immacolata, voi mi avete da salvare. Vi dirò con S. Filippo Neri: Fate ch’ io mi ricordi sempre di voi: e voi non vi scordate di me[60]. Mi pare mille anni di venire a vedere la vostra bellezza in paradiso, per più lodarvi ed amarvi, mamma mia, regina mia, diletta mia, bellissima, dolcissima,purissima, immacolata Maria. Amen.


[1]  Sermo 208, In festo Assumptionis B. Mariae, n.4. Inter Opera S. Augustini. ML 39-2130. – Ivi, col. 2129, nota 6): «Incerti auctoris … In nostris codicibus manuscriptis habetur absque nomine auctoris. At in Lovaniensium plerisque, ut ipsi observant, manuscriptis tribuitur Fulberto, episcopo Carnutensi. In codice tamen Cassinensi et in Cluniacensi, Ambrosio Autperto adscribitur» Gli editori Benedettini propendono in favore di quest’ultimo.

[2] «Ipse enim Spiritus Dei, ipse amor omnipotentis Patris et Filii, ipse per quem et in quo amatur omne quod bene amatur, ipse, inquam, corporaliter, ut ita dixerim, venit in eam, singularique ratia prae omnibus quae creata sunt, sive in caelo sive in terra, requievit in ea, et reginam ac imperatricem caeli et terrae et omnium quae in eis sunt fecit eam»  [Lo stesso Spirito di Dio, l’amore stesso dell’onnipotente Padre e del Figlio, lo stesso per cui e in cui è amato ogni cosa bene amata, egli, dico, corporalmente venne in lei, e con una grazia singolare a preferenza di tutte le cose create in cielo e in terra, riposò in lei e la fece regina ed imperatrice del cielo e della terra e di tutto ciò che essi contengono] EADMERUS,Cantuariensis monachus (+ 1121), Liber deexcellentia Virginis Mariae, cap. 4. Inter Opera S. Anselmi. ML 159-565.

[3]  «Plena est gratia, et excedit angelos in plenitudine gratiae … Secundo, excellit angelos in familiaritate divina; et ideo, hoc designans, Angelus dixit: Dominus tecum; quasi dicat: Ideo exhibeo tibi reverentiam, quia tu familiarior es Deo quam ego, nam Dominus est tecum. Dominus, inquit, Pater, cum eodem Filio, quod nullus angelus nec aliqua creatura habuit … Deus Filius, in utero … Aliter est ergo Dominus cum beata Virgine quam cum angelo, quia cum ea ut Filius, cum angelo ut Dominus. Dominus Spiritus Sanctus, sicut in templo; unde dicitur templum Domini, sacrarium Spiritus Sancti, quia concepit ex Spiritu Sancto … Sic ergo familiarior cum Deo est beata Virgo quam angelus: quia cum ipsa Dominus Pater, Dominus Filius, Dominus Spiritus Sanctus, scilicet tota Trinitas» [È piena di grazia e superò gli angeli per pienezza di grazia … Ella supera gli angeli anche quanto a familiarità con Dio. Volle metterlo in risalto l’angelo dicendo: «Il Signore è con te»; quasi dica: «Ti rendo ossequio giacché tu sei più intima con Dio, di quanto non lo sia io stesso. Il Signore infatti è ‘con te’. “Il Signore” disse cioè il Padre con il medesimo Figlio, cosa che nessun angelo né alcun’ altra creatura ebbe … nel tuo grembo è Dio Figlio …   Il Signore sta con la beata Vergine anche in altro senso, rispetto al suo stare con l’angeloi: con Maria sta come Figlio, con l’angelo come Signore. Il Signore, lo Spirito Santo, dimora in lei come in un tempio, sicché essa riceve giustamente l’appellativo di tempio del Signore, sacrario dello Spirito Santo. Concepì infatti per virtù dello Spirito Santo … Un’intimità con Dio più profonda di quella che ha l’angelo: con lei stanno Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo, ossia tutta la Trinità] S. THOMAS, Opusculum 8, Devotissima expositio superSalutatione Angelica. Opera, XVII, Romae, 1570, fol. 75, col. 4, IK.

[4] Come vedremo nella nota 66, Cornelio a Lapide si riferisce al De laudibus Beatae Virginis, ma tra le Opere, anche dubbie, di S. Idelfonso, nella ML 96, non s’incontra alcuna opera così intitolata. Però nella Notitia historica, n. 8, ML 96-13,siamo avvisati che sotto questo nome, presso qualche editore, viene il De virginitate perpetua S. Mariae d’Idelfonso. Né qui né in alcun’altra opera di S. Idelfonso si trova tale applicazione.

[5] «Gratia Dei datur ad duo, scilicet ad bonum operandum et ad vitandum malum; et quantum ad ista duo perfectissimam gratiam habuit beata Virgo. Nam ipsa omne peccatum vitavit magis quam aliquis sanctus post Christum. Peccatum enim aut est originale, et de isto fuit mundata in utero; aut mortale, aut veniale, et de istis libera fuit. Unde Canticorum IV: Tota pulchra es, amica mea, et macula non est in te»  [La grazia di Dio viene concesso per due finalità: onde farci ben operare ed evitare il male; e la Vergine ebbe a riguardo di queste due finalità le Vergine ebbe una grazia perfettissima. Ella evitò il peccato meglio che qualunque altro santo, seconda soltanto rispetto al Cristo. Il peccato o è originale, e Maria ne venne mondata fin dal grembo materno;o mortale o veniale, e da codesti fu esente. Onde si legge nel Cantico dei Cantici: «Tu sei tutta bella, amica mia, e in te non è possibile trovare alcuna macchia!»] S. THOMAS, Opusculum 8, Devotissima expositio super salutatione Angelica. Opera, XVII, Romae, 1570, fol. 75, col. 3, IK.

[6] «Haec verba Cantici: Tota pulchra es, et macula non est in te, B. Virgini soli appropriant Rupertus, Psellus, Hugouterque, scilicet Cardinalis et de S. Victore, S. Thomas, Galatinus et S. Ildephonsus, de Laudibus B. Virginis» [Queste parole del Cantico “Tutta bella sei e in te non v’è macchia” alla sola beata Vergine le applicano Ruperto, Sello, il Cardinale Ugo e Ugo di san Vittore, san Tommaso, Galatino e sant’Ildefonso nelle Lodi della beata Vergine] CORNELIUS A LAPIDE, S. I. In Canticum Canticorum, cap. 4. v.7, Tertius sensus principalis. Comment. in Scripturam Sacram, Parisiis, VIII,1860, pag. 59, col. 2.

[7] «De nulla anima potest dici illud, Cant. IV, Tota pulchra, etc., congruentius quam de Virgine benedicta: ubi autem macula est, vel culpa actualis, vel venialis, vel mortalis, hoc de illa minime dici potest»  [Di nessuna anima si può dire quanto si legge in Cant. IV “Tutta bella etc” in modo più congruente che della Vergine benedetta: di lei infatti non si può dire che si incontri macchia o colpa attuale, veniale o mortale] S. BERNARDINUS SENENSIS, Sermo de immaculata Virginis Conceptione (Pro festiv. B. M. V. sermo 4), art. 2, cap 2. Opera,Venetiis, 1745, pag. 85, col. 2.

[8] S. LAURENTIUS IUSTINIANUS, Sermo in Nativitate gloriosissimae V. M., Opera, Lugduni, 1628, pag. 437, col. 2: «Quae enim sanctificata in utero, ac ab omni culpae originalis fuerat liberata contagio… tota pulchra absque delicto, sine mentis et corporis deformitate, Deo et hominibus amabilis habebatur» [Colei che era stata santificata nel grembo della madre e liberata da ogni contagio di colpa originale … tutta bella lontana dal peccato, senza alcuna deformità nell’anima e nel corpo, amabile agli occhi di Dio e degli uomini]

[9] «Tota igitur pulchra es, Virgo gloriosissima;non in parte, sed in toto; et macula peccati, sive mortalis, sive venialis, sive originalis, non est in te, nec umquam fuit nec erit: sed adest tibi omnis gratia naturalium bonorum, spiritualium charismatum et caelestium donorum» [Tutta bella sei dunque, o Vergine gloriosissima:non in parte ma totalmente; e in te non v’è macchia di peccato mortale,veniale od originale, né mai vi fu né vi sarà: in te sta tutta la grazie dei beni naturali, dei carismi spirituali e dei doni celesti] RAYMUNDUS IORDANUS, sapiens Idiota, Contemplationes de B. V., pars 2, Contemplatio 3, n. 4. Bourassé-Migne, Summa aurea, IV,col. 878.

[10] «Sicut in comparatione Dei nemo bonus, ita et in comparatione Matris Domini nulla invenitur perfecta, quamvis virtutibus eximiis comprobetur… Quoniam haec est hortus conclusus, fons signatus, puteus aquarum viventium (Cant. IV, 15), ad quam nulli potuerunt doli irrumpere, nec praevaluit fraus inimici, sed permasit sancta mente et corpore, multis donorum privilegiis sublimata»  [Come in comparazione a Dio nessuno è bono,così in comparazione alla Madre del Signore, nulla si trova di perfetto per quanto si provi ornato di esimie virtù … Poiché ella è l’orto chiuso, la fonte sigillata, il pozo delle acque vive: in essa non poté penetrare dolo, né prevalervi la frode del Nemico, ma rimase santa nell’anima e nel corpo, sublimata per molti privilegi e doni ] SOPHRONIUS,(inter Opera S. Hieronymi, Epistola IX), ad Paulam et Eustochium, DeAssumptione B. M. V., n. 16. ML 30-141.

[11] «Hortus conclusus tu es, Dei Genitrix, ad quem deflorandum manus peccatoris numquam introivit» [Sei tu, o Madre di Dio, il giardino serrato, dove mai entrò la mano del peccatore per aprirlo] EGBERTUS, Abbas Schonaugiensis, Ad B. Virginem Deiparam Sermo panegyricus, seu Deprecatio et lauselegantissima, n. 4. Inter Opera S. Bernardi, ML 184-1012. – In Homiliarioampliato Pauli Winfridi, In Nativ. B. M. V., hom. 52, ML 95-1516: «Hortus conclusu tu es, sancta DeiGenitrix…»  [Sei tu, o santa Madre di Dio, il giardino serrato … ] – Vedi Appendice, 3, B, nel nostro volume precedente, pag. 353.

[12] Franc.SUAREZ, S. I., De Incarnatione, pars2, disp. 18, sectio 4, Secunda ratio: «Deus plus amat Virginem quam reliquos sanctos omnes» [Dio ama la Vergine più che tutti gli altri santi] Opera, XVII,Venetiis, 1746, pag. 154, col. 1.

[13] «Haec quidem propter humilitatis meritum et ferventissimum caritatis affectum, ab Altissimo adamatur, eligitur a Verbo, foecundatur Spiritu, divina prole ditatur, in Scripturis praefiguratur, a Prophetis praenunciatur, praeponitur Archangelis, caelesti omnique praefertur militiae» [Questa per il merito dell’umiltà e per il ferventissimo affetto di carità, è amata dall’Altissimo, eletta dal Verbo, fecondata dallo Spirito, dotata di prole divina, prefigurata nelle Scritture, preannunziata dai Profeti, preposta agli Arcangeli, preferita a tutte le celesti milizie] S. LAURENTIUS IUSTINIANUS, De casto connubio Verbi et animae, cap. 9. Opera, Lugduni, 1628, pag. 159, col. 2.

[14] Una est columba mea, perfecta mea, una est matris suae, electa genitrici suae. Cant. VI, 8. – Quel che dice S. Alfonso della parola perfecta, deve riferirsi a electa: la voce ebraica vuol dire prima segregata, electa, e poi pura, pulchra.

[15]  «Ave, inquit, gratia plena; et bene plena, quia ceteris per partes praestatur: Mariae vero simul se tota infudit plenitudo gratiae» [Disse “Ave, piena di grazia” e perfettamente piena di grazia, perchè agli altri è data in parti: la pienezza di grazia si riversò in Maria tutta e nello stesso momento] SOPHRONIUS (inter Opera S. Hieronymi, Epistola IX),ad Paulam et Eustochium, De Assumptione B. M. V., n. 5. ML 30-127.

[16]  «Secundo, plena fuit gratia (beata Virgo) quantum ad redundantiam animae ad carnem, velcorpus. Nam magnum est in sanctis habere tantum de gratia, quod sanctificet animam: sed anima beatae Virginis ita fuit plena, quod ex ea refudit gratiam in carnem, ut de ipsa conciperet Filium Dei; et ideo dicit Hugo de Sancto Victore quia in corde eius amor Spiritus Sancti singulariter ardebat, ideo in carne eius mirabilia faciebat, in tantum quod de ea nasceretur Deus et homo» [Di più, ricevette la pienezza della grazia anche allo scopo di far ridondare l’eccesso della medesima, dall’anima, nel proprio corpo. È già mirabile cosa che i santi abbiano quel tanto di grazia sufficiente a santificarli nell’anima; ma lo spirito della Vergine ne fu così ricolmo da traboccare nel suo fisico, da cui doveva prender inizio il concepimento del Figlio di Dio. Dice al riguardo Ugo da san Vittore: «Dato che l’amore dello Spirito Santo ardeva nell’animo suo in misura singolare, produsse meraviglie nella sua carne, facendo germinare da lei l’Uomo-Dio».] S.THOMAS, Opusc. 8, Devotissima expositio super Salutatione Angelica. Opera, XVII, Romae, 1570, fol. 75, col. 4, G.

[17] «Quia igitur simul collecta gratiae plenitudo nullatenus creaturae humanae capacitate potest apprehendi, in quatuor capita dicitur dividi; privilegio tamen Filii sui, supra totius creaturae meritum Mater Dei, aspersione Spiritus Sancti, tota Deitatis gratia est perfusa» []PETRUS CELLENSIS, Liber de panibus, cap. 12. ML 202- 986. – Le parole: «ab exordio suae Conceptionis,» mancano.

[18]  «Archangelus ait: Ave, gratia plena, Dominus tecum, quia a Deo electam et praeelectam, totam eam rapturus erat sibi Spiritus Sanctus et caelestibus insigniturus ornamentis» [L’Arcangelo disse: “Ave, piena di grazia,il Signore è con te” perché eletta e pre-eletta dal Signore, tutta l’avrebbe rapita (dal possesso di Satana) lo Spirito Santo per insignirla di celesti ornamenti” ] NICOLAUS monachus, quondam notarius S. Bernardi, De Annuntiatione B. V. M.: inter OperaS. Petri Damiani, Sermo 11. ML 144-558.

[19] Vedi Appendice, 2, pag. 513 e seg.

[20] GONETIo. Bapt., O. P., Manuale Thomistarum,Antverpiae, 1726, pars 2, tract. 5, cap. 6, § 2 et 3, pag. 92 et seq.; ClypeusTheologiae Thomisticae, III, Antverpiae, 1744, Disputatio 7, art. 2 et 3, pag.266 et seq. Il Gonet non dice neppur una parola dell’immacolata Concezione di Maria: né pro né contro. Dice quale sia la legge generale sulla trasmissione del peccato originale, e non fa parola di una eccezione qualunque. – Lud.HABERT, Theologia dogmatica et moralis,III, Venetiis, 1747, Tractatus 2, Devitiis et peccatis, cap. 7, Depeccato originali, § 6, pag. 234 et seq. Pag. 237: «Nota tribus modis posse dici aliquem in Adamo peccasse…» Pag. 238,239: «Non desunt Theologi qui doceant B. Virginem ne primo quidem aut secundo modo peccavisse, existimantes legem ita datam fuisse primo parenti pro se etposteris eius, ut ab illa exciperetur B. Virgo per merita Christi futura: exquo sequitur eam in Conceptione nequidem habuisse debitum contrahendi peccati. Verum haec sententia, quae paucissimorum est, stare non potest…» Pag. 240:«Beata Virgo peccatum originale actu non contraxit»

[21] Sicut per unum hominem peccatum in hunc mundum intravit, et per peccatum mors; et ita in omnes homines mors pertransiit, in quo omnes peccaverunt. Rom. V, 12.

[22]  Ioannes Everardus NIDHARDUS, S. I. (+ 1681),Cardinalis (1672): Examen theologicum quatuor propositionum quorumdam Auctorum anonymorum, quibus aspergunt maculam cultui, festo, obiecto et sententiae de Immaculata SS. Dei Matris Virginis Conceptione. Matriti, 1665. Pars 2, § 8-10, fol 60-137. – DUVALLIUS Andreas(du Val), Comment. in Sum. S. Th., I-II, qu. 2, art. 7, de peccatis. -Theophilus RAYNAUDUS, S. I., Opera, VIII, Lugduni, 1665: VI, Pieats Lugdunensiserga B. Virginem immaculate conceptam (pag. 253-334), § XXIX, pag. 299 et seq.- Dominicus LOSSADA, Ord. Min., Matriti, 1732, Discussio theologica super definibilitate proxima mysterii Immaculatae Conceptionis Dei Genitricis. Pag. 134 et seq.: Dissertatio unica: Singula definibilitatis proximae adiumenta expenduntur. Pag. 216 et seq.: Coronis discussionis theologicae. Pag. 225,226: Apostrophe ad Sanctissimum. – Id. op., Matriti, 1733. In fine: I. Synopsisdoctrinae etc. II. Index disputationum, etc. – Dominicus VIVA, S. I., Theses damnatae ad theologicam trutinam revocatae, tomus 1, pars 1, Ferrariae, 1757, Quaestio prodroma, n. 20, pag.10. (Pars I, II, III: Damnatae theses ab Alexandro VII, Innocentio XI, et Alessandro VIII necnon Iansenii. Pars IV, Beneventi, 1717: Quesnellianae Theses a SS. D. N. Papa Clemente XI confixae.)

[23] Vedi Appendice, 3, pag. 519 e seg.

[24]  «Veni ergo, et quaere ovem tuam iam non per servulos, non per mercenarios, sed per temetipsum. Suscipe me in carne, quae in Adam lapsa est. Suscipe me non ex Sara, sed ex Maria; ut incorrupta sit virgo, sed virgo per gratiam ab omni integra labe peccati» [Vieni, dunque,e cerca la tua pecorella non già per mezzo dei servi né di mercenari, ma da te stesso. Ricevimi in quella carne che decadde in Adamo. Ricevimi non da Sara, ma da Maria, che è vergine incorrotta,vergine per grazia integra rispetto a ogni macchia di peccato] S. AMBROSIUS, Expositio in Psalmum 118, Sermo 22, n. 30. ML 15-1521.

[25]  Migne-Bourassé, Summa aurea, Paris, 1866,VIII, col. 303, n. 21: «Origenes, homil. 1, ex decem in diversos locos NoviTestamenti in cap. 1 Matth., pag. 274, part. II eius Oper. edit. Paris. 1604: «Huius itaque Unigeniti Dei dicitur haec Mater,Virgo Maria, digna Dei, immaculata Sancti immaculati, una Unius, unica Unici … quae neque persuasione serpentis decepta est, neque eius afflatibus venenosis infecta» [Questa Madre dell’Unigenito di Dio, la Vergine Maria, è detta degna di Dio, immacolata di Colui che è Santo e Immacolato, sola del Solo, unica dell’Unico … ella che non fu ingannata dalla persuasione del serpente né fu infettata dai suoi velenosi miasmi] – Queste dieci Omilie sembrano di qualche autore latino.

[26] «Immaculata et intemerata, incorrupta et prorsus pudica, atque ab omni sorde ac labe peccati alienissima, Virgo Dei sponsa, ac Domina nostra…» [Immcolata e intemerata, incorrotta e pudica, lontanissima da ogni sozzura e macchia di peccato, Vergine Sposa di Dio e Signora nostra] S. EPHRAEM, Ad SS. Dei Genitricem Oratio. Operaomnia, VI, Opera graece et latine (et latine tantum), III, Romae, 1746, pag.577, col. 1. Editio Veneta, I, pag. 571, col. 2.

[27]  «Cum dixisset Ave, salutationem illi caelestem exhibuit: cum dixit Gratia plena, ostendit ex integro iram exclusam primae sententiae, et plenam benedictionis gratiam resitutam»  [Avendo detto “Ave” le presentò il celeste saluto; quando disse “piena di grazia” mostrò come fosse esclusa integralmente dall’ira della prima sentenza e ripiena della grazia restaurata della benedizione] Inter Opera S. Augustini, nell’Appendice, Sermo 123, n. 2. ML39-1991.

[28] «Et deduxit eos in nube diei. Ecce Dominus venit in Aegyptum in nube levi. Nubem levem, aut proprie Salvatoris corpus debemus accipere: qui leve fit, et nullo peccato praegravatum est. Aut certe nubem levem debemus sanctam Mariam accipere: nullo semine humano praegravatam. Ecce Dominus venit in Aegyptum, saeculi istius: super nubem levem, Virginem. Et eduxit eos in nube diei. Pulchre dixit, diei: nubes enim illa non fuit in tenebris, sed semper in luce» [Li guidò con una nube di giorno. Ecco venne il Signore in Egitto su una nube leggera. Dobbiamo interpretare propriamente che la nube leggera sia il corpo del Salvatore, il quale è leggero e non gravato da peccato alcuno. Ovvero certamente dobbiamo interpretarla come Santa Maria, che non fu gravata dal seme umano. Ecco il Signore venne nell’Egitto di codesto mondo: viene su una nube leggera, ossia sulla Vergine. E li guidò con un nube di giorno. Bene disse “di giorno”, infatti quella nube non fu mai nelle tenebre, ma sempre nella luce] Breviarum in Psalmos, Ps. 77. Inter Opera S. Hieronymi, Appendix ad tom. VII.ML 26-1049.

[29] «Nihil in hac re (in nativitate Christi) petit ultio, nec praecedens delectatio aliquam expetiit poenarum usuram.Spiritu Sancto obumbrante incendium originale exstinctum est; ideoque innoxiam affligi non decuit, nec sustinebat iustitia ut illud vas electionis communibus lassaretur iniuriis, quoniam plurimum a ceteris differens, natura communicabat, non culpa» ARNALDUS seu Ernaldus, Bonaevallis in valle Carnotensi Abbas,Liber de cardinalibus operibus Christi,I, De nativitate Christi. ML 189-1617.

[30]  Migne-Bourassé, Summa aurea, VIII, 304, n. 25:«Sanctus AMPHILOCHIUS, Sidae episcopus, Orat. 4, In S. Deiparam et Simeonem: «Cedo percontantibus nobis (Nestorium affatur) utrumne vel sensu Iudaico, ut virum, ita et Adae coniugem, intemeratis Opificis manibus fictam, dicenti legi divinae assentiris? Et si quidem negaveris, nonne propalam a nobis, et Scripturis extraneus exsistis? Sin autem affirmaveris, quid, stulte, a veritate dissentis, Deique placitum in Sanctissima Virgine ad communem salutem provide dispositum detrectas atque renuis? Qui enim antiquam illam virginem (Evam) sine probro condidit, ipse ets ecundam (Mariam) sine nota et crimine fabricatus est … Nihil quippe quod Deosit amicum, ignominiam aut probrum habet …» Pag. 42 et 43 eius Operum aCombefisio editorum.

[31] S.SOPHRONIUS, Hierosolymitanus episcopus, Epistola Synodica, letta poi nel Concilio Ecumenico VI: «(Filius Patris) uterum intactum ingressus virginitatis castitate lustratum Mariae sanctae praeclaraeque, quae Dei sunt sapientis, ab omni contagione liberatae, et corporis, et animae, et intellectus, incarnatur quierat incarneus … Homo enim fieri voluit, ut simili consimilem mundificaret … Ideo Virgo sancta accipitur, et anima corpusque sanctificatur; atque ita ministravit in incarnatione Creatoris, ut munda, et casta, atque incontaminata» Mansi, Collectio Conciliorum, XI, Florentiae, 1765, Concilium oecumenicum VI, Constantinopolitanum III, (anno 680). Actio XI, col. 474. – Harduinus, Collectio Conciliorum, III, Parisiis, 1714, col. 1266, 1267.

[32] «Constat eam ab omni originali peccato immunem fuisse, per quam non solum maledictio matris Evae soluta est, verum etiam benedictio omnibus condonatur»  [Consta che ella fu immune dal peccato originale, ella per cui non solo fu assolta la maledizione di Eva ma per cui invero a tutti fu donata la benedizione] De partu Virginis, lib. 1, ML96-312, inter Opera dubia S. Hildefonsi; 120-1372, inter Opera S. PASCHASII RADBERTI, Abbatis Corbeiensis.

[33]  «In hunc enim paradisum serpenti aditus non patuit»  [In questo paradiso non ebbe accesso il serpente] (Nella traduzione presso ilMigne, manca il non, per errore.) S. IO. DAMASCENUS, Homilia 2 in Dormitionem B. V. M., n. 2. MG 96-726.

[34] «Caro enim Virginis ex Adam assumpta, maculas Adae non admisit»  [La Vergine prese la carne da Adamo, ma di Adamo non ricevette le macchie (del peccato)] NICOLAUS monachus, quondam notarius S. Bernardi, Sermo in Assumptione B. M. V. Inter Opera S. Petri Damiani, Sermo 40. ML 144-721.

[35] «Per incarnationem visitavit nos … quod evidentius exponit, cum subiungit: Dominus de caelo in terram aspexit, dum de regalibus sedibus in uterum Virginis venit. Haec est enim incorrupta terra illa, cui benedixit Dominus, ab omni propterea peccati contagione libera, per quam vitae viam agnovimus, et promissam veritatem accepimus. Quae quia digna fuit, Dominus de caelo in terram aspexit» [Ci visitò per mezzo dell’Incarnazione … il che in maniera più evidente lo espone, quando soggiunge: Dio guardò dal celo sulla terra, quando dalle sedi regali venne nell’utero della Vergine. Questa è infatti quella terra incontaminata che il Signore benedisse, libera pertanto da ogni contagi di peccato, per la quale abbiamo conosciuto la via della vita e abbiamo ricevuto la verità promessa. Ciò che fu degno il Signore guardò dal cielo in terra] S. BRUNO, Cartusianorum institutor, Expositio in Psalmos, InPsalmum 101. ML 152-1167.

[36] «Dico primo quod Domina nostra fuit plena gratia praeveniente in sua sanctificatione, gratia scilicet praeservativa contra foeditatem originalis culpae, quam contraxisset ex corruptione naturae, nisi speciali gratia praeventa praeservataque fuisset» [Dico in primo luogo che Nostra Signora fu piena di grazia preveniente nella sua santificazione, ossia di grazia preservativa contro il disonore della colpa originale, che avrebbe contratto dalla natura corrotta se non ne fosse stata per una grazia speciale prevenuta e preservata]  Sermo 38 de Sanctis incommuni, Sermo 2 de B. V. Maria, pag. 365, col. 2, inter Opera S. Bonaventurae,III, Romae, Moguntiae, Lugduni. – Sermone interpolato da autore più recente. Vedi Appendice, 1, pag. 505 e seg.

[37] «Dum pridie essem in Monasterio Carceris, dioecesis Paduanae, in illo eloquio cum quodam approbatae religionis viro, Domino Fratre Bartholomaeo de Sicilia ibi professo, reddidit mihi unam pulchram rationem, quare non erat credendum beatam Virginem fuisse conceptam ex peccato originali: dixit enim mihi Daniel de Purgiliis (al., come vedremo, dePurziliis), si bene percepi; certum est quod Deus creavit Adam sine peccato originali ex limo terrae, dein ex costa eius creavit Evam, et sine peccato et certum est quod Christus incarnatus fuerit Deus et homo, et fuit maior quam Adam et Eva, et maioris dignitatis, et tantum interest inter eos quantum inter Creatorem et creaturam: modo non est credendum, quod ipse Filius Dei voluerit nasci ex Virgine et sumere eius carnem, quae esset maculata ex aliquo peccato originali; imo credendum est, quod voluit sumere carnem ex carne purissima, et quod eius mater fuerit plus quam Eva et Adam, qui creati fuerunt sine peccato originali; quae ratio mihi valde applausit; etiam quaesivi si repererit in scriptis; respondit quod non, sed sic meditando sibi in mente occurrit» [(…) è certo che Dio creò Adamo dal fango della terra senza il peccato originale, quindi dalla sua costola creò Eva,anche lei senza peccato: ed è pure certo che Cristo si incarnò Dio ed uomo, e fu da più di Adamo e di Eva e di maggior dignità, differendo quanto differiscono il Creatore e la creatura; non è da credere che lo stesso Figlio di Dio abbia voluto nascere dalla Vergine e assumere da lei la carne, se fosse stata macchiata dal peccato originale; anzi è da credere che volle assumere la carne da una carne purissima e che la Madre Sua non fosse da meno di Adamo e di Eva, che furono creati senza il peccato originali. Questo ragionamento mi parve assai plausibile (…)] S. BERNARDINUS SENENSIS, Seraphin Quadragesimale, Sermo 48, De amore glorioso. Opera, opera et labore R. P. Ioannis Delahaye,Venetiis, 1745, III, pag. 316, col. 1, 2.

[38] «Ab ipsa namque sui conceptione in benedictionibus praeventa dulcedinis, atque a damnationis aliena chirographo, prius est sanctificata quam nata»  [Dalla stessa sua concezione fu prevenuta dalle più dolci benedizioni, e lontana dal chirografo della condanna, fu santificata prima di nascere] S. LAURENTIUS IUSTINIANUS, Sermo in Annunciatione B. M. V. (a principio). Opera, Lugduni, 1628, pag. 409, col. 1.

[39] RAYMUNDUS IORDANUS, sapiens Idiota, Contemplationes de B. V., pars 5, De gratiis gloriosae Virginis Mariae, Contemplatio 1, n.1: «Invenisti gratiam apud Deum (Luc. I,30), dulcissima Virgo Maria … Invenisti, Virgo Maria, gratiam caelestem, quia fuerunt in te sanctificatio in matris utero, angelica salutatio, Spiritus Sancti superventio, et Filii Dei conceptio»  [Trovasti grazia presso Dio, dolcissima Vergine Maria … Trovasti, Vergine Maria, una grazia celeste, poiché in te si verificarono la santificazione nell’utero materno, la salutazione angelica, la venuta dello Spirito Santo, la concezione del Figlio di Dio]  Contemplatio 4,n. 3: «O suavissima Virgo Maria, quantam gratiam invenisti apud Deum! gratiam supereffluentem, gratiam singularem, gratiam generalem; gratiam singularem, quia sola hanc meruisti plenitudinem; generalem, quia de tua plenitudine accipiunt universi»  [O soavissima Vergine Maria, quanta grazia trovasti presso Dio! grazia sovrabbondante, grazia singolare, grazia generale; grazia singolare perché solo tu meritasti di ricevere questa pienezza (di grazia); generale perché dalla tua pienezza (di grazia) ne ricevono tutti]  Summa aurea, Migne-Bourassé, IV, col. 895, 899. – Vedi sopra, nota 69, pag. 30.

[40] AEGIDIUSA PRAESENTATIONE, O. S. Aug., De Immaculata Beatae Virginis Conceptione, libri IV, Conimbricae, 1617, lib.3, qu. 6, art. 3, § 3, pag. 325-327.

[41] Candidus Parthenotimus, Siculus, Franciscus BURGIUS (Burgio, Burgi), De pietate in Deiparam amplificanda, Dissertatio duplex, in quaduplex exponitur et vindicatur votum pro tuenda eiusdem Deiparae Immaculata Conceptione susceptum. (Contro Muratori.) Panormi, 1741. Dissertatio 1,cap. 7, n. 47, pag. 41; cap. 14, n. 110, pag. 107.

[42] «Sane vetus est Christifidelium erga eius Beatissimam Matrem Virginem Mariam pietas, sentientium eius animam in primo instanti creationis atque infusionis in corpus fuisse speciali Dei gratia et privilegio, intuitu meritorum Iesu Christi eius Filii, humani generis Redemptoris, a macula peccati originalis praeservatam immunem, atque in hoc sensu eius Conceptionis festivitatem solemni ritu colentium et celebrantium; crevitque horum numerus atque huiusmodi cultus post editas a fel. record. Sixto Papa IV, Praedecessore nostro, in eius commendationem Apostolicas Constitutiones, quas Sacrum Concilium Tridentinum innovavit, atque observari mandavit. Aucta rursus et propagata fuit pietas haec, et cultus erga Deiparam,post erecta hoc nomine, approbantibus Romanis Pontificibus, Monasteriareligiosorum Ordinum et Confraternitates, ac concessas ab iisdem indulgentias, ta ut, accedentibus quoque plerisque celebrioribus Academiis ad hanc sententiam, iam fere omnes Catholici eam complectantur» [È sicuramente di antica data la particolare devozione verso la Beatissima Madre, la Vergine Maria, da parte dei fedeli:infatti erano convinti che la sua anima – fin dal primo istante della sua creazione e della sua infusione nel corpo – fosse stata preservata immune dalla macchia del peccato originale per una speciale grazia e per un singolare privilegio di Dio, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Figlio suo e Redentore del genere umano. Animati da tale persuasione, circondavano di onore e celebravano la festa della Concezione con un rito solenne; e crebbe il loro numero e siffatto culto dopo che papa Sisto IV, Nostro predecessore, di felice memoria, pubblicò in loro raccomandazione le Costituzioni Apostoliche che il Sacro Concilio Tridentino rinnovò e comandò di osservare. Crebbe e si propagò questa devozione e culto verso la Madre di Dio, dopo che con l’approvazione dei Romani Pontefici furono eretti, sotto questo nome (della Immacolata Concezione)furono eretti Monasteri di Ordini religiosi e Confraternite e furono concesse indulgenze, talché, aderendo a questa sentenza molte delle più celebri Accademie, quasi tutti i cattolici la abbracciano ] ALEXANDER VII, Bulla Sollicitudo omnium Ecclesiarum, 8 dec.1661, § 1

[43] Dionusius PETAVIUS, S. I., De theologicis dogmatibus, VI, De Incarnatione, II, Venetiis, 1745, lib. 14, cap. 2, n. 10 et 11, pag. 201.

[44] TORNI Giulio Nicola, Vescovo titolare di Arcadiopoli, fu il maestro di S. Alfonso. Sappiamo dallo Sparano – Giuseppe Sparano, Memorie istoriche per illustrare gli atti della S. Napoletana Chiesa, ecc., parte II, Napoli, 1768, pag. 338 – e qui da S. Alfonso essere il Torni l’autore delle Adnotationes ad Estium nell’edizione Napoletana del 1720, nella quale comparisce solo come Censoretanto a nome dell’Arcivescovo di Napoli che del governo. – GUILLELMI ESTII … in IV Libros sententiarum Commentaria, quibus pariter S. Thomae Summae Theologicae partes omnes mirifice illustrantur. In III Sent., dist. 3, § 2,nota a). Tom. 2, pag. 8.

[45] Vedisopra, nota 102. – «Constitutiones et Decreta a Romanis Pontificibus Praedecessoribus nostris, et praecipue a SixtoI V, Paulo V et Gregorio XV edita in favorem sententiae asserentis animam Beatae Mariae Virginis, in sui creatione et in corpus infusione, Spiritus Sancti gratia donatam et a peccato originali praeservatam fuisse, necnon et in favorem festi et cultus Conceptionis eiusdem Virginis Deiparae secundum piam istam sententiam, ut praefertur, exhibiti, innovamus, et sub censuris et poenis in eisdem Cosntitutionibus contentis observari mandamus» [Rinnoviamo le Costituzioni e i Decreti emanati dai Romani Pontefici Nostri Predecessori, soprattutto da Sisto IV, da Paolo V e da Gregorio XV, per avvalorare l’affermazione intesa a sostenere che l’anima della Beata Vergine Maria, nella sua creazione e nell’infusione nel corpo, ebbe il dono della grazia dello Spirito Santo e fu preservata dal peccato originale; per favorire la festa e il culto della stessa Concezione della Vergine Madre di Dio, in linea con la pia proposizione suesposta, decretiamo che tali Costituzioni e Decreti siano osservati, sotto pena d’incorrere nelle censure e nelle altre sanzioni previste nelle Costituzioni stesse] Bulla Sollicitudo, come sopra, nota 102, § 4.

[46] «Verum, quia Spiritus sapientiae etintellectus ita apostolos et totius Ecclesiae erudivit magistros, ut in christiana observantia nihil inordinatum, nihil pateretur esse confusum, discernendae sunt causae solemnitatum, et in omnibus institutis Patrum principumque nostrorum rationabilis servanda distinctio: quia non aliter unus grex et unus pastor sumus, nisi, quemadmodum Apostolus docet, idipsum dicamus omnes; simus autem perfecti in eodem sensu et in eadem sententia» [Invero, poiché lo Spirito di sapienza ed intelletto ha edotto gli Apostolo come Maestri di tutta la Chiesa, così nella osservanza cristiana nulla è senza ordine, nulla si presenta confuso, vanno distinte le ragioni delle solennità e in tutte le istituzioni razionali dei nostri Padri e Principi va conservata la distinzione: poiché non altrimenti siamo un solo gregge e un unico pastore, se non come insegna l’Apostolo : siamo perfetti nel medesimo sentimento e nella medesima dottrina] S. LEO MAGNUS, Epistola 16,cap. 2. ML 54-698. – «Quam culpam (confusionis inter solemnitates) nullo modo potuissetis incidere, si undeconsecrationem honoris accipitis, inde legem totius observantiae sumeretis: etbeati Petri Apostoli sedes, quae vobis sacerdotalis mater est dignitatis, esset ecclesiasticae magistra rationis» [La confusione tra solennità potrete eliminarla se da dove riceveste la consacrazione sacerdotale, assumerete anche tutta la legge da osservare e se prenderete come maestra delle regola ecclesiastica la sede del beato Pietro, che è madre della vostra dignità sacerdotale]  Ibid.,cap. 1, col. 696. – Epistolae Decretales Summorum Pontificum, tom. 1, pars 2, Romae, 1591, pag. 156 et 155, Epistola5 B. Leonis Papae I.

[47]  EUSEBIUS Papa, Epistola 3, episcopis Tusciae et Campaniae directa. ML 7-1111. – Decretum Gratiani, pars 2, Causa 24, qu.1, c. 11, In sede. – Autenticità dubbia, almeno per una parte delle tre lettere di S. Eusebio Papa.

[48] «Natalem Domini hesterna die celebravimus;servi hodie Natalem celebramus: sed Natalem Domini celebravimus, quo nasci dignatus est; Natalem servi celebramus, quo coronatus est… Domini nostri Iesu Christi ideo nativitatis et passionis diem geminae devotionis obsequio frequentat Ecclesia, quoniam utrumque medicina est. Nam et natus est ut renasceremur; mortuus est ut in perpetuum viveremus. Martyres autem ad mala certamina nascendo venerunt, trahentes originale peccatum: moriendo autem adbona certissima transierunt, finientes omne peccatum» [Ieri abbiamo celebrato il Natale del Signore; oggi celebriamo il Natale del suo Servo: ma, quale Natale del Signore, abbiamo celebrato il giorno in cui si degnò nascere; quale Natale del Servo, celebriamo il giorno nel quale ricevette la corona …  Se la Chiesa celebra con uguale manifestazione di riverente pietà il giorno della Nascita e il giorno della Passione del Signore nostro Gesù Cristo è perché l’una come l’altra è medicina.Infatti egli nacque perché noi avessimo una nuova nascita; morì, perché la nostra vita fosse eterna. I martiri, invece, portando con sé il peccato originale, con la nascita, entrarono nella lotta contro il male; con la morte però, ponendo fine ad ogni peccato, passarono ai beni assolutamente certi] S. AUGUSTINUS, Sermo 314, In Natali Stephani martyris, n. 1. ML 38-1425. – «Quando natus sit (Cyprianus martyr), ignoramus; et quia hodie passus est, Natalem eiushodie celebramus. Sed illum diem non celebraremus, etsi nossemus. Illo enim dietraxit originale peccatum; isto autem die vicit peccatum» [Ignoriamo quando il martire Cipriano sia nato; e poiché oggi patì il martirio, celebriamo la sua nascita (al cielo). Ma quel giorno non lo celebreremo anche se lo sapessimo. In quel giorno infatti contrasse il peccato originale; in codesto invece vinse il peccato] IDEM, Sermo 110, In Natali Cypriani martyris, cap. 1, n. 1. ML 38-1413.

[49] «Sed et ortum Virginis didici nihilominus (quam Virginis in caelum Assumptionem) in Ecclesia et ab Ecclesia indubitanter habere festivum atque sanctum: firmissime cum Ecclesia sentiens, in utero eam accepisse ut sancta prodiret … Fuit procul dubio et Mater Domini ante sancta quam nata: nec fallitur omnino sancta Ecclesia, sanctum reputans ipsum Nativitatis eius diem, et omnia (leggi omni) anno cum exsultatione universaeterrae votiva celebritate suscipiens» [Anche la nascita della Vergine, non meno che la Assunzione della Vergine in cielo, ho appreso che nella Chiesa e dalla Chiesa è ritenuto senza dubbio festivo e santo: fermissimamente crediamo con ala Chiesa che essa abbia ricevuto nell’utero che ne uscisse santa … Fu senza dubbio santa prima di nascere la Madre del Signore: né si sbaglia punto la Santa Chiesa che reputa santo il giorno stesso della sua Natività accogliendolo ogni anni con una festa votiva tra l’esultanza di tutta la terra ] S. BERNARDUS, Epistola 174, ad Canonicos Lugdunenses, De Conceptione S. Mariae,n. 3, 5. ML 182-333, 334.

[50] «Ecclesia celebrat nativitatem B. Virginis; non autem celebratur festum in Ecclesia nisi pro aliquo sancto. Ergo B. Virgoin ipsa sua nativitate fuit sancta. Fuit ergo in utero sanctificata» [La Chiesa celebra la natività della beata Vergine: nella Chiesa non si celebra una festa se non per un santo. Pertanto la santa Vergine fu santa al momento della sua stessa nascita. Fu dunque santificata nell’utero (di sua madre)]  S. THOMAS, Sum.Theol., III, qu. 27, art. 1. Sed contra.

[51] Le«cartelle» o «cartelline» usate nel tempo di S. Alfonso, e tuttora in uso a Napoli ed altrove, portavano e portano, stampate su carta finissima, le iniziali delle parole che formano la seguente sentenza: In Conceptione tua, Maria, immaculata fuisti: ora pro nobis Patrem cuius Filium Iesum de Spiritu Sancto conceptum peperisti. – In altre regioni, si stampano, pur su carta speciale finissima, da potersi inghiottire facilmente con una qualunque bevanda, immaginette di Maria SS., dette in francese miniatures, e in tedesco Schluckbildchen. – Sulla legittimità ed efficacia di questa divozione, scrisse, tra non pochi altri, il P. Andrea BUDRIOLI, S. I., un’opera intitolata Delle celebri cartine che invocano e protestano immacolata la Concezione di Maria,e loro uso, se sia da permettersi,Padova, nella Stamperia del Seminario, 1752: opera che adduce molte autorità convincenti ed innumerevoli fatti accertati. – Il celebre e dotto Cardinale O.S. B., Celestino SFRONDATI (+ 1696), nella sua Innocentia vindicata (typis Monasterii S. Galli, 1695), § 7, riferisce la miracolosa guarigione del suo Collega, il Cardinale Rappacioli, dovuta a quelle cartine. «Tota Roma, dice, ubi hoc contigit, testis est miraculi» – Nella Bolla di canonizzazione di S. Raimondo de Peñafort, si riferiscono due miracoli ottenuti con simile mezzo. – Nel processo di canonizzazione di S. Antonino, si legge: «Rasa imago B. Antonini, et data in potu cum aqua, diversos febricitantes, ac etiam plures variasque infirmitates etiamgravissimas patientes, sanavit» – Qui abbiamo la testimonianza di S. ALFONSO, testimonianza dottrinale, corredata di fatti. Altrove, nella sua Institutio catechistica ad populum, pars 1, cap. 1, § 6, n. 54, raccomanda, tra altre,questa pia pratica, per surrogarla alle pratiche superstiziose: «Cum miseriis et aerumnis premeris, recurread SS. Sacramentum … utere chartulis Mariae Immaculatae aut alicuius sancti figuris; et in hunc modum, quin pecces, poteris gratiam obtinere. Si secus egeris (cioè se ricorri a pratiche superstiziose), gratiam non obtinebis et peccabis» – Lo stesso nella edizione italiana Istruzione al popolo, parte 1, cap. 1, § 6, n. 54. – Non vi è dunque,in questa usanza, alcuna traccia di superstizione, come vollero alcuni, tanto nei secoli trascorsi quanto ai giorni nostri; anzi, è un atto approvatissimo di divozione, accompagnato che sia, come si richiede per ogni atto esteriore, dai dovuti sentimenti, cioè, di fede, di rassegnazione alla volontà di Dio, e di fiducia in Dio e nell’intercessione di Maria SS. – Scrisse egregiamente su questo argomento il dottissimo P. Giov. KANNENGIESSER, Apôtre du Foyer, Aprile 1903, pag. 232-234. Cf. La Sainte Famille,an. XXIX (1903), pag. 265-270; L’Ami du Clergé, tom. XXI, pag. 359.

[52] P. Fr.PEPE, S. I., Discorsi in lode di MariaSS. per tutti i sabbati dell’anno, Napoli 1756, parte I, pag. 143: «Si degna l’Immacolata Regina diffonder le sue grazie per dovunque molti Padri Missionari, di cui è capo il P. D. Alfonso di Liguoro, ne propagano la divozione»; e ivi riferisce varie grazie operate con le cartelline dell’Immacolata, specialmente a mezzo dei primi compagni del Santo. – E nella parte II, pag. 120: «Mercé dello zelo dell’Uomo Apostolico il P. D. Alfonzo di Liguoro, si è molto propagata la divozione all’Immacolata in molte parti da lui coltivate coll’Apostoliche missioni; e la divina Madre si è degnata concedere molte grazie ai suoi divoti.»

[53] Matrodatti o mastro d’atti, parola napoletana: notaio. Il convertito era disposto a concedere il perdono con atto pubblico.

[54] Quae est ista quae progreditur quasi aurora consurgens? Cant. VI, 9.

[55] Una est columba mea, perfecta mea. Cant.VI, 8. – Aperi mihi, soror mea, amica mea, columba mea, immaculata mea. Cant. V, 2.

[56] Hortus conclusus, soror mea sponsa, hortus conclusus, fons signatus. Cant. IV, 12.

[57] Sicut lilium inter spinas, sic amica mea inter filias. Cant. II, 2.

[58] Tota pulchra es, amica mea, et macula non est in te. Cant. IV, 7.

[59] Quam pulchra es, amica mea, quam pulchra es! Cant. IV, 1.

[60] «Orazioni giaculatorie volgari (insegnate e raccomandate da S. Filippo): … Madonna benedetta,datemi grazia che io mi ricordi della vostra verginità. –  Madonna benedetta,datemi grazia che io mi ricordi sempre di voi.» BACCI, Vita, lib. 2, cap. 5, n.15.


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