di Massimo Micaletti

L’immagine del crocifisso gettato dietro un monitor nell’incontro religioso ecumenico tenutosi a Piacenza è perfetto emblema di quello che è l’ecumenismo: nascondere la verità dietro chiacchiere, sorrisi, strette di mano, documenti vuoti e generici. Alla fine, si tratta di ingannarsi reciprocamente, quando si prega (chi?), quando si parla (di cosa?), quando si celebra (che?).
Sarebbe però altrettanto errato, per non dire blasfemo, che la risposta a simili abusi sia lasciare il crocifisso lì dov’era ma, magari, affiancargli un buddha, una menorah, o una targa con qualche verso del Corano: la Verità, per sua natura, non si presta alla sintesi né ad essere equiparata o affiancata a null’altro. Ciò che è altro dalla Verità ha un solo nome: menzogna. Ci possono essere menzogne più o meno gravi, l’errore può conoscere una sorta di gradualità ma la verità di gradualità non ne conosce perché essa ci è stata rivelata tutta intera da Gesù Cristo. Possiamo certo dischiuderla nel cammino millenario del Magistero che nei secoli la illumina sempre più ma non possiamo mai rinnegarla o piegarla verso altro che non sia nostro Signore Gesù Cristo. In breve: non possiamo essere cattolici e simultaneamente musulmani o talmudici. Affermare, infatti, che ebraismo, Cristianesimo e Islam hanno lo stesso Dio significa necessariamente che non solo le religioni si sovrapporrebbero e quasi compenetrerebbero a vicenda, ma che anche gli stessi fedeli apparterrebbero in definitiva sia all’una che alle altre religioni: in pratica, quando diciamo “Padre Nostro” ci stiamo rivolgendo indistintamente alla Prima Persona della Trinità o al dio di Maometto, quando apriamo il Vangelo potremmo indifferentemente aprire il Corano dato che, come hanno detto sia Giovanni Paolo II che Francesco, Dio avrebbe parlato sia nell’uno che nell’altro testo. E’ evidente che si tratta di assunti e concetti che ripugnano alla ragione prima ancora che alla Fede.
Dove ci porti l’errore ecumenista, non a caso condannato da tutti i Papi prima del Concilio, è evidente ma noi abbiamo il diritto e il dovere di non seguirlo e di non cadere nella trappola che equiparare e mescolare tutte le religioni sia la sola via di convivenza pacifica tra persone di fedi diverse. La conversione al cattolicesimo di quante più persone possibile è una sola vera garanzia di pace, giustizia e salvezza, fermo restando il giudizio particolare di Dio su ciascuno di noi.
Perciò, paradossalmente, il problema vero non è un crocifisso dietro un monitor, ma il tentativo, che va avanti ormai da troppi anni, di sommergere e travolgere la Croce e tutto ciò che essa comporta – l’ingiustizia, la persecuzione, la morte, la Risurrezione, la salvezza, la Verità – con iniziative, documenti e pseudomagistero che non guadagnano anime a Cristo. E neppure alla vera pace.