di Luca Fumagalli
I necromanti (1909) è l’unico romanzo della vasta produzione di mons. Robert Hugh Benson (1871-1914) – l’autore del capolavoro Il padrone del mondo – ad affrontare il tema dello spiritismo.
Ambientato tra il 1901 e il 1902, il testo narra la vicenda di Laurie Baxter, ex universitario di Oxford convertito al cattolicesimo e ora tirocinante presso uno studio legale a Londra. La sua carriera è orientata al meglio, ma Amy Augent, la promessa sposa, muore improvvisamente e il ragazzo è preda di una cupa disperazione. Maggie Deronnais, la sorella adottiva, cerca di aiutarlo a sostenere il peso del lutto facendo leva sulla comune appartenenza alla Chiesa di Roma. Nel frattempo Laurie viene a conoscenza di come un certo Mr. Vincent riesca a evocare le anime dei morti. Preso contatto con la cerchia del celebre occultista, il ragazzo partecipa ad alcune sedute e giunge in un’occasione a evocare lo spettro dell’amata. Assaporata, anche se solo per un istante, la gioia di rivedere Mary, Laurie dedica tutto se stesso allo spiritismo e abbandona la pratica cristiana. Ma tutto questo ha un prezzo: tornato a casa alla vigilia di Pasqua per trascorrere le vacanze in famiglia, il giovane è chiaramente mutato; taciturno e apatico, il suo volto mostra i segni di quella creatura demoniaca che si sta lentamente impossessando di lui. Maggie, resasi conto del pericolo che corre Laurie, è costretta a ingaggiare una disperata battaglia contro le forze del male potendo contare solo sull’amore che prova per il fratello.
I necromanti – appena ripubblicato in nuova edizione dalla casa editrice Fede & Cultura – narra del conflitto tra due mondi inconciliabili, quello della Fede e della magia, che, cortocircuitando, generano i mostri di un romanzo gotico, che non trova paragoni in nessun’altra opera di Benson.
Il tema della narrazione era stato anticipato da alcuni articoli pubblicati dal sacerdote sulle colonne del «Dublin Review». Affrontando la questione del soprannaturale secondo il punto di vista cattolico, Benson, che considerava lo spiritismo un pericolo grande e mortale, si dichiarava certo dell’esistenza degli spiriti, capaci di mostrarsi e di offrire un’interazione vera e immediata con i vivi. La Chiesa non nega in via teorica la possibilità di mettersi in contatto con i defunti attraverso pratiche magiche. Il vero problema non sono gli inganni dai ciarlatani, quanto capire che dietro tali azioni si cela il desiderio compiaciuto dell’autodivinizzazione e, non meno importante, il rischio di perdere l’anima.
Lo spiritismo era approdato in Inghilterra a metà del XIX secolo, quando dall’America erano giunti alcuni famosi medium. Divenne rapidamente un fenomeno di moda – tanto da attrarre intellettuali del calibro di Arthur Conan Doyle –, un’opportunità per sfuggire al ferreo razionalismo dell’età vittoriana, stemperando le tensioni sociali e liberandosi dalle repressioni morali. Proprio per queste ragioni chi partecipava alle sedute non era interessato alla veridicità della natura paranormale del fenomeno, ma cercava più semplicemente lo stupore, l’evasione dalla banalità del quotidiano.
Gli incontri, che spesso si tenevano nei salotti dell’alta società, avevano come scopo quello di evocare il fantasma di un defunto. La stanza era preventivamente purificata con l’incenso e, per aiutare la concentrazione dei convenuti, luci soffuse e candele completavano l’atmosfera. La seduta era guidata da un capogruppo, un medium capace di mettersi in contatto con il mondo degli spiriti, mentre tutti gli avvenimenti erano registrati da un segretario. Non rara era anche la presenza di un medico, pronto a intervenire in caso di necessità.
Laurie pensa ingenuamente di poter resuscitare Amy facendo affidamento sulle proprie facoltà. Non solo lo sforzo è destinato a fallire – la promessa sposa appare solo per momenti limitati, restituendo tutt’al più un simulacro della vita reale – ma compromette anche la salute fisica del giovane e l’integrità dell’anima. Il suo nutrimento è l’amore egoistico: reso cieco dalla disperazione, pretende di aver ragione della natura, non rendendosi conto di aver imboccato la strada dell’autodistruzione.
Ed è proprio a questo punto che Maggie giunge in soccorso. Intenzionata a salvare Laurie, si affida ai consigli di Catcarth, l’unico che, da ex spiritista, prende sul serio la terribile condizione del ragazzo. Di contro padre Mahon, il parroco locale, tratta la fanciulla con sufficienza a causa di una buona dose di scetticismo e vigliaccheria. Anche l’anziana signora Baxter, arroccata nel suo formalismo anglicano, affronta l’intera faccenda con una preoccupante leggerezza. La Fede per lei inizia e termina con i libri e le convenzioni sociali, tutto il resto è irrazionale, fantasia, un magma di superstizioni appartenenti al passato che nel mondo moderno non hanno più diritto di cittadinanza.
Maggie si trova dunque sola, faccia a faccia con il male che ha preso possesso di Laurie: l’ultima battaglia può avere finalmente inizio.
Il libro: R. H. BENSON, I necromanti, Verona, Fede & Cultura, 2019, 336 pagine, 17 Euro.
Link all’acquisto (disponibile a partire dal 7 febbraio): https://www.fedecultura.com/I-necromanti-p129833928