Ormai entrati nel santissimo tempo di Quaresima, continuiamo con le Meditazioni Alfonsiane. In questo Venerdì dopo le Ceneri, sacro alla venerazione della Reliquia della Corona di Spine, il Dottore Zelantissimo, innamorato di Gesù Crocifisso, ci aiuterà a meditare sul mistero della Coronazione di Spine che la soldatesca di Pilato fece subire a Nostro Signore.
Tunc milites praesidis suscipientes Iesum in praetorium, congregaverunt ad eum universam cohortem: et exuentes eum, chlamydem coccineam circumdederunt ei: et plectentes coronam de spinis posuerunt super caput eius, et arundinem in dextera eius (Matth. XXVII, 27 ad 29). Andiamo ad osservare altri barbari tormenti che quei soldati aggiungono al tormentato Signore. Si uniscono tutti della coorte, gli pongono sulle spalle una clamide rossa – che era un mantello vecchio di cui si vestivano i soldati sopra dell’armi – in segno della porpora regale; gli pongono nelle mani una canna in segno dello scettro, ed un fascio di spine sulla testa in segno di corona, ma a modo di celata che cingeva tutto il capo. E perché le spine coll’opera delle sole mani non entravano più dentro a trafiggere quella sagra testa già prima addolorata da’ colpi de’ flagelli, prendon le canne, e, sputandogli nello stesso tempo in faccia, gli calcano a tutta forza quella crudel corona: Et exspuentes in eum acceperunt arundinem et percutiebant caput eius (Ibid. 30).
O spine, o creature ingrate, che fate? così tormentate il vostro Creatore? Ma a che rimproverar le spine? O pensieri iniqui degli uomini, voi siete stati quelli che trafitta avete la testa del mio Redentore. – Sì, Gesù mio, noi co’ nostri perversi consensi abbiam formata la corona delle vostre spine. Or io li detesto e l’abborrisco più che la morte e qualunque altro male. E a voi di nuovo umiliato mi rivolgo, o spine consagrate dal sangue del Figlio di Dio: deh trafiggete quest’anima mia, e rendetela sempre addolorata per avere offeso un Dio così buono! E voi, Gesù amor mio, giacché tanto patite per me, staccatemi dalle creature e da me stesso, sì ch’io possa dire con verità di non esser più mio, ma solo di voi e tutto vostro.
O afflitto mio Salvatore, o Re del mondo, a che vi vedo ridotto! a comparire qual re di scherno e di dolore! ad essere insomma il ludibrio di tutta Gerusalemme! Scorre a rivi il sangue dal capo trafitto del Signore sulla faccia e sul petto. Ammiro, Gesù mio, la crudeltà di cotesta gente che, non contenta di avervi quasi scorticato da capo a piedi, ora vi tormenta co’ nuovi strazi e disprezzi; ma più ammiro la vostra mansuetudine e ‘l vostro amore, mentre tutto soffrite ed accettate per noi con tanta pazienza: Qui cum malediceretur non maledicebat, cum pateretur non comminabatur; tradebat autem iudicanti se iniuste (I Petr. II, 23)[1]. Dovea avverarsi la predizion del profeta, che ‘l nostro Salvatore avea da esser saziato di dolori e d’ignominie: Dabit percutienti se maxillam, saturabitur opprobriis (Thren. III, 30)[2].
Ma voi, soldati, non siete sazi ancora? Et genu flexo ante eum illudebant ei, dicentes: Ave rex Iudaeorum (Matth. XXVII, 29). E S. Giovanni dice (XIX, 3): Et veniebant ad eum et dicebant: Ave rex Iudaeorum, et dabant ei alapas. Dopo averlo così tormentato e vestito da re di scena, se gl’inginocchiano avanti e lo deridono dicendogli: Ti salutiamo, o re de’ Giudei; e poi alzandosi, con risa e scherni, gli danno più guanciate. – Oh Dio, quel sagrato capo di Gesù stava già tutto addolorato dalla trafittura delle spine, onde ad ogni moto provava dolori di morte; sicché ogni schiaffo o percossa gli era d’un tormento troppo crudele. Va tu, anima mia, e riconoscilo tu almeno per quel supremo Signore del tutto qual veramente egli è; e qual re insieme di dolore e d’amore ringrazialo ed amalo, giacché a questo fine patisce, per essere amato da te.
(Sant’Alfonso Maria de Liguori, Considerazione ed affetti sovra la Passione, X)
La divina Madre rivelò alla stessa S. Brigida che la corona di spine cingea tutta la sagra testa del Figlio sino a mezza fronte, e che le spine furono premute con tal violenza che dalla testa scorreva il sangue a rivi per tutta la faccia, in modo che il volto di Gesù Cristo compariva tutto coverto di sangue: Quae – corona – tam vehementer caput filii mei pupugit, ut ex sanguine affluente replerentur oculi eius; ad medium frontis descendebat, plurimis rivis sanguinis decurrentibus per faciem eius ut quasi nil nisi sanguis totum videretur (Revel. c. 70)[3]. Scrive Origene che questa corona di spine non fu tolta dal capo del Signore, se non dopo ch’egli fu spirato sulla croce; ecco le sue parole: Corona spinea semel imposita et numquam detracta eruitur[4]. Ma essendoché la veste interiore di Cristo era già cucita, ma tessuta da per tutto – e perciò non fu ella divisa tra’ soldati come le altre vesti esteriori, ma posta alla sorte, siccome scrive S. Giovanni: Milites ergo cum crucifixissent eum, acceperunt vestimenta eius, et fecerunt quatuor partes, unicuique militi partem et tunicam; erat autem tunica inconsutilis, desuper contexta per totum. Dixerunt ergo ad invicem: Non scindamus eam, sed sortiamur de illa cuius sit (Io. XIX, 23 et 24)[5] – pertanto, dovendo quella veste cavarsi dalla parte della testa, molto probabilmente scrivono più autori che nell’essere Gesù spogliato di quella gli fu tolta la corona e poi gli fu riposta prima di esser inchiodato alla croce.
Sta scritto nella Genesi: Maledicta terra in opere tuo … spinas et tribulos germinabit tibi (Gen. III, 17 et 18)[6]. Questa maledizione fu da Dio fulminata contra Adamo e contra tutta la sua discendenza; mentre ivi per terra non solo s’intende la terra materiale, ma anche la carne umana che, infettata dal peccato di Adamo, non genera che spine di colpe. Or per dar rimedio appunto a questa infezione, dice Tertulliano essere stato necessario che Gesù Cristo offerisse a Dio in sagrificio questo gran tormento della coronazione di spine: Hanc enim oportebat pro omnibus gentibus fieri sacrificium (Tertul. Lib. contr. Hebr.)[7]. Questo tormento molto doloroso fu di più accompagnato dagli schiaffi, dagli sputi e dalle derisioni de’ soldati, come scrivono S. Matteo e S. Giovanni: Et plectentes coronam de spinis posuerunt super caput eius et arundinem in dextera eius: et genu flexo ante eum illudebant ei dicentes: Ave rex Iudaeorum; et exspuentes in eum acceperunt arundinem et percutiebant caput eius (Matth. XXVII, 29 et 30)[8]. Et veste purpurea circumdederunt eum: et veniebant ad eum et dicebant: Ave rex Iudaeorum et dabant ei alapas (Io. XIX, 2 et 3)[9].
Ah Gesù mio, e quante spine io ho aggiunte a questa corona co’ miei mali pensieri acconsentiti! Vorrei morirne di dolore; perdonatemi per li meriti di quel dolore, che allora accettaste appunto per perdonarmi. Ah mio Signore così straziato e vilipeso! Voi vi caricate di tanti dolori e dispregi per muovermi a compassione di voi, acciocché almeno per compassione io v’ami e non vi dia più disgusto. Basta, Gesù mio, cessate di voler più patire; son già persuaso dell’amore che mi portate e v’amo con tutta l’anima mia. Ma già vedo che a voi non basta, non siete sazio di pene, se non dopo che vi vedete morto di dolore sulla croce. O bontà, o carità infinita! misero quel cuore che non v’ama!
(Sant’Alfonso Maria de Liguori, Riflessioni sulla Passione di Gesù Cristo, III, 3-4)
[1] “Maledetto, non malediceva; strapazzato, non minacciava; ma si rimetteva nelle mani di chi ingiustamente lo giudicava”
[2] “Porgerà la guancia a chi lo percuote: sarà satollato d’ignominie”.
[3] «(Verba Virginis Mariae) Aptaverunt coronam de spinis capiti eius, quae tam vehementer reverendum caput filii mei pupugit, ut ex sanguine fluente replerentur oculi eius, obstruerentur aures, et barba tota decurrente sanguine deturbaretur» [(Parole della Vergine Maria) Adattarono al suo capo una corona di spine che tanto fortemente punse il capo reverendo del mio Figlio, che del sangue che scorreva ne furono coperti gli occhi, riempite le orecchie e tutta la barba] Revelationes S. BIRGITTAE, lib. 1. c. 10. – Parla qui S. Brigida dell’ atto crudele – come udì da Maria SS.- col quale i ministri, inchiodato che fu Gesù alla croce, prima di elevar questa, gli riadattarono alla testa la corona di spine. Così pure nel passo seguente: «Corona spinea capiti eius arctissime imposita fuit, quae ad medium frontis descendebat, plurimis rivis sanguinis ex aculeis infixis decurrentibus per faciem eius et crines, oculos et barbam replentibus, ut quasi nihil nisi sanguis totum videretur» [La corona di spien gli fu credelissimamente calcata sul capo in modo che discendeva a metà della fronte, con il sangue che scorreva dagli aculei sulla sua faccia, nei suoi capelli, sugli occhi e sulla barba: sembrava tutto sangue] Idem opus, lib. 4, cap. 70.
[4] «In spinea illa corona suscepit spinas peccatorum nostrorum … Et de chlamyde scriptum est quoniam denuo spoliaverunt eum chlamydem coccineam; de corona autem spinea nihil tale evangelistae scripserunt, propterea quod et nos quaerere voluerunt exitum rei de corona spinea semel imposita et numquam detracta. Ego igitur arbitror quoniam spinea illa corona consumpta est a capite Iesu, ut iam non sint spinae nostrae antiquae, postquam semel eas a nobis abstulit Iesus super venerabile caput suum» [Nella corona di spine prese Gesù le spine dei nostri peccati … Del mantello è scritto che “lo spogliarono del mantello di porpora”; lo stesso gli Evangelisti non scrissero della corona; vollero infatti lasciare al nostro giudizio l’intendere che la corona di spine una volta impostagli non gli fu più levata. Io credo pertanto che la corona di spine fu consunta dal capo di Gesù, affinché più non fossero le nostre spine antiche, dopo che una volta per tutte se le prese Gesù sul venerabile suo capo] ORIGENES, Commentariorum series in Matthaeum, in Matt. XXVII, 29. MG 13-1775, 1776.
[5] “I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”
[6] “Maledetta la terra per quello che tu hai fatto … produrrà per te spine e triboli”.
[7] «Hoc lignum sibi et Isaac filius Abrahae ad sacrificium ipse portabat, cum sibi eum Deus hostiam fieri praecepisset (Gen. XXII, 6). Sed quoniam haec fuerant sacramenta quae temporibus Christi perficienda servabantur, et Isaac cum ligno reservatus est, ariete oblato in vepre cornibus haerente, et Christus suis temporibus lignum humeris suis portavit, inhaerens cornibus crucis, corona spinea in capite eius circumdata. Hunc enim oportebat pro omnibus gentibus fieri sacrificium qui tamquam ovis ad victimam ductus est, et velut agnus coram tondente se sine voce, sic non aperuit os suum (Is. LIII, 7)» [Questo legno anche Isacco figlio di Abramo lo portava per se stesso, poiché Dio aveva comandato che gli fosse offerto in sacrificio. Ma poiché questi erano misteri il cui compimento era riversato ai tempi di Cristo, Isacco fu risparmiato e al suo posto fu offerto un ariete le cui corna si erano impigliate in un cespuglio, Cristo a suo tempo portò il legno sulle sue spalle, inchiodato alla croce e col capo coronato di spine. Era conveniente che offrisse questo sacrifico per tutte le genti colui che come una pecora veniva condotto al macello e come un agnello stesse muto di fronte a chi lo tosava] TERTULLIANUS, Adversus Iudaeos, cap. 13. ML 2-636.
[8] “E intrecciata una corona di spine, gliela posero in testa, con una canna nella mano destra. E piegando il ginocchio dinanzi a lui, lo schernivano, dicendo: Ave, re dei Giudei”.
[9] “Lo coprirono con una veste di porpora, si accostavano a lui, e dicevano: ‘Ave, re dei Giudei’ e gli davano schiaffi. E sputandogli addosso, gli tolsero dalle mani la canna, e lo percuotevano nella testa”.
Puntante precedenti :
[MEDITAZIONI ALFONSIANE] Gesù fa orazione nell’orto e suda sangue.