di Valerio di Zenzo

Benvenuto al nostro nuovo collaboratore Valerio. Vivat, crescat, floreat! [RS]

Una doverosa premessa: non sarà mai giustificabile chiunque usi violenza su persone indifese e, soprattutto, nei luoghi di culto. Detto ciò, la cronaca recita che pochi giorni fa, il 15 marzo, in Nuova Zelanda, un commando guidato da Brenton Tarrant ha ucciso 49 musulmani in due attacchi alle moschee di Cristchurch, ferendone circa altri 50.  La copertura riservata dai media a tale attacco è stata totale. In un brevissimo lasso di tempo, calcolato in una manciata di ore, l’intero mondo sapeva esattamente chi fosse stato l’autore principale del massacro, quante erano state le vittime e quanti i feriti, quale era stata la causa scatenante dell’attacco. Il video trasmesso in streaming dal commando è stato visto da milioni di persone in tutto il globo, prima che venisse in qualche modo censurato. Eguale diffusione l’hanno avuta le foto, sempre postate dagli attentatori del loro equipaggiamento, in particolare delle armi usate per la strage, dove in bella mostra erano stati scritti sia nomi di date e personaggi celebri per opposizione armata all’avanzata dell’Islam, quali ad esempio la data 732 a.D, indicante la vittoria di Carlo Martello di Poitiers, o il nome del Venier, il settantacinquenne comandante della flotta veneziana nella battaglia di Lepanto del 1571 a.D, sia nomi di europei uccisi in uno dei tanti attentati terroristici islamici che hanno insanguinato le città del Vecchio Continente negli ultimi anni. Vi erano altresì nomi di persone che con la guerra all’islam propriamente detta non hanno molto a che vedere, come quello di Luca Traini, detenuto nelle patrie galere per la sparatoria di Macerata e condannato a 12 anni di reclusione con rito abbreviato.

Finalmente era un bianco ad aver fatto strage di innocenti musulmani in preghiera!

Diversa è stata la copertura globale dell’attentato terroristico di Utrecht, dove nella mattina del 18 marzo, il turco Gokmen Tanis, di 37 anni, ha aperto il fuoco contro le persone su un tram in piazza 24 Ottobre. Il bilancio finale è stato di 3 morti e 5 feriti. Sul momento era stata presa in considerazione “anche” la pista terroristica assieme a quella delle motivazioni personali. E ancora adesso i media sono alquanto restii ad ammettere che, man mano che le indagini procedono, emergono inconfutabili dettagli sulla reale matrice dell’attentato: ovverosia quella islamica. Gokmen Tanis infatti, oltre ad avere numerosi precedenti penali quali tentato omicidio e violenza carnale, era già stato arrestato un anno e mezzo fa per presunti legami con l’Isis, venendo però poi rilasciato. Un uomo d’affari turco ha riferito inoltre alla BBC turca che Tanis era anche andato a combattere in Cecenia assieme alle milizie islamiche. Il ritrovamento poi nella Clio Rossa usata nella fuga di un biglietto su cui era scritta la parola “Allah” pone una nuova pietra sul movente.

Ma mentre in Nuova Zelanda Tarrant compiva la strage e in Olanda Gokmen Tanis sparava sulla folla, nel più totale e colpevole silenzio mediatico, in Nigeria, dozzine di cristiani venivano selvaggiamente trucidati dai pastori Fulani, di fede musulmana, e dal noto gruppo terroristico islamico Boko Haram. Sarebbero infatti 280 i Cristiani uccisi in vari attacchi avvenuti da febbraio fino a metà marzo. L’ultimo di questi è avvenuto nella notte del 16 marzo nello stato di Kaduna. 10 le vittime accertate.  

L’International Christian Concern ha documentato, nel solo mese di Febbraio, 205 morti in almeno 60 diversi attacchi, con Boko Haram responsabile di 126 uccisioni e i militanti Fulani delle rimanenti 76. Nella prima settimana di marzo più di 30 Cristiani sono stati uccisi nel villaggio di Karamar, dove gli assalitori hanno incendiato numerose abitazioni e, naturalmente, raso al suolo la Chiesa locale.  Lunedì 11 marzo sono stati 53 i cristiani uccisi da Boko Haram in un violento attacco ai villaggi di Inkirimi, Dogonnoma e Ungwan Gora. Anche qui lo stesso copione. Un primo gruppo di terroristi ha aperto il fuoco sui civili, un secondo gruppo ha incendiato le abitazioni e le Chiese ed un terzo gruppo ha infine ucciso le persone in fuga, tra le quali molte donne e bambini.

E la lista andrà purtroppo ad allungarsi, dato che gli attacchi non accenno in nessun modo a placarsi, anzi divengono sempre più frequenti. Meno di due anni fa Mons. Joseph D. Bagobiri, vescovo della diocesi di Kafachan, nello stato di Kaduna, riportava le statistiche relative agli attacchi ai danni dei Cristiani in Nigeria dal 2006 al 2014; oltre 12.000 uccisioni, circa 2000 Chiese rase al suolo e circa 1.4 milioni di sfollati. A questi vanno aggiunte le vittime e le distruzioni avvenute da allora fino ad oggi, per un totale complessivo di circa 16.000 vittime. Sebbene Mons. Bagobiri avesse chiaramente indicato nell’odio religioso islamico la principale causa del sistematico massacro dei Cristiani, indipendentemente dunque dall’etnia di appartenenza delle vittime, i media occidentali, quando riportano dei massacri, attribuiscono la colpa di ciò al solo “cambiamento climatico”, che avrebbe costretto gli altrimenti pacifici pastori Fulani ad attaccare i Cristiani.

Sarebbero dunque queste le vere cause dei massacri, non certo l’Islam. A far pensare è anche l’assordante silenzio al proposito della Santa Sede. Il “bispo vestido de branco”, come si è lui stesso presentato a Fatima, (firmatario del Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace del Mondo di Abu Dhabi assieme al Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb [https://www.radiospada.org/2019/02/comunicato-del-superiore-generale-della-fsspx-la-vera-fratellanza/] ), da sempre particolarmente attento alle periferie del mondo, tace. Così come tacciono le maggiori autorità islamiche. E nel frattempo, in Nigeria, uno dei quindici paesi al mondo in cui risiedono il maggior numero di Cristiani, si continua ad esser martirizzati a causa della propria fede in Cristo Nostro Signore. Ma forse Boko Haram ed i pastori Fulani non sanno ancora che tale accordo è stato solennemente sottoscritto!